Ospedali, rapporto Agenas: le strutture migliori a Savigliano e Mestre

15 le strutture che hanno raggiunto un livello "alto" o "molto alto".

(Prima Pagina News)
Martedì 09 Dicembre 2025
Roma - 09 dic 2025 (Prima Pagina News)

15 le strutture che hanno raggiunto un livello "alto" o "molto alto".

Sono 15 gli ospedali italiani che, sulla base della valutazione di 6 aree cliniche su 8 prese in considerazione, l'anno scorso hanno raggiunto un livello di qualità "alto" o "molto alto". Due strutture, però, sono le migliori, tenendo conto di tutte le aree: si tratta degli ospedali di Savigliano e Mestre.

E' quanto risulta dal Piano nazionale esiti 2025, presentato stamani dall'Agenas.

Nello specifico, le 15 strutture di livello "alto"/"molto alto" sono: Ospedale Bolognini (Lombardia), 6 aree; Ospedale di Montebelluna (Veneto), 6 aree; Ospedale Bentivoglio (Emilia Romagna), 6 aree; Ospedale di Città di Castello (Umbria), 6 aree; Ospedale Maggiore di Lodi (Lombardia), 7 aree; Fondazione Poliambulanza (Lombardia), 7 aree; Ospedale Papa Giovanni XXIII (Lombardia), 7 aree; Istituto clinico Humanitas (Lombardia), 7 aree; Ospedale di Cittadella (Veneto), 7 aree; Ospedale Fidenza (Emilia Romagna), 7 aree; Pof Lotti Stabilimento di Pontedera (Toscana), 7 aree; Stabilimento Umberto I - G.M. Lancisi (Marche), 7 aree; A.O.U. Federico II di Napoli (Campania), 7 aree; Ospedale di Savigliano (Piemonte), 8 aree; Ospedale di Mestre (Veneto), 8 aree.

Le aree cliniche prese in considerazione per la valutazione sono: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare, nefrologia.

Gli ospedali sono concentrati soprattutto in Lombardia (con 5 strutture di livello alto/molto alto valutate su 6 o 7 aree), Veneto (3 strutture con 6, 7 o 8 aree promosse) ed Emilia Romagna (2 strutture con 6 e 7 aree di livello alto o molto alto), ma sono presenti nell'elenco anche Umbria, Toscana, Marche e Campania, con un ospedale per regione.

Quasi due strutture ospedaliere su 10 sono state bocciate, in base alla valutazione di criteri standard di qualità dell'assistenza. La gran parte di queste strutture si trova nel Sud Italia.

Su 1.117 strutture di ricovero valutate, 197 sono da sottoporre a revisione della qualità tramite audit. L'anno scorso erano 239: questo indica che 68 ospedali hanno superato la criticità, mentre altre 26 nuove strutture sono state riscontrate quest'anno. La gran parte degli ospedali rimandati si concentra in Campania (51) e Sicilia (43), mentre non ci sono bocciature in Valle d'Aosta, Provincia Autonoma di Trento e Umbria.

Nello specifico, le strutture rimandate per un percorso di audit con l'Agenas e il Ministero della Salute, sono: sono: 51 in Campania, 43 in Sicilia, 19 nel Lazio, 19 in Puglia, 14 in Lombardia, 11 in Calabria, 10 in Sardegna, 7 in Piemonte, 5 in Abruzzo, 5 in Basilicata, 3 in Liguria, 2 in Veneto, 2 nelle Marche, 2 in Toscana, 1 in Molise, 1 in Friuli Venezia Giulia, 1 P.A. Bolzano, 1 in Emilia Romagna, 0 in Val d'Aosta, 0 P.A. Trento, 0 in Umbria.

Nello specifico, segnala l'Agenzia, "le strutture che mostrano livelli bassi o molto bassi di aderenza agli standard di qualità sono risultate 14: si tratta di piccole realtà ospedaliere valutate su poche aree cliniche, mentre nessuna tra le strutture plurispecialistiche più grandi mostra situazioni di gravi criticità".

"Specularmente - evidenzia l'Agenas - le strutture che ottengono livelli di valutazione alti/molto alti su tutte le aree valutate sono di poco superiori al 10% di quelle complessivamente analizzate", per un totale pari a 189 strutture su 117 valutate. "In linea generale quindi - prosegue l'Agenas - pare evidenziarsi un miglioramento generalizzato nella quasi totalità delle Regioni e Provincie Autonome".

Nello specifico, l'88% degli audit segnalati è incentrato su problemi che riguardano livelli molto bassi di aderenza agli standard di qualità, mentre l'11% riguarda anomalie di codifica delle informazioni cliniche. La gran parte delle segnalazioni di criticità riguarda l'area "gravidanza e parto", con il 52,7% delle richieste di percorsi di audit, in prevalenza per bassi livelli di aderenza agli standard per la proporzione di parti cesarei, e l'area "cardiocircolatoria", con il 22,1%delle richieste totali di audit, specialmente per problemi riguardanti l'accesso tempestivo all'angioplastica.

Per l'area osteomuscolare, quasi tutte le criticità sono incentrate sulla tempestività d'intervento per i pazienti over 65 che hanno subito la frattura del collo del femore.

A livello nazionale, si riscontra un miglioramento del quadro dell'assistenza sanitaria, ma il sistema è ancora gravato da forti diseguaglianze territoriali e da un divario Nord-Sud, per esempio, sui volumi per la chirurgia oncologica complessa di pancreas e retto, sulla tempestività di accesso a procedure salvavita e sull’appropriatezza clinica in area materno-infantile.

Si registra, inoltre, un miglioramento degli esiti per le operazioni al femore negli over65 entro le 48 ore e una riduzione dei parti cesarei, ma ci sono forti differenze tra Nord e Sud.

A oggi, il Pne ha registrato un aumento degli indicatori considerati di 218 unità, di cui 189 per l'assistenza ospedaliera e 29 per l'assistenza territoriale.

Nell’edizione Pne 2025 sono state valutate, in totale, 1.117 strutture di ricovero per acuti (pubbliche e private). Il Piano "si offre quale strumento strategico per la governance sanitaria ai diversi livelli", evidenzia l'Agenas, secondo cui, nel complesso, "emerge il quadro di un sistema sanitario in grado di migliorare quando siano fissati riferimenti normativi precisi e i dispositivi di valutazione permettano di monitorare i progressi fatti, indirizzando il cambiamento verso obiettivi condivisi e misurabili".

La concentrazione dei casi difficili in centri ad alto volume è migliorata in diverse aree, tuttavia, evidenzia ancora l'Agenas, "persistono criticità".


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