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L’ad della Stretto di Messina esclude la registrazione con riserva e punta a un via libera pieno dopo il confronto con Bruxelles su direttive Habitat e Appalti; per le varianti al contratto Eurolink, da oltre 10 miliardi, l’aggiornamento stimato è di 90 milioni, ben al di sotto della soglia del 50%.
L’ad della Stretto di Messina esclude la registrazione con riserva e punta a un via libera pieno dopo il confronto con Bruxelles su direttive Habitat e Appalti; per le varianti al contratto Eurolink, da oltre 10 miliardi, l’aggiornamento stimato è di 90 milioni, ben al di sotto della soglia del 50%.
Nessuna scorciatoia procedurale e obiettivo dichiarato di ottenere una registrazione “a formula piena” per la delibera sul Ponte sullo Stretto. Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina, esclude l’ipotesi di una registrazione con riserva da parte degli organi di controllo, definita “teoricamente possibile ma del tutto inappropriata”, e indica la strada di una nuova delibera Cipess da adottare una volta acquisita una valutazione favorevole della Commissione europea.
Il nodo centrale riguarda l’interpretazione e la corretta applicazione delle direttive europee Habitat e Appalti, sui cui profili la Corte dei Conti ha sollevato rilievi in sede di controllo. Ciucci richiama la comunicazione della Commissione del 15 settembre, che da un lato riconosce la valenza strategica dell’infrastruttura per l’Ue e dall’altro avvia un’interlocuzione tecnica sui possibili profili di illegittimità segnalati dalla magistratura contabile. A breve è atteso un incontro con i servizi tecnici di Bruxelles, insieme a MIT e MASE, per chiarire il quadro normativo e sciogliere i dubbi ancora aperti.
Sul fronte degli appalti, il tema chiave è il tetto del 50% del valore dell’iniziale corrispettivo per il Contraente generale, previsto dalle norme europee per le varianti. L’ad della Stretto di Messina precisa che, secondo le stime della società, l’ammontare delle varianti rilevanti è pari a circa 90 milioni di euro, a fronte di un valore contrattuale aggiornato affidato a Eurolink pari a 10 miliardi e 572 milioni. La maggiorazione è dunque ritenuta contenuta e, sottolinea Ciucci, determinata in misura prevalente dall’adeguamento prezzi e non dall’introduzione di nuovi lavori.
Ciucci evidenzia inoltre che le direttive europee in materia di appalti sono entrate in vigore nel 2014, successivamente all’approvazione della variante di importo più elevato, stimata oggi in oltre due miliardi a valori attualizzati 2025. Anche ipotizzando, in una sorta di “stress test”, di includere anche questa maxi-variante nel perimetro di calcolo, il rapporto complessivo rimarrebbe sotto la soglia del 50% fissata dalle regole Ue. Un elemento che la società considera decisivo per difendere la legittimità del quadro contrattuale e la continuità del rapporto con il general contractor.
Resta aperto il capitolo del parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti (ART), richiamato nei rilievi della Corte. Secondo Ciucci, in passato si è ritenuto che tale passaggio fosse necessario esclusivamente per le autostrade, mentre la viabilità sul Ponte sullo Stretto è classificata, anche in Convenzione, come strada extraurbana di tipo B e non come infrastruttura autostradale. La società annuncia comunque l’avvio “quanto prima” della procedura per richiedere formalmente il parere all’ART, così da allineare l’iter del progetto ai più recenti standard regolatori e chiudere uno dei fronti più sensibili nel confronto con i giudici contabili e con l’Unione europea.