Patto di Stabilità, Meloni: "Non possiamo dire sì a una riforma che poi non si può rispettare"
"Crediamo che un'Europa seria debba tenere in considerazione nella nuove regole della governance le strategie che si è data".
(Prima Pagina News)
Mercoledì 06 Dicembre 2023
Roma - 06 dic 2023 (Prima Pagina News)
"Crediamo che un'Europa seria debba tenere in considerazione nella nuove regole della governance le strategie che si è data".
Sta giungendo faticosamente alla fine la trattativa in corso sul Patto di Stabilità. E' quanto fanno sapere fonti vicine al dossier, precisando che, in caso di necessità, i lavori potrebbero essere prolungati, per concludersi con qualche giorno di ritardo rispetto alla scadenza originaria, fissata a venerdì.

In ogni caso, per l'Italia l'esito della trattativa resta legato indissolubilmente con le valutazioni relative al Meccanismo Europeo di Stabilità. Inoltre, Roma può sempre porre il veto sulle nuove regole, qualora continuino a basarsi su un accordo penalizzante per l'Italia.

"Non si può dire sì a una riforma del Patto che poi non si può rispettare", ha riaffermato stamani la premier, Giorgia Meloni, ai microfoni del programma di Rtl 102.5 "Non Stop News", precisando che "sono ore serrate di questa trattativa, è un momento molto delicato".

"Crediamo che un'Europa seria debba tenere in considerazione nella nuove regole della governance le strategie che si è data. Abbiamo il Pnrr, la transizione energetica, digitale: non si può non tenere conto degli investimenti che l'Europa chiede. Stiamo facendo del nostro meglio per costruire una sintesi efficace ma ragionevole", ha continuato.

"Certe critiche" al ddl per il premierato, ha aggiunto la premier, "dimostrano che non si sa che cosa dire su questa riforma, perché noi non abbiamo toccato i poteri del presidente della Repubblica. Abbiamo volutamente lasciato inalterato il valore e il ruolo del presidente della Repubblica, in questo caso di Sergio Mattarella, che è una figura che sicuramente per gli italiani rappresenta un assoluto punto riferimento".

Chi si sta opponendo alla riforma era "abituato a fare il bello e cattivo tempo facendo e disfacendo il governo nei palazzi".

"La bagarre alla Camera? Un po' sorrido, M5s, Pd ci dicono che il salario minimo è l'unica cosa che va fatta in Italia ma in dieci anni al governo non l'hanno fatta, e mi stupisce la posizione di alcuni sindacati che vanno in piazza per rivendicare il salario minimo e quando vanno a trattare i contratti collettivi accettano contratti con poco più di cinque euro all'ora come accaduto di recente con il contratto della sicurezza privata. Bisognerebbe sedere un po' coerenti", ha detto ancora Meloni, riferendosi al voto di stamani alla Camera sul salario minimo.

"Un anno tosto? Sì, è la parola più facile per raccontare un anno in cui accaduto tutto quello che poteva accadere, il segreto è un po' vivere giorno per giorno, come direbbe Rambo. cerchiamo affrontare ogni problema in modo più pragmatico e serio possibile facendo gli interessi dei cittadini italiani. Nel disastro che ci siamo trovati a gestiremo per la situazione italiana e internazionali i risultati raccontando ci un lavoro farro con serietà", ha continuato.

In merito all'accordo con l'Albania sui migranti, "il Pd ha cercato di cacciare il povero Edi Rama che è socialista dal Pse perché evidentemente aiutare l'Italia non è di sinistra".

Si tratta, ha aggiunto la premier, di un accordo "innovativo, utile e rappresentare un precedente che si può fare in molte nazioni nel pieno rispetto del diritto internazionale. Non so perché la sinistra lo contesti così", probabilmente "perché sperano che non riusciamo a risolvere il problema, cosa che noi contiamo di fare in una realtà in cui ci confrontiamo con flussi senza precedenti".

"Il centrodestra sta molto bene, è in salute. C'è un metro solo per valutare la coesione delle maggioranze: la velocità con cui i governi riescono a operare. Si vede che questo governo opera velocemente, e quando succede è perché è facile mettersi d'accordo. Accade solo in maggioranze con una visione comune. Ne ho viste altre impantanate, che non trovano sintesi su niente. A noi non accade", ha concluso Meloni.

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