Franco Abruzzo, 81 anni domani, una vita dedicata al giornalismo, un figlio di Calabria in giro per il mondo

Buon compleanno Direttore. Che nel caso di Franco Abruzzo, però, significa anche “Buon compleanno al giornalismo italiano”, di cui Franco Abruzzo è stato e continua a rimanere uno dei punti di riferimento fondamentali, maestro di giornalismo ma soprattutto maestro di deontologia professionale, uomo rigoroso, cocciuto, a volte indisponente e quasi arrogante, ma come tutti i figli del Sud portatore sano e custode fedele e rigorosissimo del senso della famiglia e dello Stato.

Oggi ci piace ricordarlo così.

di Pino Nano
Lunedì 03 Agosto 2020
Roma - 03 ago 2020 (Prima Pagina News)

Buon compleanno Direttore. Che nel caso di Franco Abruzzo, però, significa anche “Buon compleanno al giornalismo italiano”, di cui Franco Abruzzo è stato e continua a rimanere uno dei punti di riferimento fondamentali, maestro di giornalismo ma soprattutto maestro di deontologia professionale, uomo rigoroso, cocciuto, a volte indisponente e quasi arrogante, ma come tutti i figli del Sud portatore sano e custode fedele e rigorosissimo del senso della famiglia e dello Stato.

Oggi ci piace ricordarlo così.

L’Unione cronisti lombardi che nel 2008 gli assegna il “Premio Guido Vergani 2008”, “Vita di Cronista” lo raccontava in questa maniera Franco Abruzzo: “Le sue e-mail arrivano come un fiume in piena, a ogni ora del giorno e anche della notte, suscitando ora approvazioni ora arrabbiature, comunque, tenendo sempre caldi i motori del dibattito sul mondo del giornalismo.

Che lo si voglia o no, le sue informazioni on line per i giornalisti sono un sollecito a non disinteressarsi di una professione bellissima eppure sempre più controversa.

Ma Franco Abruzzo è stato soprattutto un cronista. In un'epoca in cui le notizie si trovavano scarpinando e senza l'incubo di violare la privacy di nessuno i suoi articoli erano costruiti con la stessa dovizia di particolari e lo stesso puntiglio che i colleghi più giovani hanno conosciuto attraverso la lunga presidenza dell'Ordine e poi con l'inesauribile vis polemica dei messaggi come "difensore civico dei giornalisti".

Ma vale la pena di leggere anche la motivazione del “Premio Cinque stelle per il giornalismo”, Milano Marittima 25 aprile 2006: “A Franco Abruzzo, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, è toccato il Premio alla deontologia giornalistica con questa motivazione: “Come giornalista de “Il Giorno” e de “Il Sole 24 Ore” si è particolarmente distinto per un uso corretto e scrupoloso delle fonti e per un approfondimento non comune di temi scottanti per il futuro nazionale. Come presidente dei giornalisti della Lombardia ha dato un contributo decisivo in tutte le battaglie per il riconoscimento della dignità della professione giornalistica e per la valorizzazione dei principi deontologici”.

Dentro queste poche righe c’è davvero tutta la sua vita, una vita interamente votata e dedicata al mondo del giornalismo italiano, di cui Franco Abruzzo rimane per noi autentico maestro e indimenticabile faro di luce. La sua vita sembra quasi una favola, è la classica stioria di emigrazione, dal Sud al Nord, dalla Calabria a Milano, con un bilancio che oggi all’età di 81 anni Franco considera “abbastanza posivita”.

Franco nasce a Cosenza il 3 agosto 1939, si laurea con 110 e lode in Scienze politiche e storiche presso l’Università statale di Milano, e diventa giornalista professionista ill 3 febbraio 1963. Iniziato la professione il primo ottobre 1959 presso le redazioni calabresi dei quotidiani “Il Tempo ” e il “Giornale d'Italia” per poi trasferirsi, nel 1962, a Milano, dove ha lavorato (come cronista giudiziario, caposervizio di cronaca giudiziaria e caposervizio al “Politico” e ai “Fatti della Vita”) a "Il Giorno" dal giugno 1965 al novembre 1983 (in quel periodo diretto da Italo Pietra, Gaetano Afeltra e Guglielmo Zucconi ).

