Arte: la mostra "il fascino del colore"
“Il fascino del colore” è l’ultima esposizione d’arte Croata a Roma. a Cura di Svjetlana Lipanovic.
(Prima Pagina News)
Domenica 05 Giugno 2022
Roma - 05 giu 2022 (Prima Pagina News)
“Il fascino del colore” è l’ultima esposizione d’arte Croata a Roma. a Cura di Svjetlana Lipanovic.
Arte: la mostra "il fascino del colore"
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Svjetlana Lipanovic “fugaci radici del cuore”. Da tempo Svjetlana realizza progetti unici di grande spessore, il suo leitmotive costante e ricco, è la ricerca e la condivisione della comunicazione culturale, della inter-relazione storica, in favore delle affinità della tradizione e, della conoscenza di opere e pensiero dei più grandi personaggi della sua madre terra: “La Croazia”. Svolge il suo metodico lavoro in maniera prevalente a Roma - dove l’Associazione Italo -Croata annovera circa 400 soci residenti. 

 

La sede operativa del sodalizio che è collocata presso il Pontificio Collegio di San Girolamo. – La passione e il suo grande rispetto per la comunità d’origine, l’ha vista impegnata nel proporre, qui a Roma, tanta umanità della sua patria; uomini e donne di pensiero e d’azione, letterati, poeti e artisti. In questi giorni, nel salotto dell’arte dell’Urbe, in via Margutta, la Lipanovic ha portato in scena, presso la storica galleria di Augusto Consorti, due esposizioni ricche di singolari cromatismi e di grandi tecniche pittoriche, opera di due pittrici Croate: docenti nelle accademie della propria nazione.

 

 “Miranda Rako Kuzmanić e Ivana Jovanović Trostmann”, due vere maestre del colore, che hanno esposto – proprio qui, per una settimana – una parte dei quadri realizzati durante il loro ultimo periodo pittorico. Miranda Rako Kuzmanić, pittrice accademica, è nata a Split, ma vive e lavora a Dubrovnik ha portato i colori e le luci del Mediterraneo, da sempre fonte ispiratrice della sua opera pittorica. Ivana Jovanović Trostmann, pittrice accademica di Dubrovnik, ha proposto opere realizzate con oli e acrilici, tutte su tela, le visioni proposte erano impregnate da una profonda spiritualità. La pittrice è un’attenta osservatrice della natura, dove trae costantemente nuove inspirazioni per la sua arte. 

 

All’evento hanno presenziato: Mara Ferloni, Tamara Perišić, consigliera per gli affari culturali presso l'Ambasciata della Repubblica di Croazia nella Repubblica Italiana, Tea Zupičić, incaricato d'affari e Diana Mihelić, terzo segretario nell' Ambasciata della Repubblica di Croazia presso la Santa Sede, insieme a don Marko Đurin, rettore del Pontificio Coleggio Croato di San Girolamo, sono interbvenuti anche Roberto Sparaci, Nina Jandroković, Vera Jazvić, Katja Tomašević.  Durante questo mese di giugno la rivista croata «Matica» proporrà un'ampio servizio sulla mostra. 

 

Svjetlana Lipanovic ha al suo attivo numerose proposte culturali e artistiche Croate a Roma: Ivan Meštrović, scultore croato, Giorgio Baglivi, nato a Dubrovnik, archiatra dei papi nel XVII sec., Marko Marulić, padre della letteratura croata, Bartol Kašić, autore della prima grammatica croata ed altri. Nell’anno 2012 con l’Associazione Croata che presiede, ha realizzato una magnifica rassegna “Mosaico Croato” presso il Museo della Civiltà Romana all’EUR, dove sono stati rappresentati con successo i vari aspetti della cultura croata: poesia, arte, storia, musica, gastronomia, folclore.

 

 
La Lipanovic, a tutti gli effetti, è oramai una operatrice culturale della città di Roma. E’ riuscita benissimo a condurre il filo del suo discorso nella intricata e complessa attività d’arte capitolina, una bella soddisfazione, che se esaminata alla luce della storia di chi non è nato qui; è davvero un risultato che vale tantissimo. 

 La madre terra d’origine, per tutti esercita un fascino particolare, è un vero campo magnetico che continuatamente attrae e ci prende e mai conosce stanchezza. Ma sappiamo anche che, a volte – come ha scritto Sergio Endrigo – che è solo un mondo di ricordi che arricchisce la nostra anima: “guai a tornarci: sarebbe come perdere la memoria coltivata a lungo con tenerezza. Meglio ricordarla com’era la mia città, con i vecchi e i giovani abitanti fermi nella fissità del tempo, a volte allegra a volte spaventosa”. RS


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