Lombardia: estensione campagna vaccinale anti #Covid alle aziende produttive lombarde, i distinguo del Cosips
Ramistella: "Danneggia l’intera comunità dei medici competenti, li impegna e li vincola con incarichi e responsabilità ricadenti sugli stessi".
(Prima Pagina News)
Giovedì 11 Marzo 2021
Milano - 11 mar 2021 (Prima Pagina News)
Ramistella: "Danneggia l’intera comunità dei medici competenti, li impegna e li vincola con incarichi e responsabilità ricadenti sugli stessi".
"Si apprende con meraviglia", dichiara il Segretario Nazionale dell’Area Medici Competenti di CoSi.P.S. dott. Ernesto Ramistella, "della delibera di giunta della regione Lombardia, approvata nella seduta di ieri 10 marzo 2021, con la quale viene inopinatamente stabilita la partecipazione delle aziende produttive, con sede nella stessa regione, alla campagna vaccinale anti-Covid19 prevedendo il diretto coinvolgimento dei medici competenti nelle stesse nominati".

"Pur consapevoli della necessità di arruolare tutte le forze disponibili nel contrasto all’attuale pandemia la delibera, il documento a essa allegato e il relativo “protocollo di intesa” cui si riferisce generano parecchi dubbi sul metodo seguito e per gli stessi contenuti dei provvedimenti stabiliti. Per come è strutturato, l’accordo danneggia l’intera comunità dei medici competenti perché li impegna e li vincola con incarichi e responsabilità che ricadono interamente sugli stessi e desta notevole perplessità che una singola associazione tecnico-professionale del settore come l’ANMA, a carattere scientifico e senza fini sindacali (come esplicitamente indicato nello statuto), sottoscriva un protocollo di intesa con organizzazioni datoriali che hanno ben altri scopi e finalità, arrogandosi inoltre il diritto di rappresentare l’intera categoria dei medici competenti italiani e non solo i propri iscritti o i medici aziendali della regione".

"A tale proposito questa O.S. si riserva di proporre azioni legali, con rimando a tale grave difetto di rappresentanza, anche tenuto conto che l’area MC di CoSiPS ha chiesto più volte, direttamente e attraverso i propri referenti regionali, di essere convocata a livello istituzionale per contribuire alla determinazione di percorsi praticabili per la questione trattata, dei rapporti contrattuali e delle retribuzioni e compensi per i medici competenti che dalla stessa sarebbero dovuti scaturire (di quest’ultimo importante aspetto non vi è traccia nel disciplinare fissato)".

"Si ribadisce che, fermo restando il più convinto consenso alla necessità di procedere all’immunizzazione della popolazione generale nel più breve tempo possibile, la vaccinazione anti-COVID19 rientra comunque sino a oggi tra le vaccinazioni non obbligatorie, anche per le mansioni e le categorie lavorative ritenute ad alto rischio".

"Tale atto vaccinale, inoltre, non può essere compreso nel dettato legislativo previsto dal D.Lgs. 81/08 e il diretto coinvolgimento del medico competente alle tornate vaccinali da porre in atto presso le aziende deve essere sancito previ precisi accordi e a titolo facoltativo, non essendo previsto come già detto alcun obbligo nella normativa vigente. In tale ambito, va precisato, il medico competente opera sempre in regime di Sanità Pubblica e su mandato delle locali Aziende sanitarie e Dipartimenti di Prevenzione, non essendo applicabile l’art. 279 del DL 81/08 per le attività e le aziende di carattere non sanitario".

"Resta inteso che i medici competenti che intendono assicurare il loro contributo alle tornate vaccinali dovranno essere stati già stati sottoposti a ciclo vaccinale completo per il SARS-CoV-2 e in assenza di questo requisito, per ovvi motivi, non potranno parteciparvi. Nessuna pressione, diretta o indiretta, può essere posta in tal senso ai lavoratori e al medico competente da parte delle imprese. Al riguardo ci impegniamo sin d’ora a sostenere i nostri iscritti – e tutti gli altri medici competenti che ne facessero richiesta – nel caso di risoluzioni improvvise e non motivate dei contratti stipulati per aver rappresentato, in relazione alla peculiare situazione aziendale o per altre motivate ragioni, eventuali riserve alla somministrazione delle dosi di vaccino in condizioni giudicate non ottimali".

"Nel documento allegato alla delibera, inerente ai criteri previsti per lo svolgimento delle proposte tornate vaccinali, non si fa alcuna distinzione tra grandi aziende e PMI, limitandosi solamente a indicare alcuni generici requisiti legati agli ambienti e alla presenza di dispositivi medici valutati come “adeguati”. Invece, come sottolineato dalla società scientifica di Medicina del Lavoro e da altre associazioni del settore, nelle piccole e medie imprese (che costituiscono la maggior parte del tessuto economico del nostro Paese) la somministrazione di vaccinazioni anti-Covid-19 in sede è improponibile, oltre a essere anti-economica, per l’assenza dei requisiti minimi di carattere igienico, sanitario e organizzativo di queste realtà produttive e dei servizi, spesso neanche dotate di infermerie e/o altri locali idonei per eseguire le visite ai dipendenti".

"È comunque fondamentale che il medico competente, qualora tutti gli indispensabili criteri siano soddisfatti, operi quale coordinatore di team aziendali costituiti anche da altro personale (in misura minima almeno un operatore parasanitario e un addetto amministrativo) per l’espletamento delle procedure e delle pratiche necessarie per l’esecuzione delle varie tornate. Vanno esaustivamente chiarite le regole per il rispetto della protezione dei dati personali e della privacy dei dipendenti. Inoltre non è accettabile sostenere, come determinato nel documento già citato, che “il medico competente che presiede la somministrazione vaccinale assume la responsabilità di tutto il percorso vaccinale”, sollevando in tal modo le responsabilità dell’azienda e delle ATS territoriali, in particolare per la gestione di eventuali emergenze e/o effetti avversi secondari alla somministrazione del vaccino, per le quali è indispensabile prevedere sempre la presenza di un medico esperto in medicina d’urgenza e rianimazione".

"Infine risulta evidente che i medici competenti che accetteranno volontariamente di aderire alle tornate vaccinali aziendali suddette, verificati modalità e condizioni adatte, non potranno assolvere ai compiti derivanti dalla consueta attività professionale quotidiana e, segnatamente, alla sorveglianza sanitaria periodica per cui è da prevedere un apposito dispositivo normativo che, analogamente a quanto indicato nella circolare del ministero della salute del 29 aprile 2020, consenta di differire tali adempimenti limitando l’attività alle sole prestazioni urgenti e indifferibili e cioè alle visite preventive, visite su richiesta e visite al rientro post-Covid o dopo prolungati periodi di assenza per motivi di salute".

"Questa O.S., in conclusione, dichiara la propria disponibilità a rivedere l’accordo stipulato, puntualizzando quanto esposto e meglio precisando il ruolo e il contributo del medico competente nelle prevedibili campagne vaccinali nelle aziende produttive e, nel contempo, invita i propri iscritti e tutti i colleghi della categoria a tenere conto di quanto indicato per rispondere nel modo più unitario e determinato possibile a eventuali indebite sollecitazioni che potrebbero mettere in difficoltà i singoli medici competenti".

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