Dal dicembre 1983 (chiamato da Gianni Locatelli) al marzo 2001 ha lavorato a "Il Sole 24 Ore" (capo redattore centrale, articolista e inviato ). Nel luglio 1975 viene assunto da Eugenio Scalfari come cronista giudiziario di “la Repubblica” (ma successivamente rinunciò all'incarico). E nel 1978 con Walter Tobagi e Massimo Fini ha fonda la componente sindacale di “ Stampa democratica ”mentre tra il 1975 e il 1982 ha fatto più volte parte del CdR de “Il Giorno”, della Giunta dell'Associazione lombarda dei Giornalisti e del Consiglio nazionale della Fnsi. E' stato consigliere dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia dal giugno 1986 al giugno 2007 e ne è stato lo “storico” presidente per oltre 18 anni (attraverso sette elezioni) dal 15 maggio 1989 al 7 giugno 2007.

Nel maggio 2010 è stato eletto per l’ottava volta consigliere dell’Ordine di Milano.

E' stato direttore dall'ottobre 1986 al maggio 2007 di "Tabloid ", mensile dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia. E' stato anche presidente (dal maggio 1989 al maggio 1991) dell'Associazione "Walter Tobagi" per la Formazione al Giornalismo, l'ente senza scopo di lucro che gestisce l'Istituto "Carlo De Martino" per la Formazione al Giornalismo (meglio noto come "Scuola di giornalismo" di Milano).

In Calabria i calabresi dovrebbero esserne fieri, Franco è tra “i 5062 italiani notevoli” (Giorgio dell’Arti e Massimo Parrini, Catalogo dei viventi, Marsilio 2006).

Vale la pena di ricordare che come presidente dell'Ordine, ha avviato una intransigente battaglia a favore del rinnovamento della professione giornalistica e per il suo ancoraggio ai principi della deontologia, dell'indipendenza e della libertà di cronaca e di critica. Ha portato avanti, con determinazione, il principio dell'aggancio della professione giornalistica all'Università (battaglia vinta il 9 luglio 2007 con il varo della laurea magistrale in Giornalismo) e alle scuole riconosciute dall'Ordine.

Ha indirizzato l'azione concreta dell'Ordine della Lombardia in direzione della puntuale applicazione dei canoni deontologici e del rispetto delle regole contrattuali nelle redazioni attraverso l'iscrizione nel Registro dei praticanti di quanti, esercitando la professione in “nero”, vivono di giornalismo. La difesa del principio costituzionale della tutela della dignità della persona rimane un altro pilastro dell'azione sviluppata dall'Ordine di Milano negli anni della presidenza di Franco Abruzzo. Sul tema della commistione informazione-pubblicità la sua azione è stata particolarmente severa. Nell'estate del 1999, come vicepresidente del Comitato unitario delle professioni di Milano, ha svolto una intensa attività in difesa delle professioni intellettuali regolamentate contro la minaccia governativa di soppressione. Nel marzo 2001 è stato riconfermato vicepresidente del Cup di Milano. E come se tutto questo non bastasse, ha contribuito, con l’aiuto del senatore Antonino Caruso, a far modificare la legge professionale, che imponeva la convocazione degli iscritti., sia per l’approvazione dei bilanci sia per le elezioni dei membri dei Consigli dell’Ordine, con posta raccomandata e, quindi, con una spesa notevole.

Il nuovo testo prevede – e questo principio vale oggi per tutti gli Ordini e i Collegi italiani – che la convocazione si effettui per posta prioritaria, per telefax o a mezzo di posta elettronica certificata. Sugli Ordini grava solo l'onere di dare prova solo dell'effettivo invio delle comunicazioni.

