Sanità da Terzo Mondo: in Calabria 80 psicologi Asp a tempo indeterminato e senza contratto di lavoro
Situazione imbarazzante e incresciosa. Caso unico in Italia, 80 professionisti sono considerati psicologi con rapporto di lavoro a dir poco anomalo ossia “a tempo indeterminato senza contratto”. Una situazione assurda. Mantengono attivi importanti servizi psicologici ancor più in tempo di Covid, e tutti fan finta di non sapere!
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Mercoledì 24 Marzo 2021
Catanzaro - 24 mar 2021 (Prima Pagina News)
Situazione imbarazzante e incresciosa. Caso unico in Italia, 80 professionisti sono considerati psicologi con rapporto di lavoro a dir poco anomalo ossia “a tempo indeterminato senza contratto”. Una situazione assurda. Mantengono attivi importanti servizi psicologici ancor più in tempo di Covid, e tutti fan finta di non sapere!
La lettera che qui segue porta la firma di tre psicologi calabresi che da anni si battono per la tutela della categoria . Sono i dottori: Fiorella Migliarese, Giovanna Molinaro e Carlo Sestito.

“Cosa accadrebbe -si chiedono- se alcuni dipendenti lavorassero in un’azienda senza avere un contratto di lavoro ?Se ciò avvenisse in un’Azienda privata si parlerebbe di lavoro “irregolare” e “sommerso”, di non rispetto di normative comunitarie-nazionali-regionali, magari anche di mobbing; si attiverebbero i Sindacati e Politici, seguiti da accertamenti di vari Organi, intervento di Procure, eventuali sanzioni per i datori di lavoro poco onesti…Ma se ciò si presentasse in un’Azienda pubblica come un’ASP, creerebbe forse sgomento ed incredulità, insieme all’idea di scarsa responsabilità da parte di qualche Dirigente che non compie il dovere di tutelare in pieno i propri dipendenti, disconoscendo magari anche l’esistenza della problematica”.

E’ il caso dei circa 80 psicologi a tempo indeterminato sottoposti nel 2008 ad un trasferimento intercompartimentale obbligatorio in piano di riordino/riduzione del personale dalla Regione Calabria con L.R. n. 9/2007 che avevano necessità di tali professionisti; anche quale atto conseguenziale, essendo già adoperati funzionalmente dagli anni ’90 nei servizi ASP sempre in qualità di Psicologi. Una vicenda conosciuta per le molte iniziative dei lavoratori presso varie Istituzioni, interrogazioni parlamentari e regionali, denunce degli Organi di stampa; ma in molti fanno ancora finta di non sapere!

Dal 2008 alcune ASP calabresi, pur essendo a tutti gli effetti giuridici datori di lavoro, non hanno ancora applicato il CCNL della Sanità specifico per personale sanitario laureato-non medico (psicologo, farmacista, biologo, chimico), né alcun tipo di contratto (nessun contratto è riportato nella busta paga né è stato mai firmato).

“Si tratta di una situazione assurda! Psicologi dipendenti dall’ASP con rapporto di lavoro a tempo pieno ed a tempo indeterminato senza le garanzie di un contratto di lavoro! Come dire, Psicologi che da anni svolgono, con serietà ed esperienza, tutti i compiti richiesti dalle ASP ma che, purtroppo, non possono accampare alcun diritto! Eppure, sono proprio questi 80 Psicologi, quasi tutte donne, che contribuiscono ai Lea, mantengono ogni giorno attivi importanti servizi psicologici del SSR ancor più nell’emergenza Covid, rivolti spesso a soggetti fragili, quali Neuropsichiatria infantile, Neuropsicologia, Psichiatria, Oncologia, CIM… ; che si fanno carico con competenza, autonomia professionale e relativa responsabilità, delle complesse problematiche psicologiche, aggravate dall’emergenza Covid, in pazienti in ricovero ordinario, day hospital, attività ambulatoriale con ricetta rossa a relativo incasso di ticket da parte dell’ASP (circa 40-70 mila Euro all’ASP /anno/psicologo), consulenze, altre attività demandate”.

Secondo la denuncia dei dottori che hanno sottoscritto questo documento, “dal 2008, inoltre, non sono stati ancora inseriti nella dotazione organica pur lavorando in posti vacanti, non gli viene certificato in modo compiuto il lavoro di psicologi effettivamente svolto; vengono discriminati professionalmente ed economicamente rispetto ad altri psicologi assunti direttamente dall’ASP pur svolgendo lo stesso identico lavoro (circa metà retribuzione, incongrua produttività, non progressione né scatti di anzianità…)“.

Ma perché succede tutto questo? “Il fatto è che Regione ed ASP – spiegano i leaders di questo movimento di protesta- non hanno avuto la capacità di governare un processo di trasferimento intercompartimentale tra due Enti con diverso Contratto di lavoro, creando confusione e disturbo; di non aver mai aperto un serio un tavolo di concertazione per come indicato dai sindacati per superare ogni criticità; cercando ogni soluzione per reinquadrare obbligatoriamente e nel modo più giusto gli Psicologi provenienti dalla Regione nello corrispondente profilo di Psicologo vigente presso le ASP, senza che vi fosse alcun pregiudizio ai lavoratori trasferiti obbligatoriamente”. Si tratta di Professionisti con una storia lavorativa ultratrentennale.

Sempre in qualità di psicologi, hanno infatti seguito tutta l’evoluzione ordinamentale/organizzativa/funzionale dei servizi socio-sanitari in Italia ed in Calabria; una carriera iniziata negli anni ’80 con l’assunzione come psicologi con selezione pubblica dai Comuni DPR 20 dicembre 1979 n. 761,mantenuti in servizio a tempo indeterminato dalla Regione con L. 57/90 ed adoperati funzionalmente da USL, USSL, ASL, ASP, in ultimo trasferimento giuridico ad ASP con L. 9/2007.

Si tratta soprattutto di psicologi che hanno scelto a suo tempo di rimanere in Calabria, credendo nella Sanità pubblica e nel servizio verso i bisogni della propria gente; il tempo passa, ma lottano ancora perché questa loro sconcertante vicenda trovi una soluzione giusta e leale, perché ritrovi ascolto in modo più approfondito in persone di buon senso e disponibili , competenti e responsabili – Dirigenti, Politici, Organi controllo e Procure, Ministeri, Commissari straordinari e Commissario ad acta... Ma a chi conviene tutto questo? Un dossier scottante e soprattutto sconcertante che rischia di deflagrare oltre i confini prettamente amministrativi e burocratici. (b.n.)

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