Sigfrido Ranucci, esplosione sotto casa: Giornalisti 2.0 esprime solidarietà e chiede giustizia immediata

Il vile attentato contro il conduttore di Report scuote il mondo dell’informazione. L’associazione Giornalisti 2.0, con il presidente Maurizio Pizzuto, denuncia l’attacco alla libertà di stampa e invoca una risposta ferma dallo Stato.

di Adriano Cutonilli
Venerdì 17 Ottobre 2025
Roma - 17 ott 2025 (Prima Pagina News)

Il vile attentato contro il conduttore di Report scuote il mondo dell’informazione. L’associazione Giornalisti 2.0, con il presidente Maurizio Pizzuto, denuncia l’attacco alla libertà di stampa e invoca una risposta ferma dallo Stato.

Un ordigno esplosivo ha distrutto nella notte l’auto di Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore di Report, davanti alla sua abitazione di Campo Ascolano, nel comune di Pomezia, alle porte di Roma. L’esplosione, di forte potenza, ha danneggiato anche la vettura della figlia e avrebbe potuto causare una tragedia se qualcuno fosse passato in quel momento. Sul posto sono intervenuti carabinieri, Digos, vigili del fuoco e polizia scientifica.

La notizia ha subito suscitato un’ondata di indignazione e solidarietà nel mondo dell’informazione. Tra le prime voci a intervenire, l’associazione Giornalisti 2.0, che ha espresso in una nota ufficiale la propria vicinanza e sostegno a Ranucci, simbolo di un giornalismo libero e d’inchiesta.

“Siamo profondamente colpiti da questo gesto vile,” ha dichiarato Maurizio Pizzuto, presidente di Giornalisti 2.0. “Colpire un giornalista significa colpire il diritto dei cittadini a conoscere la verità. Ogni intimidazione verso chi racconta fatti scomodi è un attacco diretto alla democrazia. Chiediamo che lo Stato garantisca la massima protezione a Ranucci e a tutti coloro che esercitano il mestiere dell’informazione con coraggio e integrità.”

L’associazione ha ribadito l’importanza di difendere la libertà di stampa, ricordando che il lavoro dei giornalisti d’inchiesta è un pilastro fondamentale della società civile. In un clima in cui le minacce, le querele temerarie e gli atti intimidatori contro la stampa si moltiplicano, questo episodio rappresenta un grave segnale di allarme.

Le indagini sono in corso e la Procura competente ha già avviato le verifiche necessarie. Ma il messaggio che arriva dal mondo giornalistico è unanime: nessuna bomba fermerà la ricerca della verità.


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