A Firenze il Premio "Leonardo Da Vinci"

Si terrà a Palazzo Bastogi dal 24 ottobre al 5 novembre, nell'ambito di "Arte Firenze" 2019.

(Prima Pagina News)
Mercoledì 09 Ottobre 2019
Firenze - 09 ott 2019 (Prima Pagina News)

Si terrà a Palazzo Bastogi dal 24 ottobre al 5 novembre, nell'ambito di "Arte Firenze" 2019.

di Rosario Sprovieri 

“Prince Art” il sodalizio per l’Arte, nato dalla volontà di Armando Principe e Veronica Nicoli, è stato il coronamento di un progetto ambizioso – fissato, tracciato, sbozzato e finemente cesellato negli anni; oggi, nei fatti, è diventato un palcoscenico sempre vivo e pulsante; una ribalta con luci speciali sempre accese, un’ottima galleria itinerante, unica e prestigiosa, uno spazio fisico e mentale aperto al modo delle arti e degli artisti contemporanei Italiani e del mondo. Il “Premio Leonardo da Vinci”, nel contesto di “Arte Firenze 2019” è un’altra perla incastonata nella collana dei successi di questi talentuosi imprenditori d’arte, i più intraprendenti e, forse i più capaci, del mezzogiorno. L’occasione è davvero – ancora una volta – una efficace “ piattaforma creativa, una vera base formativa e di scambio, nonché un trampolino di lancio per giovani talenti” ( 1). Da giovedì 24 ottobre a mercoledì 5 novembre, il settecentesco Palazzo Bastogi, appartenuto alla famiglia Poniatowski e, il trecentesco Palazzo Del Pegaso – attuale sede della regione Toscana - ospiteranno Il premio dedicato al “genio per eccellenza: “Leonardo da Vinci”, nella cornice di una delle più belle città italiane: Firenze. Proprio in occasione del 500° anniversario della sua morte, le opere di artisti di spessore appositamente selezionate, saranno esposte al pubblico in un contesto di tutto rispetto. Maestri del colore, scultori capaci, artisti dell’immagine e della video-art, proprio per la straordinaria importanza dell’evento, hanno sviluppato concetti e inscenato visioni, hanno indagato nel loro pensiero attingendo alla ricchezza delle sue fonti, hanno scandagliato fra i tormenti della psiche e, da questi territori sconosciuti hanno tratto nuove figurazioni per le pagine dell’arte del nostro tempo. Nuovissime creazioni, improntate alla “sacralità, alla femminilità, alla natura, all’anatomia umana alla perfezione dell’essere umano. “Price Art” ha instaurato – da tempo - un rapporto speciale con gli artisti e, con tutta la filiera dell’arte. L’organizzazione, si è consolidata negli anni, affinandone efficienza, tempestività e forme. Tutto è oggi percepito come l’espressione più valida, snella, operativa ed efficace per un vero investimento sul proprio talento artistico, non solo per il risvolto economico, ma soprattutto per il lato culturale e manageriale. “Prince Art” è divenuta una fucina di talenti; con la sua articolazione sul territorio, frutto del costante coordinamento e del monitoraggio minuzioso e preciso, di scuole, movimenti e singoli interpreti; queste azioni hanno di fatto temprato ferreamente le maestranze del gruppo che hanno acquisito una capacità straordinaria che permette oro d‘intercettare, identificare, catalogare e proporre al mondo, gran parte delle “nuove opere”; di riconoscere bene tanti nuovi talenti, di individuare le capacità prodigiose di sbalordire e, di dare buona collocazione e visibilità ai nuovi talenti, “nell’itinera controllata dell’arte” del panorama contemporaneo. I più grandi testimonial e gli interpreti più accreditati di questo mondo dell’arte, appartengono già alla storia del sodalizio – l’elenco risulterebbe ripetitivo e forse un po’ vanitoso, per questo gli attori d’ingegno della Prince Art, non perdono occasione per ribadire che, il patrimonio più prezioso, la ricchezza più grande, è costituita dalla comunità degli artisti incontrati, amati, abbracciati e sedimentatasi nel tempo nell’alveo dell’amicizia più sincera. Ecco, dice Veronica Nicoli: “ E’ questa “comunità” il nostro respiro, l’ispirazione più limpida, la parte più ambiziosa della nostra mission; questa è la filosofia che riempie oramai i giorni della nostra vita. Prince Art, svela un universo in controtendenza, un mondo di forme e colori; ascolta, con cura l’intima confessione che affiora direttamente dall’animo umano; asseconda quel respiro cheto d’amore e, raccoglie, con tanta premura, l’invito alla meraviglia. Sappiamo che qui ci sono ancora i segni dell’inquietudine umana, le espressioni d’arte sono un sistema di segnali, un codice prezioso, un alfabeto vivo che sollecita le menti attraverso i nostri occhi; questi occhi che sono l’organo più idoneo, per accostarci alla bellezza (2) e, per riuscire a percepire l’incantesimo”. Il patrimonio più prezioso, dunque, è costituito da questi uomini e queste donne speciali, portatori di idee e di innovazioni, talenti provenienti delle Accademie, dalle Scuole d’Arte, allievi e allieve degli studi dei più grandi maestri, autodidatti e autodidatte di grande dedizione, di capacità tutte da vedere. Qui i protagonisti dell’arte strofinano e arricchiscono il proprio cervello; nelle sfumature soffuse, nelle diversità, nel mondo segreto dell’altro. Tutto, si consuma, nella delicatezza e nel rispetto della cultura, del sapere e dell’espressione e dei segni di ognuno. I poeti dell’arte, eccoli in cammino sulla terra di un campo fertile, assomigliano al contadino di Jean Francois Millet e quello di Vincent Van Gogh, lavoratori intenti nella semina, passo, passo a disperdere un “pugno di sogni” dentro ai solchi fecondi, al lato dell’ondeggiare del grano, eccoli, come fratelli, intenti a ri-piantare speranze; muti in attesa del germogliare dei fiori, a scrutare i cristalli e il luccichio delle perle di brina, prima che le gocce – di questa preziosa sorella della neve - irrorino la terra per l’avvento di una nuova primavera. 


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