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La mostra, curata da Marcello Smarrelli, sarà inaugurata sabato 2 agosto. Saranno esposte grandi tele a olio e acrilico e una selezione di sculture in ceramica per una nuova rappresentazione del corpo.
La mostra, curata da Marcello Smarrelli, sarà inaugurata sabato 2 agosto. Saranno esposte grandi tele a olio e acrilico e una selezione di sculture in ceramica per una nuova rappresentazione del corpo.
Sabato 2 agosto (dalle 19 alle 21), alla chiesa del Suffragio, inaugura “Silenzi e assalti”, mostra personale di Luigi Carboni a cura di Marcello Smarrelli, con un testo di Simone Ciglia. L’esposizione presenta una selezione di grandi tele appartenenti all’ultimo ciclo di lavori dell’artista fondato sul disegno, affiancate da una serie recente di sculture in ceramica prodotte presso la bottega Gatti di Faenza. La mostra è promossa dal Comune di Pesaro e dalla Fondazione Pescheria - Centro Arti Visive in collaborazione con Pesaro Musei.
Alla conferenza stampa erano presenti: per il Comune di Pesaro, il sindaco Andrea Biancani e Daniele Vimini vicesindaco e assessore alla Cultura; Claudio Olmeda presidente della Fondazione Pescheria - Centro Arti Visive; Marcello Smarrelli curatore della mostra e direttore artistico di Pesaro Musei; l’artista Luigi Carboni.
“Quella di Carboni, con il suo lavoro conosciuto a livello internazionale, è una mostra molto attesa per noi”: così ha aperto Daniele Vimini. “Anche perché è un omaggio a tutto quel che ci piace citare della nostra città tra dipinti e ceramiche - evocando anche il nostro rapporto privilegiato con la città di Faenza con cui ci sono molte collaborazioni attive, siamo entrambe nell’AiCC - e per il dialogo felice con le opere di Vangi che occupano il loggiato. E’ la mostra migliore che potevamo attenderci in questo momento di agosto con il Rossini Opera Festival che sta per partire”.
“Dopo i grandi eventi internazionali di Pesaro 2024, abbiamo voluto rivolgere la nostra attenzione alla città, dando centralità alla scena artistica del territorio che negli anni è stata fondamentale per costituire quell’humus straordinariamente ricco dal quale è sbocciata la Capitale italiana della cultura. Ora si torna lavorare sugli artisti di Pesaro e sul patrimonio della città, su tutte quelle figure di pesaresi che dal 900 in poi hanno costruito humus da cui è nata la Capitale. Proprio da questa scena siamo simbolicamente ripartiti per avviare il percorso che porterà Pesaro a candidarsi Capitale europea della cultura nel 2033”: queste le parole di Marcello Smarrelli. “La ‘Riviera delle muse’ - epiteto coniato negli anni '50 per indicare il grande fermento culturale che in quegli anni ha caratterizzato questa parte della dorsale adriatica - ha continuato ad essere un laboratorio creativo in cui musica, pittura, scultura e poesia, sono protagoniste assolute, con autori pesaresi di grande rilievo internazionale che lavorano e vivono in città ma anche in diverse parti del mondo, contribuendo ad accrescere il ruolo di Pesaro come città delle arti. Attraverso il programma di mostre di Pesaro Musei ci proponiamo di realizzare in maniera trasversale una sintesi di quanto prodotto dal Novecento ad oggi, nelle varie discipline afferenti alle arti visive e la mostra di Luigi Carboni persegue perfettamente questo obiettivo”.
Luigi Carboni ha illustrato la sua mostra ricordando che questa è la sua seconda volta in Pescheria dopo il 2009. Il mio lavoro ha sempre proceduto per opposti, per differenze. In questa produzione iniziata nel 2019 tempo del Covid, il corpo - nel suo continuo mutamento - è diventato fondamentale e dominante, il più delle volte sono corpi femminili. In ‘Silenzi e assalti’ utilizzo un segno nervoso che arriva dal disegno che costruisce il corpo e allo stesso tempo lo nega perché in perenne cambiamento. Il disegno, sempre visto come marginale nella storia dell’arte, qui diventa ossatura di tutto.
Claudio Olmeda ha portato i suoi saluti sottolineando il forte impatto dell’allestimento nella chiesa del Suffragio, luogo già molto suggestivo.
Le conclusioni affidate al sindaco Andrea Biancani: “Il Centro Arti Visive Pescheria si afferma, ancora una volta, uno dei luoghi dedicati all’arte contemporanea più belli e rappresentativi della città, conosciuto anche a livello nazionale e internazionale. La nuova mostra di Luigi Carboni, Silenzi e assalti, a cura di Marcello Smarrelli offre un ennesimo contributo artistico in un mese importante per Pesaro - quello di agosto - che vede in arrivo tanti turisti internazionali grazie alla programmazione del Rossini Opera Festival. La città sta continuando a investire sui luoghi della cultura: abbiamo da poco recuperato gli spazi della ex falegnameria e del piano mezzanino ai Musei Civici, contemporaneamente proseguono anche i lavori a Palazzo Mazzolari Mosca: tutti contenitori che a breve saranno impegnati con ulteriori eventi espositivi di alta qualità. Infine, un grazie a Luigi Carboni per questa meravigliosa selezione di sculture in ceramica che, da sabato, potranno essere ammirate dai visitatori”.
La pratica di Luigi Carboni sfugge alle definizioni, articolandosi in un processo non lineare che elimina gerarchie e generi, tendendo alla mescolanza. L’artista esplora il presente interagendo continuamente con il passato, privilegiando una storia dell’arte dell’intensità e dell’espressione. Carboni cammina su territori di confine aprendo un varco su una nuova rappresentazione del corpo, tra assalti e affondi che mettono a nudo i meccanismi del desiderio. Il corpo è uno strumento di seduzione che genera potere - dichiara l’artista - perché è al centro delle nostre fantasie.
Ridisegnare è la denominazione complessiva del ciclo di dipinti in mostra. Questo lavoro alle radici del disegno è dominato da una linea indissolubile che s’ingarbuglia e si annoda, in un perpetuo affermare e al contempo negare la forma. Il risultato è un vorticoso abbandono in gorghi sempre più profondi e astratti, in cui la pittura si plasma sapientemente intorno alla relazione tra la tela, il segno e il colore, lasciando emergere figure e corpi. Come un palinsesto, Ridisegnare racchiude tutte le fasi precedenti del lavoro dell’artista - scrive Simone Ciglia nel testo critico che accompagna la mostra.
In dialogo con i quadri, una grande pedana al centro dello spazio dodecagonale della chiesa del Suffragio presenta una serie di sculture in ceramica: teste smaltate al terzo o quarto fuoco e oggetti nudi sono posizionati su piedistalli laccati, monocromi o bicolori. Nella produzione ceramica, l’artista favorisce una diligente deformità, decostruendo l’immagine di partenza attraverso piegature, anse e tagli. Come accade nei dipinti, la possibilità esibita di una rappresentazione realistica viene alterata a livello percettivo in direzione di una forma astratta, tra decorazione e riflessione intimista. Riverberi fluidi e metallici alludono una dimensione erotica e sensuale in cui si annida il senso profondo di tutta la mostra. Il linguaggio di Luigi Carboni sfiora l’ossimoro, concependo la bellezza come una composizione di parti in perenne contesa tra loro; una convivenza difficile, punteggiata d’incertezze e contraddizioni, come i tempi che stiamo vivendo.