Giornalismo, Ministero Giustizia al Cnog: no al praticantato senza testate e direttori responsabili
Il Ministero ha chiesto la sospensione dei nuovi criteri interpretativi dell'art. 34 della l. 69/1963 sull'accesso al praticantato da parte del Cnog.
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Domenica 09 Luglio 2023
Roma - 09 lug 2023 (Prima Pagina News)
Il Ministero ha chiesto la sospensione dei nuovi criteri interpretativi dell'art. 34 della l. 69/1963 sull'accesso al praticantato da parte del Cnog.
Niente accesso al praticantato senza testate e direttori responsabili. E' quanto ha stabilito il Ministero della Giustizia, in due note indirizzate al Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti e agli Ordini regionali, firmate dal direttore generale di Via Arenula, Giovanni Mimmo.

L'8 novembre scorso, il Cnog, attendendo che il Parlamento tenga conto delle istanze di riforma, aveva aggiornato alcune modalità per accedere all'esame di Stato, dando agli Ordini regionali la possibilità di iscrivere con “modalità eccezionale” in qualità di praticanti tutti coloro che possano attestare di aver esercitato l'attività giornalistica retribuita per 6 mesi, anche lavorando come ufficio stampa o su piattaforme e canali online, in mancanza di testate registrate e direttori responsabili.

"Un piccolo passo ma una coraggiosa innovazione fatta in autoriforma, oggi sono in tanti a lavorare negli uffici stampa, sui social media e con le nuove tecnologie digitali, che svolgono attività giornalistica ma non possono essere riconosciuti, in quanto non hanno una testata di riferimento. Con questa nuova interpretazione andiamo incontro ad una realtà composta soprattutto da freelance e precari che ambiscono ad entrare a pieno titolo nel perimetro del giornalismo. Ovvio che auspichiamo di avere quanto prima riscontri positivi dal nuovo Parlamento per una riforma organica della professione", ha commentato il Presidente del Cnog, Carlo Bartoli.

Nella prima nota, datata 5 dicembre, il Ministero della Giustizia ha fatto sapere che le norme attuali non danno al Cnog la possibilità di effettuare un “aggiornamento dei criteri interpretativi dell’art. 34 della legge professionale”, e lo stesso articolo non lascia sottintendere esigenze interpretative.

Il 28 marzo di quest'anno, il Cnog ha approvato un testo modificato, la cui applicazione è stata mostrata dal Presidente Bartoli in un comunicato: “In base al nuovo testo, frutto di una proficua e leale collaborazione con il Ministero della Giustizia, i Consigli regionali dell’Ordine, nella loro autonomia, potranno procedere all’iscrizione al registro dei praticanti a seguito dell’accertamento del lavoro giornalistico svolto. Tale modalità consente, in aggiunta alle altre previste dalla legge, l’avvio del praticantato anche in assenza di una testata e di un direttore responsabile”.

Rispondendo al comunicato di Bartoli, in una nota del 2 maggio, il Dag (Dipartimento Affari Giustizia) di Via Arenula ha chiarito che il testo modificato e approvato il 28 marzo “non contiene alcun riferimento all’art. 34”, che “nessuna potestà regolamentare in materia di accesso al praticantato giornalistico è stata attribuita dal legislatore al Consiglio nazionale”, e che il “ministero non ha inteso esprimere consenso a una deroga rispetto al sistema legislativo contenuto in norme primarie”, per poi riaffermare che la normativa “stabilisce in modo chiaro e univoco i requisiti e le modalità per l’iscrizione nel registro dei praticanti, ancorandola al riferimento diretto e ineludibile a una testata e un direttore responsabile”.

Il Cnog, quindi, ha provveduto a correggere il comunicato sul suo sito, e ha pubblicato il link alla nota del Dag, inviata anche agli Ordini regionali, in cui è inserita la precisazione secondo cui i criteri posti nella delibera del 28 marzo rappresentano “un corpus regolamentare aggiuntivo rispetto alle prescrizioni di legge, senza in alcun modo costituire una deroga ai requisiti imperativamente richiesti, in particolare, dagli art. 33 e 34 della legge professionale, nonché dell’art. 36 del regolamento attuativo”.

Le modifiche all'accesso al praticantato, dunque, sono rimandate alla riforma complessiva della l. 34/1963, sotto esame da parte della commissione del Cnog, guidata da Riccardo Arena, che al momento sta lavorando su una proposta consona al contesto in cui oggi la professione giornalistica deve essere esercitata, nell'era dell'interconnessione digitale a livello mondiale.

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