Governo Meloni, Pd e 5Stelle l’opposizione liquida

“Opposizione, opposizione, opposizione”, ha twittato il segretario in uscita del Pd Enrico Letta parafrasando forse quel “Resistere, resistere, resistere” pronunciato dal procuratore generale di Milano Saverio Borrelli al tempo di Tangentopoli. Qui di seguito l’analisi dello scrittore Mimmo Nunnari.

di Mimmo Nunnari
Lunedì 31 Ottobre 2022
Roma - 31 ott 2022 (Prima Pagina News)

“Opposizione, opposizione, opposizione”, ha twittato il segretario in uscita del Pd Enrico Letta parafrasando forse quel “Resistere, resistere, resistere” pronunciato dal procuratore generale di Milano Saverio Borrelli al tempo di Tangentopoli. Qui di seguito l’analisi dello scrittore Mimmo Nunnari.

A parte il riecheggiare di un vecchio e consumato slogan che collegherebbe in maniera inappropriata magistratura inquirente e politica non si capisce quale significato e quale motivazione abbiano le promesse di opposizione “dura” a prescindere, fatte cioè alla vigilia della nascita del Governo Meloni.

Pure nei dizionari di storia si spiega che opposizione significa azione di contrasto esercitata dai partiti che professano idee contrarie a quelle del governo, e cioè, per esercitarla bisognerebbe quantomeno prima conoscere le idee del Governo e poi averne di proprie di segno contrario. Qui beffardamente è poi accaduto pure che molte idee del nuovo Governo fossero simili a quelle del Governo precedente, presieduto da Draghi, del quale il Pd e Letta sono stati i sostenitori più convinti.

Dunque, c’è un po’ di confusione sotto il cielo del Pd e non serve consolarsi ricordando il celebre motto di Confucio, da molti attribuito a Mao Tse Tung, che comunque la fece sua: “Grande è la confusione sotto il cielo, e la situazione è eccellente”. Bisognerebbe attingere - nell’opposizione - al manuale dei consigli su cosa fare quando non si sa cosa fare.

Probabilmente lo dirà il Congresso e il nuovo segretario piddino, che cosa bisognerà fare, per un partito agonizzante che scivola giù nei consensi anche dopo le elezioni.

Come stanno le cose nei democrat lo ha spiegato il politologo Gianfranco Pasquino, una delle teste più lucide della sinistra italiana, che del Pd è stato pure parlamentare: “Quando gli sguardi dei Pd si solleveranno dall’ombelico del loro malconcio partito potrebbero utilmente delineare una visione alternativa complessiva a quella tratteggiata da Giorgia Meloni nel suo discorso programmatico”.

Quali siano tuttavia le idee del Pd non è dato saperlo. Ha fatto una campagna elettorale quantomeno scompaginata sul piano dei programmi e disastrosa sul piano tattico e, almeno finora, si sono ascoltati solo slogan (Letta) e balbettii sulla scelta di Meloni di farsi chiamare “il presidente” (Serracchiani). Per le elezioni il Pd non si è alleato con partiti e movimenti con i quali ha presumibili affinità (Azione, Italia Viva, 5Stelle) e si è invece associato con formazioni politiche con le quali mai - ha premesso - avrebbe fatto un governo insieme: “Con loro [Verdi-Sinistra] c’è solo un accordo elettorale, non di governo” (ipse dixit Letta). Adesso, con i mancati compagni di coalizione, vorrebbe tardivamente fare coalizione: “L’opposizione sia unita” (Letta). Un po’ bizzarro essere stati divisi prima, quando uniti si poteva vincere, e stare insieme dopo la sconfitta.

Quella annunciata “Opposizione…opposizione…opposizione”, pure durissima, come si sottolinea, sembra un’opposizione “liquida”: qualcosa che dal punto di vista culturale segue la scia della società liquida teorizzata anni fa dal sociologo polacco Zygmunt Bauman, una società in cui nulla ha contorni ben definiti e fissati e l’incertezza domina su tutto.

Bauman indica la labilità di qualsiasi costruzione in questa nostra epoca e l’annuncio di Letta sembra rientrare in quell’idea di voler rimodellare tutto, pur mancando solide basi su cui poggiare l’azione politica. Ci troviamo di fronte al primo caso di “opposizione liquida” che è metafora nel nostro caso di incertezza, vulnerabilità.

Che cosa significa opposizione se non si ha un programma alternativo? E quali sono le idee di futuro se lo scollamento con la società ha dimensioni che appaiono incolmabili? Bisognerebbe andarsi a rileggere vecchie cronache parlamentari e vecchi manuali di politica, per comprendere il significato di opposizione.

Pur se i tempi delle contrapposizioni e dei confronti tra democristiani e comunisti, oppure fra comunisti e missini, sono lontani, quelle opposizioni restano testimonianze significative di quando i dibattiti parlamentari raggiungevano le vette dell’arte della politica, di quando l’azione di contrasto, nei confronti del Governo, veniva esercitata in senso concreto. Addirittura, si costituivano “gabinetti ombra”, per garantire eventualmente l’immediata sostituzione di un governo alternativo a quello entrato in crisi.

La concezione sociologica di opposizione liquida si attaglia bene anche per Giuseppe Conte, l’ondivago capo dei 5Stelle che meglio incarna le caratteristiche del decomporsi e ricomporsi rapidamente, in modo vacillante e incerto, fluido e volatile. Facciamo un esempio: quando, dopo aver ascoltato il programma della presidente Meloni, Conte interviene e si pone questo interrogativo: “Lei ci ha restituito la rivendicata continuità col Governo Draghi”, che vuol dire? Uno, fa una critica a posteriori al Governo Draghi che pure ha sostenuto quasi fino all’ultimo e due, fa un complimento a sua insaputa al Governo Meloni che sembra aver adottato l’agenda Draghi, sulla quale il Pd aveva puntato per la sua campagna elettorale. Grande è la confusione sotto il cielo dell’opposizione e la situazione non è eccellente, checché ne dicano Confucio e Mao.

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