Chi più di lui? Franco scrive di problemi legati alle professioni intellettuali e di temi giuridici d'attualità legati al diritto di cronaca e di critica nonché alla privacy e al diritto del lavoro giornalistico su importanti riviste giuridiche (anche telematiche).

Dal 1999 al 2007 tiene un corso di “Diritto dell'informazione” nell'Istituto “Carlo De Martino” per la Formazione al Giornalismo, e dal 2001 al 2004 insegna, come professore a contratto, “Storia del giornalismo” nel corso di laurea quadriennale di Sociologia presso l'Università Statale di Milano-Bicocca.

Dal novembre 2002 al novembre 2008 insegna anche “Diritto dell'informazione e dell'editoria” all'Università Iulm di Milano , e nel 2004/200“Diritto dell'informazione e dell'editoria” nel corso di laurea specialistica in Sociologia presso l'Università Statale di Milano-Bicocca.

Ma la sua vera “chicca” è il suo sito internet, www.francoabruzzo.it, che Franco alimenta giornalmente, e che da lunghi anni è un punto di riferimento insostituibile per il mondo dell’informazione e della comunicazione. E’ anche autore di una newsletter quotidiana sui temi dell’informazione e della comunicazione, che viene spedita – dice con un pizzico di sano orgoglio meridionale- via internet a 34mila giornalisti, avvocati, magistrati, parlamentari, professionisti e comunicatori.

Libri? Tanti, davvero tanti: Il giornalista, la legge e l'esame di Stato, edito dall'Associazione “Walter Tobagi” per la Formazione al Giornalismo, Milano 1990, pag. 640; Guida del giornalista , editore Il Sole 24 Ore Libri, Milano 1992, pag. 900; Codice dell'informazione e della comunicazione, editore il Centro di Documentazione Giornalistica, Roma 1996, pagine 1087 ( II edizione , ottobre 1999, pagine 1.287; III edizione in due volumi, ottobre 2001, pagine 2.176; IV edizione in due volumi, aprile 2003, pagine 2608; V edizione, in tre volumi, aprile 2006, pagine 3.046).

Rinnovata nel nome, nel formato e nella veste grafica, l’opera è diventata una collana in tre volumi: il primo raccoglie le fonti del diritto italiano, comunitario e internazionale; il secondo è dedicato alla storia del giornalismo, da Gutenberg ad oggi; il terzo è un vero e proprio “sistema” di domande e risposte, ampie e ragionate, per aiutare i giovani giornalisti a padroneggiare le tematiche della professione.

La collana, completamente aggiornata, soddisfa curiosità ed interessi di quanti abitano il panorama mediatico e il mondo della comunicazione, ma è utile anche a chi è iscritto in corsi di laurea come Giurisprudenza, Scienze politiche, Relazioni pubbliche, Sociologia, e a chi opera negli Urp e negli uffici stampa delle imprese private e delle pubbliche amministrazioni. E’ naturalmente il vademecum indispensabile per i giornalisti e per gli aspiranti giornalisti, che affrontano l’esame di Stato.

Presto darà alle stampe il manuale sul “Diritto dei mass media attraverso la giurisprudenza”.

L’ultima volta che l’ho incontro è stato poco prima che la pandemia ci costringesse all’isolamento sociale, in una delle tante riunioni del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, ricordo di essermi avvicinato per salutarlo, quel giorno volevo chiedergli di poter fare una foto con lui, ma alla fine non ho trovato il coraggio giusto per chiederglielo, e non se ne è fatto nulla.

Colpa del suo carisma, ancora molto forte, e soprattutto dichiaratamente palese, avvolgente e ingombrante.

Direttore, sarà magari per la prossima volta. Grazie per le cose che in tutti questi anni ha insegnato a tutti noi.


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