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"I giovani di talento potranno usufruire, ad esempio, di borse di assistenza junior o senior".
"I giovani di talento potranno usufruire, ad esempio, di borse di assistenza junior o senior".
“La precarietà è quella vissuta fino ad oggi, incentivata dagli assegni di ricerca che non riconoscono diritti e che abbiamo deciso di non prorogare più. Da gennaio, senza gli assegni di ricerca, sparisce quello che era nei fatti un ricercatore-fantasma. Ma lo sa che è l’assegnista a doversi pagare i contributi previdenziali?”.
A dirlo, in un'intervista rilasciata al quotidiano "La Stampa", è il Ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, in merito alla riforma dei contratti per i ricercatori.
“Le nuove figure contrattuali non tolgono nulla – prosegue il Ministro Bernini -, ma aggiungono opportunità. Penso al contratto retribuito per lo studente la cui attività viene valorizzata, anche economicamente. Altro che precariato! La precarietà non è legata alla varietà dei contratti, ma dalla durata eccessiva dei rapporti a termine”.
La figura del pre-ruolo, attivata dal governo guidato da Mario Draghi, “non è stata affatto accantonata, anzi. Credo che il contratto di ricerca possa avere un rilancio da questa riforma. Le università possono già applicarlo. Se non lo fanno è perchè manca il necessario accordo tra Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, e i sindacati. E’ evidente che il sistema-ricerca deve poter correre su altre gambe. E’ per questo che, in una situazione di quasi vuoto, abbiamo individuato altri contratti che questo vuoto vanno a colmare”.
Riformando i contratti di ricerca, conclude Bernini, “abbiamo pensato a possibilità diverse per situazioni diverse. Non sono strumenti sovrapponibili, ma soluzioni che tengono conto delle differenze. I giovani di talento potranno usufruire, ad esempio, di borse di assistenza junior o senior”.