Palazzo Torlonia, la storica vicenda amorosa tra il Re di Baviera Ludwig I° e la contessa Marianna Florenzi
All'asta della Finarte a Roma del 23 febbraio 2 eccezionali cristalli di Boemia dell'800, appartenuti a Ludwig I re di Baviera e da lui donati alla contessa Marianna Florenzi a suggello di una struggente e romantica storia d'amore extraconiugale durata ben 47 anni.
di Pino Nano
Giovedì 11 Febbraio 2021
Roma - 11 feb 2021 (Prima Pagina News)
All'asta della Finarte a Roma del 23 febbraio 2 eccezionali cristalli di Boemia dell'800, appartenuti a Ludwig I re di Baviera e da lui donati alla contessa Marianna Florenzi a suggello di una struggente e romantica storia d'amore extraconiugale durata ben 47 anni.
All'asta della Finarte a Roma il prossimo 23 febbraio saranno battuti 2 eccezionali cristalli di Boemia della prima metà dell'800, appartenuti a Ludwig I di Wittelsbach re di Baviera (Strasburgo 25 agosto 1786-Nizza29 febbraio 1868) e considerati pezzi da museo, che suggellarono la struggente e romantica storia d'amore extraconiugale che legò per ben 47 anni fino alla morte il monarca bavarese alla sua amata ed affascinante contessa romagnola Marianna Bacinetti (Ravenna 9 novembre 1802- Firenze 15 aprile 1870), moglie del marchese perugino Ettore Florenzi.

Un legame corredato da una vasta corrispondenza: oltre 2000 lettere scritte da lei (segretamente custodite nell'Archivio di Stato di Monaco), altre 3000 scritte da lui (ne restano solo cinque conservate nell'Archivio privato di Villa Caucci von Saucken a Perugia, mentre tutte le altre furono poi bruciate dalla bigotta nuora della marchesa Florenzi in un raptus d'inquisizione). Ludwig I è il nonno di Ludwig II, quel Ludwig che tutti conoscono e che molti ancora oggi venerano in Baviera.

Un grande sovrano, un mecenate illuminato, oscurato dall'altro Ludwig e per questo motivo necessita di una riscoperta, dalla sua vita alle sue opere. Per una singolare coincidenza questa storia ebbe inizio esattamente 200 anni fa e più precisamente proprio la sera del "sabato grasso" del 1821 quando a Palazzo Torlonia in piazza Venezia a Roma era in programma una grandiosa festa di Carnevale.

La 19enne bellissima Marianna, già madre di una bimba, non era stata invitata, ma desiderava partecipare al grande ballo. Si accompagnò quindi a sua cognata Isabella Piazza, ma fu sprezzantemente accolta dalla padrona di casa.

Ne restò così turbata da rifugiarsi in un angolo di Palazzo Torlonia quando, all'improvviso, a trarla d’impaccio, intervenne un giovane, che in un buon italiano ma con forte accento tedesco la consolò, spiegandole le regole dell’etichetta, che nessuno poteva impunemente violare. E, al momento di aprire le danze, le offrì il braccio e ballò con lei il primo valzer: un valzer che sarebbe durato tutta la vita.

Fu così che da quel colpo di fulmine nacque questo grande amore tra il re di Baviera e la contessa Marianna Bacinetti Florenzi. E una scarpetta che la contessa aveva indossato durante quel ballo galeotto fu gelosamente conservata dal re per tutta la vita come una reliquia.

Fu solo dopo la sua morte, una sera del 1868, che un fedele servitore di Ludwig I di Baviera si recò a Perugia per consegnare una confezione sigillata alla gentildonna, che, rimasta vedova nel 1832, si era risposata il 7 maggio 1836 con l’inglese Evelyn Waddington. Nel pacchetto era così scritto su un piccolo pezzo di carta: “Scarpetta della Marchesa Marianna Florenzi, ricordando il primo ballo a Palazzo Torlonia”. Fu quello l’ultimo omaggio di Ludwig I re di Baviera all’Italia.

Per un curioso segno del destino nella stessa asta della Finarte del 23 febbraio prossimo “Incanti d'Arte / Opere da un'importante collezione privata romana” saranno venduti anche tutta una serie di grandi affreschi, che decoravano proprio Palazzo Bolognetti-Torlonia prima della sua demolizione nel 1902 per far posto al Palazzo delle Assicurazioni Generali e che il re di Baviera e la contessa Florenzi avevano potuto ammirare durante la grande festa di Carnevale del 1821.

Altra curiosità: la Casa d'aste Finarte é ubicata a Roma a Palazzo Odescalchi che dista appena un centinaio di metri dal demolito Palazzo Torlonia. Ma non é finita perché la storia dei due eccezionali cristalli di Boemia che il re di Baviera Ludwig I di Wittelsbach regalò alla contessa Marianna Bacinetti Florenzi s'innesta persino con la storia della fonte dell'Acqua Acetosa a Roma nei pressi di Villa Glori fatta erigere da papa Alessandro VII su disegno di Andrea Sacchi.

Gran parte degli alberi presenti in quella foto furono fatti piantare esattamente 200 anni fa sempre nel 1821 da Ludwig I di Wittelsbach, re di Baviera, frequentatore di questo poetico luogo per ricordare l'incontro con la bellissima e molto amata Marianna Bacinetti che era, però, sposata da due anni con il marchese Ettore Florenzi di Perugia.

Ed accanto alla fonte dell'Acqua Acetosa Ludwig I fece anche erigere due sedili di pietra con due epitaffi sulla loro base su cui era critto in italiano e tedesco: "Lodovico principe ereditario di Baviera/ha fatto mettere questi seditori ed albori/MDCCCXXI". All'inizio del '900 l'Acqua Acetosa era uno dei luoghi più frequentati d'Italia, come la Torre di Pisa, non solo da coppie di fidanzati e da sposini, ma anche dai romani stessi che apprezzavano questa salutare e celebrata acqua (nella foto che si acclude si notano molti carri dei cosiddetti "acquacetosari" mentre fanno rifornimento).

Poi, perduta la vena, iniziò un lunghissimo periodo di abbandono e degrado. Finalmente circa una quindicina d'anni fa il Circolo Canottieri Aniene promosse e finanziò il suo restauro. Nacque così il 18 dicembre 2009 il Parco della Fontana dell'Acqua Acetosa. Questa invece è la documentazione dettagliata sui 2 eccezionali cristalli di Boemia della prima metà del 1800 appartenuti alla Collezione di Ludwig I re di Baviera e considerati da museo che saranno messi all'asta a Roma dalla FINARTE il 23 febbraio h. 15 lotto n. 13 e stimati da 5.000 a 8.000 euro.

Si tratta di un raro bacile con versatoio in cristallo di Boemia raffigurante cervi in un bosco, fiori ed alberi, finemente molato, prima metà secolo XIX . Altezza cm. 16,3, diametro cm. 34,3 (il bacile), altezza cm. 29,5, larghezza cm. 22 (il versatoio) La raffigurazione dei cervi e della cerva nel bosco rimanda a tematiche amorose e di corteggiamento proprie dell'iconografia germanica.

Furono donati da Ludwig I re di Baviera alla marchesa Marianna Florenzi Waddington di Perugia. Poi furono poi acquistati dalla duchessa Laetitia di Savoia Bonaparte, moglie del re di Spagna Amedeo d'Aosta, la quale, a sua volta, li donò nel 1906 alla contessa Amalia Canonica di Torino. Nel 1933 furono esposti a Roma nella Mostra di vetri artistici a Castel Sant'Angelo. Per successione ereditaria sono passati agli attuali proprietari.

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