Usa: una persona positiva all'influenza aviaria trasmessa da bovino
Cdc: "Il paziente ha riferito un arrossamento degli occhi (compatibile con congiuntivite) come unico sintomo e si sta riprendendo".
(Prima Pagina News)
Martedì 02 Aprile 2024
Roma - 02 apr 2024 (Prima Pagina News)
Cdc: "Il paziente ha riferito un arrossamento degli occhi (compatibile con congiuntivite) come unico sintomo e si sta riprendendo".
Una persona è risultata essere positiva negli Stati Uniti al ceppo H5n1 dell'influenza aviaria trasmessa da bovini da latte. Lo hanno reso noto le autorità federali e statali del Texas in alcune note ufficiali.

Si tratta di un ceppo ad alta patogenicità. "Il paziente ha riferito un arrossamento degli occhi (compatibile con congiuntivite) come unico sintomo e si sta riprendendo", fanno sapere i Cdc (Centri per il Controllo delle Malattie Infettive).

In questi casi, il trattamento suggerito è la somministrazione del farmaco antivirale solitamente utilizzato contro l'influenza e l'isolamento per non contagiare altre persone.

E' il secondo caso registrato negli Stati Uniti. L'allarme è partito il 25 marzo, quando il virus è stato riscontrato nel latte non pastorizzato di bovini di due allevamenti in Kansas e Texas, a seguito di tamponi eseguiti in un quarto allevamento texano.

Altre positività sono state riscontrate il 29 marzo, in un altro allevamento nel Michigan. In base ad un'analisi genetica, il virus che ha attaccato i bovini è lo stesso che si è diffuso negli uccelli in tutto il mondo.

Non ci sono stati cambiamenti che l'hanno reso più adatto a diffondersi tra gli esseri umani o maggiormente resistente agli antivirali attualmente disponibili.

Secondo i Centri per il Controllo delle Malattie Infettive (Cdc), l'infezione umana "non cambia la valutazione del rischio per la salute umana dell'influenza aviaria H5N1 per il pubblico generale degli Stati Uniti, che il Cdc considera bassa". Anche il latte è ritenuto essere sicuro, "perché i prodotti vengono pastorizzati prima di entrare nel mercato".

Bisogna prestare attenzione, invece, alle "persone con esposizioni strette o prolungate e non protette a volatili infetti o altri animali (compreso il bestiame), o ad ambienti contaminati da volatili infetti o altri animali", perché, concludono i Cdc, "sono a maggior rischio di infezione".

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