L'uomo aveva il divieto di tornare a Frosinone per 3 anni.
La moglie del dissidente kazako: "Decisione giusta". Piantedosi: "Vicino ai poliziotti condannati".
Contro gli agenti vennero scagliati pietre, bombe carta e ordigni incendiari.
L’affresco, risalente alla prima metà del Quattrocento, è stato liberato dalle ridipinture applicate tra Ottocento e Novecento.
I due sono stati condotti presso la casa circondariale di Arezzo, a disposizione della locale Procura della Repubblica che ha aperto un fascicolo d’indagine a loro carico.
Al momento è in corso l'interrogatorio del giovane.
Si ipotizza l'omicidio-suicidio. A dare l'allarme è stato il padre del bambino.
Ad allertare il 112 è stata la figlia minorenne.
"È indispensabile, e non più procrastinabile, che vengano immediatamente disposti sopralluoghi tecnici accurati, in grado di verificare l'entità dei danni, la sicurezza dei locali e la piena agibilità dell'intero piano".
Dalle perquisizioni effettuate durante l’indagine è anche emerso che il gruppo criminale aveva a disposizione armi da fuoco, che sono state sequestrate.
La vittima ha riportato vari traumi per i colpi inferti, tra cui una lesione al midollo spinale.
L'organizzazione era dedita al traffico di cocaina ed eroina.
Prosegue il lavoro delle squadre dei vigili del fuoco per la messa in sicurezza del sito interessato dal cedimento.
La donna è stata portata in ospedale in codice rosso. Sul caso indaga la Squadra Mobile.
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