Martina Carbonaro, il papà: "Ho capito che Alessio l'ha uccisa quando disse 'vado a fare la doccia'"

Domani la convalida dell'arresto del 19enne. Meloni si appella alle opposizioni: "Contro i femminicidi dobbiamo fare di più, tutti insieme".

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Giovedì 29 Maggio 2025
Napoli - 29 mag 2025 (Prima Pagina News)

Domani la convalida dell'arresto del 19enne. Meloni si appella alle opposizioni: "Contro i femminicidi dobbiamo fare di più, tutti insieme".

"Alessio mi ha detto che stava andando a fare la doccia, si è buttato la zappa sui piedi: dopo l'omicidio, lui è tornato a casa, si è andato a fare la doccia, ha mangiato ed è uscito". E' quanto ha raccontato il papà di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa dall'ex Alessio Tucci, ai microfoni del programma di Rai1 "Storie Italiane".

"Si è fatto una doccia, cioè si è tolto i panni sporchi del delitto e non si sa dove siano andati a finire", ha proseguito la mamma Fiorenza.

"Lui ci ha aiutato con le ricerche, forse aveva paura di parlare. È venuto anche suo padre con me, mi diceva 'andiamo a vedere dove sta tua figlia'", ha detto ancora il papà della ragazzina. "Io avevo l'assassino di mia figlia in macchina e non lo sapevo. Quando l'ho chiamato lui mi ha detto 'ha fatto la sua strada e io la mia'. Ho chiamato anche Anna che mi ha detto che avevano litigato lui e Martina, io avevo immaginato che era lui. Mia figlia quando usciva stava sempre appresso a lui", ha raccontato.

"Quando gli ho detto che stavo andando a fare la denuncia, lui mi ha chiesto se poteva venire anche un suo amico. Ma perché lo devi portare? Mia figlia è scomparsa perché deve venire un'altra persona. E mi disse 'allora sto qua'. Poi i carabinieri l'hanno chiamato, ma io non ho capito più niente", ha spiegato.

"Alessio veniva a fare le ricerche con noi, ora che sto metabolizzando, l'arresto è avvenuto a casa mia, dovevo trovare il codice del telefono di mia figlia che vorrei sapere dove sta. Ringrazio mia figlia che è sempre stata vicino a me, quando ho perso i genitori durante il Covid. Ora che non ho più lei, non so chi mi sta dando questa forza, forse i miei angeli: mia madre, mio padre e mia figlia", ha concluso la mamma.

La donna ha anche raccontato di aver avuto un colloquio con la mamma di Alessio: "Sua mamma non mi ha minacciato, ma mi ha detto 'stai attenta ai social, qualcuno può violentare e uccidere'. Ora come ora posso dire che dovevo stare attenta al figlio. Non so se era un avvertimento, che lei forse aveva capito qualcosa e non me l'ha voluto dire", ha detto.

"Tre settimane fa - ha aggiunto - ho saputo che Alessio diede uno schiaffo a mia figlia, io avevo una cena a casa e non abbiamo potuto parlare, poi in camera mia figlia ha detto di aver sopportato tanto, pure uno schiaffo e di aver sbagliato ad accettare queste cose. Ma tutti sbagliano nella vita, basta che l'abbia ammesso. Mia figlia mi ha sempre parlato bene del fidanzato, ma oggi ho il dubbio che sia successo di più e che lei abbia taciuto. Ma a casa non è mai tornata con lividi".

"Mia figlia tramite social ha conosciuto un ragazzo con cui si sfogava, Alessio pensava l'avesse tradita", ha proseguito.

Ricordando la scomparsa di sua figlia, ha raccontato: "Quando si innervosiva lo capivo, aveva un tono un po' così. Dopo aver parlato con mia figlia alle nove, scesi con il pigiama, e arrivai vicino all'imbocco della mia traversa. Andai vicino ad un bar dietro alla pineta, tornai indietro e chiamai lui. Mi disse che era stato con nostra figlia per poco, che non si era voluta far accompagnare e se ne era andato. La mamma ha sentito tutto e ha detto che non stavano più insieme, lei aveva paura che io denunciassi il figlio. Ma noi volevamo solo sapere chi erano le ultime persone che erano state con lei, anche un'amica di mia figlia, Anna, è venuta a casa. Mia figlia era uscita con lei e per uno yogorino ora non c'è più. Lui l'ha portata qua, ho saputo che forse lei voleva scappare, aveva capito qualcosa".

Sulla vicenda è intervenuta anche la premier, Giorgia Meloni, che ha lanciato un appello alle opposizioni a "fare di più, tutti insieme" contro i femminicidi. "Alla famiglia di Martina va il mio abbraccio, pieno di dolore e vicinanza. Alla Giustizia il compito di intervenire con la massima severità. Alle Istituzioni il dovere di non voltarsi dall'altra parte.

Sono molti i provvedimenti che abbiamo approvato finora per tentare di fermare questo male, ma dobbiamo essere consapevoli che le norme non saranno mai sufficienti se non daremo vita ad una profonda svolta culturale e sociale. In questi anni dei passi in avanti sono stati fatti, ma evidentemente non basta. Dobbiamo fare di più, tutti insieme. Per Martina. Per tutte", ha scritto la premier, sui suoi profili social, dall'Uzbekistan.

E' stato, ha aggiunto Meloni, "un delitto spietato, che colpisce nel profondo ogni genitore, ogni cittadino, ogni essere umano". "Martina aveva solo 14 anni. Aveva la vita davanti, i sogni, le amicizie, la scuola. Le è stata tolta con una violenza che lascia senza fiato, uccisa brutalmente da chi diceva di volerle bene. Un delitto spietato, che colpisce nel profondo ogni genitore, ogni cittadino, ogni essere umano. La sua morte ci sconvolge. Ci impone di guardare in faccia un male profondo, che non possiamo né ignorare né normalizzare: la violenza cieca e possessiva che troppo spesso si abbatte sulle donne, anche sulle più giovani". 

E' programmata per domani, nel carcere di Poggioreale a Napoli, l'udienza per la convalida dell'arresto di Alessio Tucci, il muratore 19enne che ha confessato l'omicidio di Martina Carbonaro. La Procura di Napoli ha programmato per il 3 giugno il conferimento dell'incarico al perito per l'autopsia, che dovrebbe essere svolta quello stesso giorno.

"C'è un problema di prevenzione, di cultura, di formazione che non può essere affrontato in sede penale ma all' interno della società, delle scuole e delle agenzie educative, della famiglia, dei media con messaggi che escludano dai rapporti personali la forza della sopraffazione", ha dichiarato il procuratore generale presso la Corte d' Appello di Napoli Aldo Policastro.

"E' un tempo in cui la forza della sopraffazione sta diventando il paradigma che contraddistingue anche interventi pubblici - ha precisato - E quindi, io ritengo che a cascata sicuramente i ragazzi sono la parte più debole che percepisce questa cultura della forza che produce questi effetti. Se cambiamo il paradigma nei rapporti umani, non parlo soltanto di uomo-donna ma uomo-uomo, e diventa quello della gentilezza e del rispetto, allora possiamo pensare che inizia a cambiare il paradigma anche per i giovani".

A chi gli ha chiesto se le attuali leggi contro la violenza sulle donne bastino, Policastro ha risposto: "Io penso siano assolutamente sufficienti. Noi abbiamo una normativa molto avanzata ed efficace e una magistratura che su questo si sta impegnando al massimo: stiamo lavorando in tutti gli uffici inquirenti e giudicanti al massimo per garantire rapidità ed efficacia. Ma capiamo che non basta".


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