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Maurizio Landini è l’ultimo dei Segretari Generali della Cgil ed era evidente che nessuno lo riteneva adeguato all’importante ruolo.
Maurizio Landini è l’ultimo dei Segretari Generali della Cgil ed era evidente che nessuno lo riteneva adeguato all’importante ruolo.
Il titolo di studio di cui Landini risulta in possesso è la “licenza media inferiore”; terza media, insomma. Certo, esistono anche le eccezioni, a meno che non si voglia affermare che la terza media di Landini sia pari ad una laurea; ma Landini era già conosciuto attraverso i suoi interventi per i sette anni trascorsi alla Fiom.
Difficile immaginare che dopo essere stato al vertice della Fiom - Federazione Impiegati Operai Metallurgici - dal 2010 al 2017, Maurizio Landini avrebbe occupato anche la “poltrona” di Segretario Generale del più grande e antico sindacato italiano. La Cgil, infatti, era stata già guidata da Luciano Lama (Laurea in scienze sociali all’università di Firenze con il prof. Pietro Calamandrei), Bruno Trentin (Laurea in giurisprudenza all’Università di Padova, con studi anche all’università di Harvard), Sergio Cofferati (Diploma di perito industriale, sindaco di Bologna ed europarlamentare), Guglielmo Epifani (Laurea in filosofia all’università di Roma “La Sapienza”, con una “tesi su una grande figura del socialismo” russo-italiano: Anna Kuliscioff), Susanna Camusso (Diploma di liceo scientifico con studi, non completati, per la laurea in archeologia, ma fu anche dirigente locale della Fiom).
Coloro che ricordano l’attività dei Segretari Generali della Cgil non ignorano le lotte vere e il confronto con Governi e classe politica sui temi specifici del lavoro. Erano anni in cui i sindacati, Cgil in particolare, godevano di forte e specifico potere contrattuale. Chi non ricorda l’autorevolezza di Luciano Lama mentre partecipava alle tribune televisive esibendo concetti forbiti e convincenti? Chi non ricorda l’aplomb, la sicurezza e disinvoltura - ricco anche di studi filosofici - con cui Guglielmo Epifani si confrontava con gli esponenti del Governo italiano? Stesso dicasi per Bruno Trentin, che difendeva i lavoratori con argomenti verso i quali la classe politica prestava ascolto. Anche Sergio Cofferati e Susanna Camusso, provenienti da cultura e lunga formazione all’interno del sindacato, con il loro “pesante” diploma del tempo erano capaci di esprimersi a favore della classe lavoratrice con proposte ascoltate e risultati concreti.
Maurizio Landini è l’ultimo dei Segretari Generali della Cgil ed era evidente che nessuno lo riteneva adeguato all’importante ruolo. Il titolo di studio di cui Landini risulta in possesso è la “licenza media inferiore”; terza media, insomma. Certo, esistono anche le eccezioni, a meno che non si voglia affermare che la terza media di Landini sia pari ad una laurea; ma Landini era già conosciuto attraverso i suoi interventi per i sette anni trascorsi alla Fiom. Personalmente lo ricordo quando lavorava in un’azienda metalmeccanica come apprendista saldatore, confermato anche nella sua biografia in Wikipedia. Credevo che una volta raggiunta la segreteria generale della FIOM, occupata per oltre sette anni, la sua carriera “politica” si sarebbe fermata; ritornano infatti alla mente i discorsi dal semplice contenuto e dal basico linguaggio, per nulla utili alla causa dei lavoratori che Landini aveva rappresentato fino a quel momento; per nulla paragonabili alla preparazione culturale dei suoi predecessori alla guida della Cgil.
Cosa ci si poteva aspettare da un Segretario Generale della Cgil in possesso di licenza media? Basta ascoltarlo cosa dice e come elabora i concetti che egli esprime, anzi non esprime concetti e non elabora, tranne pronunciare slogan e frasi ad inutile effetto, anche privi di senso. Maurizio Landini, soprattutto, esprime parole e concetti di cui a volte non conosce il significato, né il valore. E’ il caso della più volte citata “rivolta sociale” che Landini - forse su utile suggerimento - ha dovuto correggere. Ma egli insiste a modo suo sulla necessità della “rivolta sociale” e non sa come “rivolta” sia sinonimo di “rivoluzione”. A questo punto, per lui sarebbe necessario consultare un buon dizionario di sociologia. Strano che chi di dovere non si sia occupato nel chiarire ufficialmente l’idea di “rivolta sociale” quando Landini la esprime in occasione degli scioperi dichiarati. Tuttavia, caso ancora più eclatante e grave è aver definito la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla stregua di una “cortigiana”. Anche in questa occasione, risulta incomprensibile che chi di dovere non abbia voluto chiarire. Pesi e misure diverse? Landini ha avuto la possibilità di correggersi - ma arrampicandosi sugli specchi - solo per merito del giornalista che in diretta gli aveva fatto notare la gravità dell’intervento. Se il conduttore televisivo non avesse reagito, la locuzione “cortigiana” rivolta a Giorgia Meloni sarebbe rimasta scolpita come sulla roccia. Tuttavia, a nulla sono valse le parole giustificative e la difesa di Elly Schlein, Laura Boldrini, Rosaria Bindi.
Insomma, parole e concetti di Landini - spesso pronunciati a vuoto - che esulano dalla sua attività di responsabile del più grande sindacato italiano, per ridursi a mera politica di basso livello e priva di ragionamento. Non a caso, dopo la Cisl - che negli ultimi anni ha preso le distanze dall’attività del “sindacalista” Landini - la Uil si è appena allontanata dalle lotte comuni contro il Governo di Giorgia Meloni; segno che anche Pierpaolo Bombardieri ha capito che il sindacalismo di Landini altro non è che perseguire obiettivi politici non finalizzati ai lavoratori. Verità è che, così come ho qui dimostrato, al termine della sua segreteria generale alla Cgil, anche Maurizio Landini - come Lama, Epifani, Trentin, Cofferati e Camusso - sarà deputato o senatore della Repubblica Italiana, indipendentemente dal possedere o meno una “licenza media inferiore”. Altro che “amichettismo”, questa prassi è logica istituzionale. Pertanto, nella certezza che Landini farà comunque la sua carriera alle prossime elezioni politiche come deputato o senatore, sarebbe auspicabile che in questi anni egli si dedicasse realmente agli interessi dei suoi iscritti come Pierpaolo Bombardieri della Uil e la Segretaria Generale della Cisl Daniela Fumarola.
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