Miryam Fiorellino, “produttore esecutivo d’acciaio”, dopo aver lasciato la RAI oggi ha lasciato anche tutti noi

Cerimonia privata per le esequie a Roma di Miryam Fiorellino

di Pino Nano
Domenica 09 Febbraio 2020
Roma - 09 feb 2020 (Prima Pagina News)

Cerimonia privata per le esequie a Roma di Miryam Fiorellino

Se ne è andata via in silenzio, senza dar fastidio a nessuno, nel sonno, nella sua casa di Appio Latino, lasciando alle sue amiche più care e più fidate il suo segreto più grande, una vita spesa al servizio della RAI ma vissuta in profonda solitudine, perché ci sono mestieri nella vita che non concedono spazio né a sé stessi né alla propria vita privata. Di Miryam oggi rimane in questa sua casa così impeccabile, linda, ordinata, una sua foto appesa alla parete del salotto, dove pare affacciarsi da una finestra, serena, sorridente, come solo poche volte noi che con lei abbiamo lavorato l’abbiamo vista sorridere. Da tempo era ammalata, sapeva di avere il cancro, ma ne parlava sempre con tranquillità, quasi fosse rassegnata a lottare con la “bestia” che aveva dentro, consapevole anche che il fumo e le sigarette di tutti questi anni di lavoro e di stress le avevano distrutto i polmoni. Carattere forte, determinato, a volte scontroso e irritante, ma con il lavoro che faceva, soprattutto a Rai Due, a La Vita in Diretta, non poteva permettersi un solo attimo di cedimento o di debolezza, e allora nella sua stanza si celebrava ogni giorno il rito delle assegnazioni del giorno dopo, delle troupes da organizzare, degli inviati da smistare sul territorio, delle trasferte da pianificare, delle mille richieste degli inviati sul campo, degli ospiti da contattare, dei services da contattare, degli esperti da chiamare, delle necessità oggettive degli autori e che spesso non collimavano con i conti del programma. E allora erano liti furibonde. “Sono stata per 15 anni sua inviata- ricorda Paola Ferrazzoli, tenendola ancora dolcemente per la mano- Mi ha fatto davvero sudare. Ma mi ha insegnato tutto. Sono a Porta a Porta da 15 anni, anche perché lei si preoccupava e si occupava di guidare fino in fondo, dall’inizio alla fine la vita di tutti i suoi ragazzi. Per me è stata un mentore. E non solo per me “. Giuseppe Sciacca, Paolo Cingolani, Alberto Sugaroni, Michele Penelope, Lucio Nicolini, Manuela Burzachechi, Fabrizio Borrelli, Lucilla Cappelli, Debora Ergas, Igor Skofic, Enrico Morbelli, Paolo Nasso, Patrizia Fanelli, Francesca De Carlo, Paolo Spirito, Paolo Sordini, Gianfranco Agus, Paola Mascioli, Dario Salvatori, Riccardo Bonacina, Armando Traverso, Angela Cavagna, Patrizia Schisa, Roberto Giacobbo, Antonella Stefanucci, Simonetta Giannangeli, Giovanni Anversa, Antonella Armentano, Lucilla Rogai, Maria Elena Vasaio, Maurizio Crovato, Piero Marrazzo, Pierguido Cavallina storico capostruttura di Rai Due, i direttori di rete Gianpaolo Sodano e Gabriele La Porta, tutti noi siamo cresciuti e siamo rimasti impastati dei ricordi di quegli anni, nel caos infernale di Via Teulada, dove Miryam Fiorellino era davvero un’icona. Autoritaria ma piena di umanità, figlia autentica, come lo era lei, della provincia da dove veniva, Frosinone, nata a Filettino, ma Roma era presto diventata la sua vera casa natale, per via dell’Istituto d’arte che frequenta da giovanissima con il massimo dei voti. Nella vita Miryam voleva fare teatro, sognava di calcare le scene, sembrava fatta apposta per dare corpo e vita a mille personaggi diversi, ma il teatro alla fine rimarrà la sua vera grande passione inconfessabile e segreta. Poi alla fine la vita sa anche essere crudele, e allora devi fare i conti con un lavoro che magari non era quello che sognavi di fare e, forse, così è stato anche per lei. Per almeno dieci anni, dal 1970 al 1980 vive l’esperienza esaltante e coinvolgente del gruppo fondatore del “Pata Gruppo”, al teatro Alberico - Alberichino, un teatro off, di stile alternativo, e già lì si occupava di organizzazione e gestione del personale, soprattutto di amministrazione, ma a sua vera indole è sempre stata quella di organizzare il lavoro degli altri. In questo, Miriam era davvero una macchina infernale. Non conosceva pause, ma soprattutto non sapeva cosa fosse la parola “impossibile”. Non si sconfortava mai, e non si fermava mai davanti a nulla, e se uno degli autori dei suoi programmi le diceva “dobbiamo portare una telecamera sull’Himalaya”, ti rispondeva con il suo solito piglio autoritario “quando?”