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Il premier Albanese: "Sfruttate al meglio le vostre vacanze scolastiche invece di passarle a scrollare sul telefono".
Il premier Albanese: "Sfruttate al meglio le vostre vacanze scolastiche invece di passarle a scrollare sul telefono".
E' in vigore da oggi, in Australia, il divieto di utilizzo dei social media per i ragazzi al di sotto dei 16 anni d'età.
“Salve studenti, sono il primo ministro e vorrei parlarvi direttamente di una cosa molto importante – ha detto, in un video, il premier australiano, Anthony Albanese-. Dal 10 dicembre, se avete meno di 16 anni, non potrete più avere un account sui social media.
Sapete meglio di chiunque altro cosa significa crescere con algoritmi, velocità infinite e la pressione che ne può derivare. Ecco perché abbiamo preso questa decisione per sostenervi. Se avete domande, non esitate a contattarci. Parlate con i vostri genitori, i vostri insegnanti e i vostri amici. E se sentite di aver bisogno di ulteriore supporto, Headspace e Kids Helpline sono lì per aiutarti.
Soprattutto, sfruttate al meglio le prossime vacanze scolastiche invece di passarle a scrollare sul telefono. Iniziate un nuovo sport, imparate a suonare un nuovo strumento o leggete quel libro che è lì sullo scaffale da un po’. E, soprattutto, trascorrete del tempo di qualità con i vostri amici amici e la vostra famiglia. Buona estate”.
Stando all'ufficio statistico nazionale, in Australia ci sono cinque milioni di bambini di età inferiore ai 16 anni, e un milione tra i 10 e i 15 anni.
Adesso, secondo quanto riporta la Bbc, le aziende dei social media dovranno far rispettare il divieto, adottando provvedimenti per impedire ai minorenni al di sotto dei 16 anni di accedere alle loro piattaforme, anche tramite il riconoscimento facciale, il caricamento di documenti d’identità o tecnologie che stimano l'età. Nessuno di questi metodi, però, è infallibile.
Qualora ci siano delle inadempienze, le compagnie potrebbero incorrere in multe fino a 50 milioni di dollari australiani, cioè quasi 28,5 milioni di euro.
Non sono vietati le app di gioco e i chatbot con intelligenza artificiale, per cui gli adolescenti potrebbero essere ancora a rischio.