La Chiesa ai tempi del Coronavirus, niente Via Crucis, niente Pasqua, il Papa annulla tutte le cerimonie religiose

Sentito il Santo Padre, il Cardinale Prefetto della Congregazione per il Culto Divino emana un Decreto che vieta ogni funzione religiosa

di Pino Nano
Giovedì 26 Marzo 2020
Roma - 26 mar 2020 (Prima Pagina News)

Sentito il Santo Padre, il Cardinale Prefetto della Congregazione per il Culto Divino emana un Decreto che vieta ogni funzione religiosa

E’ stato appena pubblicato sul Bollettino della Santa Sede il Decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti del 25 marzo, firmato dal Prefetto Cardinale Robert Sarah, e con cui Santa Romana Chiesa intende regolamentare le funzioni religiose durante la Settimana Santa, e subito dopo il giorno di Pasqua. Anche in Casa-Vaticana la “premessa” di ogni documento ufficiale ormai ricalca fedelmente quello che riportano i Decreti del Consiglio di Ministri: “Considerato il rapido evolversi della pandemia da Covid-19 e tenendo conto delle osservazioni pervenute dalle Conferenze Episcopali, questa Congregazione offre un aggiornamento alle indicazioni generali e ai suggerimenti già dati ai Vescovi nel precedente decreto del 19 marzo 2020”. Dal momento che la data della Pasqua non può essere trasferita, nei paesi colpiti dalla malattia, dove sono previste restrizioni circa gli assembramenti e i movimenti delle persone, i Vescovi e i Presbiteri – scrive il Cardinale Sarah “celebrino i riti della Settimana Santa senza concorso di popolo e in luogo adatto, evitando la concelebrazione e omettendo lo scambio della pace. I fedeli siano avvisati dell’ora d’inizio delle celebrazioni in modo che possano unirsi in preghiera nelle proprie abitazioni”. Perché tutto riesca per il meglio- osserva l’alto prelato- “potranno essere di aiuto i mezzi di comunicazione telematica in diretta, non registrata. In ogni caso rimane importante dedicare un congruo tempo alla preghiera, valorizzando soprattutto la Liturgia Horarum. Le Conferenze Episcopali e le singole diocesi – dice ancora il Prefetto della Congregazione per il Culto- “non manchino di offrire sussidi per aiutare la preghiera familiare e personale”. Partiamo dalla Domenica della Palme. “La Commemorazione dell’Ingresso del Signore a Gerusalemme si celebri all’interno dell’edificio sacro; nelle chiese Cattedrali si adotti la seconda forma prevista dal Messale Romano, nelle chiese Parrocchiali e negli altri luoghi la terza. La Messa crismale: “Valutando il caso concreto nei diversi Paesi, le Conferenze Episcopali potranno dare indicazioni circa un eventuale trasferimento ad altra data”. Il Giovedì Santo. La lavanda dei piedi, “già facoltativa, si ometta. Al termine della Messa nella Cena del Signore si ometta anche la processione e il Santissimo Sacramento si custodisca nel tabernacolo. In questo giorno si concede eccezionalmente ai Presbiteri la facoltà di celebrare la Messa senza concorso di popolo, in luogo adatto”. Il Venerdì Santo, “Nella preghiera universale i Vescovi avranno cura di predisporre una speciale intenzione per chi si trova in situazione di smarrimento, i malati, i defunti. L’atto di adorazione alla Croce mediante il bacio sia limitato al solo celebrante”. La Veglia Pasquale del sabato sera, “Si celebri esclusivamente nelle chiese Cattedrali e Parrocchiali. Per la liturgia battesimale, si mantenga solo il rinnovo delle promesse battesimali Per i seminari, i collegi sacerdotali, i monasteri e le comunità religiose ci si attenga alle indicazioni del presente Decreto”. Consapevole forse, Santa Romana Chiesa, del patrimonio enorme che ci viene dalla Storia della Pietà Popolare nel mondo, il decreto del Cardinale Sarah sottolinea che “Le espressioni della pietà popolare e le processioni che arricchiscono i giorni della Settimana Santa e del Triduo Pasquale, a giudizio del Vescovo diocesano, potranno essere trasferite in altri giorni convenienti, ad esempio il 14 e 15 settembre”. Avremo insomma una Pasqua silenziosa, lontana dai nostri amici di sempre, lontana per molti dalle rispettive famiglie, lontana da uomini e cose che potrebbero favorire la trasmissione del Coronavirus. Altro che guerra! E’ molto peggio tutto questo, almeno durante la guerra la gente che aveva perso ogni cosa materiale riusciva almeno a ritrovare in Chiesa, e con gli altri, la serenità e la speranza perduta. Oggi la pandemia non ci consente neanche questa libertà.


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