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Crescita economica, occupazione e turismo: il nuovo piano di sviluppo sostenibile dell’aeroporto di Fiumicino promette di diventare uno dei progetti infrastrutturali più rilevanti per l’Italia da qui al 2046.
Crescita economica, occupazione e turismo: il nuovo piano di sviluppo sostenibile dell’aeroporto di Fiumicino promette di diventare uno dei progetti infrastrutturali più rilevanti per l’Italia da qui al 2046.
Il piano di sviluppo sostenibile dell’aeroporto di Fiumicino potrebbe generare fino a 70 miliardi di euro di valore aggiunto per il sistema Paese e attivare complessivamente circa 300 mila nuovi posti di lavoro in Italia. È lo scenario che emerge dall’analisi economica dedicata al masterplan del principale scalo nazionale, un progetto da 9 miliardi di euro interamente autofinanziati che punta ad accompagnare la crescita del traffico aereo e a rafforzare il ruolo di hub internazionale di Roma.
Il piano di sviluppo di Fiumicino è pensato per adeguare le infrastrutture aeroportuali a una domanda stimata di circa 100 milioni di passeggeri al 2046, anno di scadenza della concessione. L’obiettivo è duplice: da un lato aumentare la capacità e la qualità dei servizi offerti ai viaggiatori, dall’altro consolidare la competitività dell’Italia sulle grandi rotte globali, puntando su innovazione, sostenibilità ambientale e integrazione con il sistema dei trasporti nazionali.
L’analisi prende in esame tre fasi principali del progetto. La prima è la fase di costruzione, che riguarda i cantieri e le nuove opere infrastrutturali previste dal masterplan: terminal, piste, collegamenti a terra, servizi avanzati per passeggeri e compagnie aeree. Già in questo stadio iniziale l’impatto sull’occupazione è rilevante, con circa \(10\) mila posizioni lavorative attese entro il 2030 tra occupazione diretta, indiretta e indotta.
La seconda è la fase gestionale, ovvero il funzionamento dell’aeroporto una volta completati i nuovi interventi. In questo scenario l’aeroporto di Fiumicino diventa un vero e proprio motore continuo di valore aggiunto per l’economia nazionale: più voli, più collegamenti internazionali, più servizi legati alla logistica, alla manutenzione aeronautica, al retail e all’accoglienza, con ricadute positive su tutta la filiera aeroportuale e sulle imprese dell’indotto.
La terza è la cosiddetta fase catalitica, quella che guarda agli effetti di lungo periodo generati da un aeroporto più grande, moderno e connesso. In particolare, l’analisi sottolinea l’impatto della crescita dei flussi di passeggeri internazionali sul turismo, sugli scambi commerciali e sull’attrattività dell’Italia per investitori, fiere ed eventi. Proprio questa dimensione di “porta d’accesso” del Paese rende lo scalo di Fiumicino un’infrastruttura strategica per le politiche di sviluppo, soprattutto in un orizzonte che arriva fino al \(2046).
Il valore aggiunto complessivo generato nelle tre fasi, attualizzato con un tasso di sconto del (3%), viene stimato intorno ai 70 miliardi di euro, senza considerare ulteriori benefici indiretti difficilmente quantificabili ma comunque significativi. Tra questi figurano, ad esempio, gli effetti positivi sul commercio internazionale, che potrebbero tradursi in un impatto aggiuntivo sul reddito nazionale compreso – secondo le simulazioni – tra lo 0,54% e lo 0,98% del prodotto interno lordo, pari a un valore potenziale tra 10,9 e 19,6 miliardi di euro.
Altrettanto rilevante è il tema dei tempi di realizzazione. Ogni anno di ritardo nell’attuazione del piano di sviluppo di Fiumicino avrebbe, secondo le stime, un costo per il Paese quantificabile in circa 2 miliardi di euro in termini di opportunità perse, minori investimenti e mancata crescita occupazionale. Un dato che mette al centro la necessità di decisioni rapide e di una governance efficace sulle grandi opere infrastrutturali, in particolare su quelle connesse alla mobilità e al turismo internazionale.
Il progetto di sviluppo dell’aeroporto di Fiumicino si inserisce infine nel più ampio quadro della transizione ecologica del trasporto aereo. Gli interventi previsti mirano a ridurre l’impatto ambientale dello scalo attraverso nuove tecnologie, efficienza energetica, utilizzo di fonti rinnovabili e gestione più sostenibile dei flussi di passeggeri e merci. In questa prospettiva, l’infrastruttura aeroportuale non viene considerata solo come un nodo di traffico, ma come una piattaforma avanzata in grado di coniugare crescita economica, innovazione e sostenibilità.
Per Roma e per l’Italia, il masterplan di Fiumicino rappresenta dunque una scommessa strategica: trasformare il principale aeroporto nazionale in un volano strutturale per il turismo, l’export e l’occupazione, con ricadute diffuse su tutto il territorio e con un impatto misurabile in decine di miliardi di valore aggiunto nel medio-lungo periodo.