L’addio di Sergio Mattarella al Paese (1)

Il Messaggio di Fine Anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ripropone l’immagine e la figura di un Uomo di Stato al di sopra di tutto come pochi, che nel corso del suo settennato ha dato al Paese equilibrio istituzionale buon senso e severità di Governo. Ci mancherà come Presidente, ne siamo sicuri.

di Pino Nano
Sabato 01 Gennaio 2022
Roma - 01 gen 2022 (Prima Pagina News)

Il Messaggio di Fine Anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ripropone l’immagine e la figura di un Uomo di Stato al di sopra di tutto come pochi, che nel corso del suo settennato ha dato al Paese equilibrio istituzionale buon senso e severità di Governo. Ci mancherà come Presidente, ne siamo sicuri.

 “Care concittadine, cari concittadini- premette il Presidente-ho sempre vissuto questo tradizionale appuntamento di fine anno con molto coinvolgimento e anche con un po’ di emozione. Oggi questi sentimenti sono accresciuti dal fatto che, tra pochi giorni, come dispone la Costituzione, si concluderà il mio ruolo di Presidente”.

Per Sergio Mattarella “Sono stati sette anni impegnativi, complessi, densi di emozioni: mi tornano in mente i momenti più felici ma anche i giorni drammatici, quelli in cui sembravano prevalere le difficoltà e le sofferenze”.

Forte il richiamo a questi ultimi anni di pandemia da Covid: “Ci stringiamo ancora una volta attorno alle famiglie delle tante vittime: il loro lutto è stato, ed è, il lutto di tutta Italia. Dobbiamo ricordare, come patrimonio inestimabile di umanità, l’abnegazione dei medici, dei sanitari, dei volontari. Di chi si è impegnato per contrastare il virus. Di chi ha continuato a svolgere i suoi compiti nonostante il pericolo. I meriti di chi, fidandosi della scienza e delle istituzioni, ha adottato le precauzioni raccomandate e ha scelto di vaccinarsi: la quasi totalità degli italiani, che voglio, ancora una volta, ringraziare per la maturità e per il senso di responsabilità dimostrati”.

In queste ore in cui i contagi tornano a preoccupare e i livelli di guardia si alzano a causa delle varianti del virus - imprevedibili nelle mutevoli configurazioni - si avverte talvolta un senso di frustrazione. Non dobbiamo scoraggiarci- dice il Presidente.

Quasi scontato il riferimento ai vaccini. “I vaccini sono stati, e sono, uno strumento prezioso, non perché garantiscano l’invulnerabilità ma perché rappresentano la difesa che consente di ridurre in misura decisiva danni e rischi, per sé e per gli altri. Ricordo la sensazione di impotenza e di disperazione che respiravamo nei primi mesi della pandemia di fronte alle scene drammatiche delle vittime del virus. Alle bare trasportate dai mezzi militari. Al lungo, necessario confinamento di tutti in casa. Alle scuole, agli uffici, ai negozi chiusi. Agli ospedali al collasso.Cosa avremmo dato, in quei giorni, per avere il vaccino?”

E poi il grazie al mondo della ricerca scientifica: “La ricerca e la scienza ci hanno consegnato, molto prima di quanto si potesse sperare, questa opportunità. Sprecarla è anche un’offesa a chi non l’ha avuta e a chi non riesce oggi ad averla.I vaccini hanno salvato tante migliaia di vite, hanno ridotto di molto – ripeto - la pericolosità della malattia”.

Abbiamo anche trovato dentro di noi le risorse per reagire, per ricostruire. Questo cammino è iniziato. Sarà ancora lungo e non privo di difficoltà. Ma le condizioni economiche del Paese hanno visto un recupero oltre le aspettative e le speranze di un anno addietro. Un recupero che è stato accompagnato da una ripresa della vita sociale.

Nel corso di questi anni la nostra Italia ha vissuto e subito altre gravi sofferenze. La minaccia del terrorismo internazionale di matrice islamista, che ha dolorosamente mietuto molte vittime tra i nostri connazionali all’estero. I gravi disastri per responsabilità umane, i terremoti, le alluvioni. I caduti, militari e civili, per il dovere. I tanti morti sul lavoro. Le donne vittime di violenza.

Quando il Presidente fa riferimento alla capacità di reazione che il Paese ha avuto di frobnte alla pandemia usa toni forti e inusuali per lui: “Il volto reale di una Repubblica unita e solidale. È il patriottismo concretamente espresso nella vita della Repubblica.  E qui riconosce che avendo la Costituzione affidato al Capo dello Stato il compito di rappresentare l’unità nazionale, “Questo compito - che ho cercato di assolvere con impegno - è stato facilitato dalla coscienza del legame, essenziale in democrazia, che esiste tra istituzioni e società; e che la nostra Costituzione disegna in modo così puntuale”.(1-segue)

 


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