Breaking news infrastrutture: Aeroporto di Firenze, Usb dice no alla nuova pista e chiede più sicurezza e migliori condizioni di lavoro

Dopo i disagi registrati tra Natale e i giorni successivi, il sindacato Usb rilancia la propria linea sullo scalo fiorentino: priorità a personale, mezzi e infrastrutture operative, non a un nuovo tracciato di pista.

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Domenica 28 Dicembre 2025
Roma - 28 dic 2025 (Prima Pagina News)

Dopo i disagi registrati tra Natale e i giorni successivi, il sindacato Usb rilancia la propria linea sullo scalo fiorentino: priorità a personale, mezzi e infrastrutture operative, non a un nuovo tracciato di pista.

Il dibattito sul futuro dell’aeroporto di Firenze si riaccende dopo i disservizi che hanno coinvolto passeggeri e lavoratori nel periodo natalizio. Mentre in ambito politico torna ciclicamente l’ipotesi di un ampliamento, l’Unione Sindacale di Base (Usb) sostiene che la risposta più urgente non sia una nuova pista, ma un intervento concreto sulle condizioni di lavoro e sulle dotazioni delle aerostazioni di Firenze e Pisa.

Secondo Usb, prima di impostare opere di grande impatto è necessario risolvere le criticità quotidiane che incidono su qualità del servizio e sicurezza delle operazioni. Il sindacato richiama l’attenzione su organici, turnazioni, mezzi e manutenzioni, oltre che sull’organizzazione complessiva delle attività lungo la filiera aeroportuale, dagli appalti ai servizi a terra, con ricadute dirette sulla continuità operativa.

Un nodo centrale, per Usb, è la necessità di ripristinare rapidamente un luogo stabile di confronto tra istituzioni regionali, società di gestione e rappresentanze dei lavoratori. L’obiettivo sarebbe monitorare in modo strutturato l’andamento degli scali, verificare gli impegni su sostenibilità e sviluppo, e intervenire tempestivamente sulle carenze che emergono nei picchi di traffico o in situazioni meteo-operative complesse.

Sul progetto della nuova pista, Usb invita a una valutazione attenta degli effetti sul territorio e sul modello di governance, chiedendo che le scelte infrastrutturali non siano guidate soltanto da logiche di rendimento. La richiesta, in sintesi, è di partire da ciò che è immediato e misurabile: migliori condizioni di lavoro, dotazioni adeguate e un sistema di relazioni industriali in grado di prevenire nuove criticità.


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