I RITRATTI DI PPN: Azzolina, la ministra surriscaldata. La scuola non e’ una pentola a pressione

Né un poligono di tiro dove ci si mette a chi la spara più grossa.

di Mario Nanni
Lunedì 04 Maggio 2020
Roma - 04 mag 2020 (Prima Pagina News)

Né un poligono di tiro dove ci si mette a chi la spara più grossa.

I RITRATTI DI PPN: Azzolina, la ministra surriscaldata. La scuola non e’ una pentola a pressione
Guarda la fotogallery

Il cognome, come diceva don Abbondio parlando del coraggio, uno non se lo può dare. Non lo può scegliere. Vale per tutti. E vale anche per l’on. Lucia Azzolina, che, non certo per colpa sua, farebbe bene a esercitare, rispetto ad altri ministri, un sovrappiù di prudenza e ponderazione prima di gettare nel panico milioni di famiglie. Per giunta con più di quattro mesi di anticipo. Eh già, perché – ci si perdonerà questo calembour - le sue esternazioni potrebbero tra l’altro provocare sconcerto, disappunto o insofferenza dei cittadini semplicemente con l’uso delle prime tre lettere del suo cognome., che in terra toscana, dove si mangiano la C, diventano ancora più colorite ed eloquenti.

Parliamo di proposte improvvisate e annunciate in tv, non passate dal Consiglio dei Ministri, non esaminate in Parlamento. Proposte che hanno raggiunto in poche ore un record: bocciate dalla opposizione, e questo potrebbe essere anche plausibile, ma stroncate anche da due partiti su tre della maggioranza. Il piddino Mauro Orfini ha chiesto ‘’scuse subito’’ e la parola più gentile che ha usato è stata ‘’ irricevibile’’.

Deputati di ‘’Italia Viva’’, il partito di Renzi, hanno protestato perché la ministra ha scavalcato il Parlamento, al quale avrebbe dovuto comunicare le sue proposte. C’è un grave problema di comunicazione da parte del Governo e dei suoi ministri. Su questo modo di fare, Conte non ha nulla da dire? Certo, egli avrebbe qualche difficoltà a rimbrottare la ministra, perché egli stesso è stato accusato di preferire più i social media che le aule parlamentari. Con una differenza, stavolta a favore di Conte: egli, rispetto alla ministra dell’Istruzione, potrebbe invocare dalla sua motivi di urgenza per annunciare le misure di volta in volta partorite per l’emergenza coronavirus.

Mentre la ministra parla di cosa potrebbe essere la scuola a settembre! Con la ministra Azzolina tuttavia bisogna essere indulgenti. C’è da capirla. Abituata, per così dire, a viaggiare su aerei di linea, si è trovata di colpo su un’astronave e non è le facile capire qual è l’orbita da seguire. E’ una delle più giovani ministre dell’Istruzione della storia d’Italia.

Il primato spetta a Maristella Gelmini, ministra a 35 anni, negli anni 2008-2011; il secondo è Riccardo Misasi, divenuto ministro della Pubblica Istruzione ( 1969-70) a 37 anni e un mese, la Azzolina, a 37 anni e cinque mesi, da gennaio 2020.

Si trova a sedere sulla stessa poltrona dove sono stati filosofi come Giovanni Gentile e Benedetto Croce, e lei che è abilitata all’insegnamento della filosofia dovrebbe saperlo, ma non sappiamo che effetto le faccia. A giudicare dai risultati, finora nessuno. Al palazzo della Minerva (anche così viene chiamato il ministero) si sono alternati uomini di cultura come Giovanni Spadolini, linguisti come Tullio de Mauro, pedagogisti come Salvatore Valitutti, politici della statura di Moro, che era anche un eminente professore.