. Al resto pensava lei. Pareva avesse il mondo tra le mani. Ne sanno qualcosa i vari autori che per lei hanno lavorato per anni, e ne sanno molto di più gli inviati che chiamavano solo lei per risolvere problemi a volte davvero difficili e insormontabili. Lei era il vero terminale del programma, prima si parlava con Mirian, poi magari in seconda battuta si faceva riferimento al conduttore di turno, ma lei era il filtro obbligato per tutti. Il più irraggiungibile per tutti noi era allora Piero Vigorelli, una vera star della Televisione di quegli anni, che si portava dietro il carisma del grande inviato a Parigi dove per anni aveva lavorato per Il Messaggero, e che insieme a Walter Preci, indimenticabile autore storico della Rai, fece del programma uno dei grandi successi della TV di Stato. Lui e Miriam insieme, o meglio Miriam e Vigor insieme, un enorme boato di nevrosi e di rabbia collettiva che alla fine però produceva una montagna di ascolti record. Ne sanno qualcosa grandi registi come Giuseppe Sciacca, Paolo Cingolani, o Michele Penelope, allora solo ragazzi, e alle prime armi. Negli anni 90 Miryam Fiorellino approda in Rai, e passerà alla storia dell’Azienda di Stato per essere stata nei fatti “unico produttore esecutivo a contratto”, cosa che in realtà Miryam ha fatto per tutto il resto della sua permanenza in Rai. Il suo curriculum è ricco come una pianta di melograno in fiore. 1991, nasce “Detto tra noi”, popolarissima trasmissione del pomeriggio di Rai DUE, principe del programma Piero Vigorelli che lascia la carta stampata per questa sua prima esperienza televisiva, sarà un successo globale, indimenticabili le sue dirette, il suo modo di fare cronaca, la severità con cui raccontava fatti e tragedie di ordinaria follia quotidiana. Non c’era italiano che a quell’ora non sapesse che andava in onda “Vigor” con il suo programma e le sue interviste. Bene, al timone di quella nave che non si fermava mai, andava “a tutta dritta”, dietro le macchine da presa e nel cuore vero e strategico della trasmissione, c’è sempre lei, Miryam Fiorellino. Ottobre 1991-Aprile 1992, con Piero Vigorelli in studio arriva prima Patrizia Caselli, poi Mita Medici (1993), poi dopo Piero Vigorelli si alternano Alessandro Cecchi Paone e Piero Marrazzo (1994), e Miryam è sempre lì nella sua stanza, al suo posto di comando, non solo sempre pronta a smistare registi e inviati per mezza Italia, ma la sua stanza fungeva anche da confessionale, perché una redazione è una bolgia impazzita, dove accade davvero di tutto, e dove ad un certo punto serve che qualcuno faccia una sintesi veloce dei venti di bolina, e Miriam da grande “sacerdotessa” quale era sapeva sempre come fare per calmare animi tensioni e bollori mal sopiti. Ma il lavoro di un produttore esecutivo come lei era anche questo. Forse, era soprattutto questo. Da RAI Due Miryam passa poi a Rai Educational, sempre come produttore, e qui incomincia a occuparsi di un format di cui oggi si parla in tutto il mondo, e che risponde al nome di “La Storia siamo noi”. Nel maggio 2003 approda a RAI INTERNATIONAL dove il direttore del tempo, Massimo Magliaro, che la considerava una “punta di diamante” della rete, le affida diverse produzioni di grande successo, “Il caffè all’italiana”, “Domenica italiana”, “Sportello Italia”. Poi, infine, dal 2012 al 2018 Miryam Fiorellino finisce a ISORADIO, dove le capiterà forse di vivere anche qualche piccola amarezza, frutto anche del tempo che scorre via inesorabilmente, guai a meravigliarsene, e dove le capiterà di condurre “Onde Verdi”, un’esperienza di cui non andava fiera, ma da vecchio “capo” quale era sempre stata in passato non sapeva dire mai di no. Nessuno meglio di lei conosceva le regole del comando e del rispetto verso i superiori, in realtà quasi una scuola militare era stata tutta la sua vita. Anni e anni di duro lavoro, di grandi successi, di profonde amarezze, di immensa solitudine, ma è questo il grande barnum della televisione, che ti ubriaca ti coinvolge ti trasforma e ti sommerge, inesorabilmente, e alla fine, quando arrivi al traguardo finale neanche te ne accorgi, ma in realtà è arrivata anche per te l’ora del silenzio e degli addii. Miriam lascia definitamente la Rai nel dicembre 2018, e un anno dopo, all’età di 67 anni appena compiuti, Miryam Fiorellino lascerà anche tutti noi. E questa volta, davvero per sempre. Sarà sepolta a Città di Castello insieme al suo compagno, Livio Dalla Ragione, e accanto a Aggeo Savioli, giornalista, sceneggiatore e poeta italiano.


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