Centro di recupero "La Ninna": riccio europeo a rischio estinzione

Vacchetta: "Serve un'inversione di rotta nelle politiche ambientali".

(Prima Pagina News)
Mercoledì 17 Dicembre 2025
Torino - 17 dic 2025 (Prima Pagina News)

Vacchetta: "Serve un'inversione di rotta nelle politiche ambientali".

Il riccio europeo (Erinaceus europaeus), una tra le specie animali più diffuse e longeve della Terra, sta subendo un veloce e drammatico declino numerico, tanto che è stato inserito nella Lista Rossa Iucn - International Union for Conservation of Nature - delle specie a rischio di estinzione.

E' quanto evidenzia il centro di recupero degli animali 'La Ninna'.

Una ricerca condotta negli ultimi quattro anni insieme all'Università di Torino, coordinata da Maria Teresa Capucchio del dipartimento di scienze veterinarie, ha analizzato le principali cause di morte dei ricci ricoverati.

Analizzando quasi 400 ricci deceduti, è emerso che la prima causa di decesso è di natura infettiva (tra il 50% e il 60% dei casi), a cui seguono i traumi legati ad attività antropiche come investimenti stradali e uso di decespugliatori (20-30%).

Le malattie polmonari e intestinali sono particolarmente diffuse: fino al 90% dei polmoni esaminati aveva parassiti, , spesso associati a gravi infiammazioni e infezioni batteriche, e in molti casi la polmonite parassitaria è stata l'unica causa di morte riscontrata.

La specie è a rischio, a causa dell'ambiente urbano e agricolo degradato: la perdita dell'habitat, a cui si associano pesticidi, antibiotici dispersi nell'ambiente, inquinanti chimici e batteri anche resistenti agli antibiotici non fanno altro che compromettere il sistema immunitario dei ricci, che sono più vulnerabili ad infezioni parassitarie e batteriche.

Ad aggravare ancora di più la situazione è il cambiamento climatico, che riduce la disponibilità di insetti e costringe i ricci a mangiare lumache, che sono vettori di parassiti potenzialmente mortali.

Il riccio è ritenuto una "sentinella" dello stato di salute degli ecosistemi: il suo declino è sintomo di un degrado ambientale profondo, che minaccia non soltanto la fauna, ma anche la salute umana.

"L'aumento delle temperature - evidenzia Massimo Vacchetta, veterinario e fondatore del centro "La Ninna" - sta alterando i cicli riproduttivi e il letargo, causando una mortalità elevatissima soprattutto nei cuccioli. Senza un'inversione di rotta nelle politiche ambientali, il rischio è la scomparsa del riccio dall'Europa nel giro di pochi decenni. La sopravvivenza dell'uomo è infatti legata in maniera imprescindibile alla tutela delle specie selvatiche e degli ecosistemi".


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