RAI condannata. Risarcita costumista precaria da 20 anni.

Accade in RAI, Servizio pubblico. Dopo 20 anni viene riconosciuta la subordinazione ad una lavoratrice costumista a partita iva. I giudici hanno condannato la RAI a ripristinare il rapporto di lavoro e a staccare un assegno di 250.000€

(Prima Pagina News)
Domenica 13 Febbraio 2022
Roma - 13 feb 2022 (Prima Pagina News)

Accade in RAI, Servizio pubblico. Dopo 20 anni viene riconosciuta la subordinazione ad una lavoratrice costumista a partita iva. I giudici hanno condannato la RAI a ripristinare il rapporto di lavoro e a staccare un assegno di 250.000€

A dare notizia è lo stesso giuslavorista che ha assistito questa dipendente Rai, l’avvocato Vincenzo Iacovino.”La lavoratrice- chiarisce l’illustre giuslavorista romano-  ha iniziato a lavorare in RAI dal 1991 con contratti di lavoro a tempo determinato, reiterati fino al 1999, che avevano ad oggetto lo svolgimento di attività lavorativa come costumista!”

Dal 1999 in poi la RAI stipula con la lavoratrice diversi contratto a partita iva che di fatto sono serviti solo a risparmiare e a nascondere o dissimilare il rapporto di lavoro di fatto subordinato che di fatto ha continuato a svolgersi sempre alle stesse condizioni come costumista nei diversi programmi televisivi.

La lavoratrice perde la causa in Tribunale, si rivolge allo studio legale Iacovino & Associati, promuove appello e ribalta la decisione. La Corte di Appello di Roma sezione lavoro qualifica il rapporto intercorso tra le parti, sin dall’ottobre 1999, quale rapporto di lavoro di natura subordinata a tempo indeterminato.La Corte – sottolinea l’avvocato Vincenzo Iacovino- riconosce la persistenza del rapporto condannando la RAI a riammettere in servizio la lavoratrice con inquadramento nel 3’ livello del CCNL con mansioni di costumista. I giudici capitolini condannano, altresì, la RAI al pagamento, in favore della lavoratrice, delle retribuzioni maturate a titolo di risarcimento del danno patito!

La lavoratrice, riammessa subito in servizio, ha dovuto affrontare un altro giudizio per l’esatta quantificazione del danno che giorni fa il Tribunale di Roma ha determinato in euro 250.000 € oltre alle spese legali sempre a carico della Rai e degli utenti!

Grande soddisfazione dello studio dell’avvocato Vincenzo Iacovino e della lavoratrice che dopo 20 anni torna al lavoro e dopo 23 anni riscuote il suo risarcimento! Ora la RAI dovrà versare anche i contributi presso gli enti competenti!

“Va detto che in RAI- dichiara l’avvocato Iacovino-  per lungo tempo la gestione dei rapporti di lavoro hanno seguito la prassi oggetto di sentenza, sia per i giornalisti che per gli altri dipendenti, omettendo così di versare centinaia di milioni di euro alle casse degli enti, dissestati, e ai lavoratori che tuttora possono rivendicare i loro diritti!C’è’ da chiedersi chi pagherà mai di persona i danni, anche erariali, provocati agli enti previdenziali e ai lavoratori così sfruttati nello svolgimento della loro attività prestata in favore del servizio pubblico radiotelevisivo finanziato dal canone pagato dagli utenti!”.


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