La giovane età però può non essere una attenuante, forse una aggravante: alla professoressa Azzolina all’evidenza manca un ripasso della storia della scuola italiana per mostrare di aver appreso che le situazioni sono state sempre complesse, e vanno affrontate con il dialogo, anzitutto con le rappresentanze degli insegnanti, poi nelle aule parlamentari, e non con improvvisati annunci di soluzioni sia pure maldestramente presentate come ipotesi. Quello della ripresa scolastica è un tema immane e necessario, urgente e complesso. Non esistono soluzioni semplici.

Aver sia pure in via di ipotesi anticipato una proposta di soluzione, oltreché un’imprudenza o una mossa avventata, si è rivelato un azzardo, come hanno affermato i suoi numerosi critici, politici e persone che lavorano nella scuola. E qui viene a proposito il consiglio che il nonno di Ciriaco De Mita soleva dare: quando ci sono questioni complesse e qualcuno ti dà una soluzione semplice, diffida.

Il problema è che la proposta della Azzolina non è solo semplice ma anche pasticciata, cervellotica, inattuabile, come già si affrettano a dire gli stessi insegnanti, che hanno avuto una esperienza non certo esaltante della sperimentazione della cosiddetta Dad ( didattica a distanza) Secondo la proposta della ministra: da settembre per metà settimana andrebbe in aula mezza classe, l’altra metà nei giorni restanti; e chi sta a casa che fa? Facciamo un esempio: il professore che spiega Dante agli studenti presenti in classe, poi che fa? rispiega Dante agli studenti rimasti a casa che torneranno negli altri giorni? Oppure in contemporanea quelli che stanno a casa seguono sullo schermo la stessa lezione? Ma dove sono i mezzi tecnologici, le attrezzature per garantire tutto questo? E dov’è l’unità d’insegnamento uguale per tutti e a parità di condizione? Dove l’unità di apprendimento? ‘’Ma così è garantita la socialità’’, assicura la ministra.

Non basta, per quanto sia un valore!. Ma non è il solo. L’apprendimento è garantito? Siamo alle lezioni a macchia di leopardo? ‘’Toglietevi dalla testa che gli insegnanti debbano lavorare 16, 18, 20 ore’’ Toglietevi dalla testa!

Ma a chi si rivolge la ministra? E che cosa è questo linguaggio da caudillo? ‘’Niente doppi turni’’, tuonano a loro volta i sindacati, mettendo le mani avanti. Gli insegnanti bocciano questa proposta della Azzolina: pasticciata, irrealizzabile, assurda. Perché la ministra non scende dall’astronave e propone un piano di investimenti per la scuola? Le vie possono essere tante, basterebbe studiarne la fattibilità. Ma non ce n’ traccia.

Ciò che manca nelle esternazioni della ministra Azzolina, è l’assenza di percezione di un punto decisivo: questa emergenza potrebbe essere la grande occasione per riformare la scuola; dividere le classi, sempre numerose ( lei stessa, da parlamentare, ha presentato una proposta di legge per abolire le classi pollaio), assumere nuovi insegnanti che aspettano da anni di entrare in ruolo. Ma intanto si oppone a concorsi per titoli e stato di servizio. Con classi dimezzate, garantendo il distanziamento nelle aule e con tutte le precauzioni necessarie, l’anno scolastico potrebbe cominciare ‘’per tutti’’, senza giochi di bussolotti o uno scimmiottamento del ‘’ facite ammuina’’ in versione scolastica: quelli che son venuti lunedi martedì mercoledi vanno a scuola, giovedi venerdì e sabato vanno a casa, e viceversa. Manca una visione.

La scuola, con l’Università, è la più grande industria culturale del paese, la più grande fabbrica di cultura, un campo vasto dove si semina il futuro. Per tempi eccezionali vanno garantite risorse finanziarie eccezionali. Gli stessi insegnanti forse sarebbero pronti a lavorare anche di più ma giustamente si aspetterebbero anche di essere pagati di più.

Ma la ministra non sembra avere questo orizzonte. Ha fatto la sindacalista, ma con i sindacati pare non vada molto d’accordo, e stiamo usando un gentile eufemismo.

Dio non voglia che finisca per dare ragione a chi la esaminò al concorso per dirigente scolastico, un concorso a cui lei si presentò pur essendo deputata e membro della Commissione Istruzione della Camera. Certo, nessuna legge glielo vietava, il concorso era stato bandito nel 2017, quando non era ancora parlamentare, ma in ballo c’erano il senso dell’opportunità e un conflitto morale d’interessi.

Il presidente di quella Commissione, che le diede voti non eccelsi, dichiarò successivamente che l’on. Azzolina non era in grado di fare la ministra dell’Istruzione ( sottinteso: se non ha brillato nel concorso per dirigente che deve organizzare una scuola, come può dirigere un ministero?! Per completezza d’informazione, quel concorso poi lo vinse.

Ma l’on. Azzolina si è difesa anche dall’accusa di plagio, di aver consegnato a quel concorso una tesina, si disse, copiata da testi specialistici. Era solo una relazione, spiegò la ministra. In fondo, osserviamo celiando ma non troppo, può apparire un peccato davvero veniale, visto che copiano in molti ai concorsi e agli esami. Ma quale esempio per gli studenti!?! Siracusana e di nome Lucia come la santa protettrice della città,, la Azzolina va avanti imperterrita sulla sua strada.

A volte è anche distratta: sulla pagina del ministero, dove c’è il suo profilo, è scritto che è ‘’ nata a Siracusa, in Sicilia’’. Ma come?! C’è bisogno di specificare la regione dove si trova la città che ha dato i natali ad Archimede, la città di Dionigi, e alla cui corte furono ospitati personaggi come Eschilo, Senofonte e Platone? La sua biografia è scarna. Ah, i tempi della Navicella, che era il libro in cui deputati e senatori si scrivevano l’autobiografia e si potevano pescare a volte perle esilaranti. Per esempio, l’on. Mario Tanassi, segretario del Psdi, scrisse, in terza persona come Giulio Cesare: durante il fascismo fu costretto a lavorare ( sic!), poi gli fu fatto notare il lapsus, e corresse: durante il fascismo, per vivere, fu costretto a trovarsi un impiego ( era avvocato). Pescando nelle sintetiche note biografiche della ministra, colpisce la sua carriera fulminea fatta di incarichi ministeriali che nella cosiddetta Prima Repubblica non arrivavano prima dei 40-50 anni, salvo eccezioni. E questo è una caratteristica del movimento 5 Stelle. I fatti poi diranno se è anche un merito.

Perciò l’on. Azzolina è oggetto di invidie anche per la sua evidente fortuna. Qualche malevolo la chiama la fortunata subentrante. Eh già, perché si presentò alle elezioni del 2018 nel collegio Novara-Biella-Vercelli-Verbania e non fu eletta. Ma nella Campania i 5 stelle conquistarono più seggi del numero dei candidati, e La Azzolina fu ‘’ripescata’’ ed eletta come deputata della Campania. Anche per la sua attività in favore della scuola, come docente, sindacalista ora in rotta con i sindacati, componente della commissione Istruzione, fu nominata sottosegretaria nel governo Conte. Ma poi il ministro Fioramonti si dimise. E lei fu promossa, e subentrò diventando la titolare del Ministero di viale Trastevere.

Se è vero che le stelle stanno a guardare, questa sua personale buona stella, ministra Azzolina, non va messa troppo alla prova. Gli antichi greci avevano paura dell’invidia degli dei verso i comuni mortali fortunati. Lei farà bene a guardarsi dall’invidia degli umani, ma un po’ anche da se stessa. Da insegnante di filosofia, coltivi il dubbio ed eserciti l’umiltà e il dialogo.

Eviterà di fare brutte figure. E soprattutto non allarmerà, inutilmente e anzitempo, milioni di famiglie, studenti e insegnanti.


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

#LUCIAAZZOLINA
#scuola
PPN
Prima Pagina News

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU