Grazie Cardinale Parolin, la sua presenza in Calabria è luce di speranza

di Gregorio Corigliano Un’occasione irripetibile. Di quelle che capitano una volta sola nella vita: l’incontro, a tu per tu, con il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della città del Vaticano.

(Prima Pagina News)
Sabato 29 Giugno 2019
Gioia Tauro (Rc) - 29 giu 2019 (Prima Pagina News)

di Gregorio Corigliano Un’occasione irripetibile. Di quelle che capitano una volta sola nella vita: l’incontro, a tu per tu, con il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della città del Vaticano.

di Gregorio Corigliano

Ero a Gioia Tauro a far compagnia al collega Agostino Pantano che seguiva lo straordinario evento per la televisione (La C) per la quale lavora. Una marea di persone e di fedeli. Un cordone di polizia e carabinieri indescrivibile. Vedo da lontano il cardinale. Non posso perdermi questa occasione, mi dico. Sfodero le armi acquisite in tanti tantissimi anni di professione e in men che non si dica mi ritrovo accanto al Cardinale. Tanti i tentativi di allontanarmi. “Che fa, non si può, non si può, vada indietro. Non può passare. Non ascolto, mi muovo, tra una scusa e l’altra. Ed eccomi sul sagrato della Chiesa parrocchiale di Gioia Tauro. Parolin è distante una ventina di metri. Lo aspetto. La spinta di un sacerdote mi fa precipitare indietro, non per cattiveria ma perché “non si può disturbare il Vicario del Papa”. Non ascolto, non mi muovo. Incontro don Salvatore Giovinazzo, parroco a Cittanova, mio concittadino. Anche lui tenta di fermarmi. Gli porgo il mio telefonino:” Salvatore lo sai usare?fammi una foto con Parolin! “In men che non si dica, Parolin arriva, mi genufletto di fronte a Lui. Gli bacio l’anello. Gli parlo, addirittura. Accetta di buon grado il mio saluto a nome dell’Ucsi, l’Unione stampa cattolica di cui sono fieramente socio. Grazie, fratello, mi dice. Mi emoziono. Mi mette una mano sulla spalla. Entra in Chiesa, lo seguo, dopo essermi fatto restituire lo smart-phone. Tento di darlo a Ketty Galati, altra collega. Lei non lo vuole. “Tanto ti ho già fatto la foto”, mi dice. Commosso, rimango fino alla fine. Dietro di me Agostino, riesce a porgere il microfono al segretario di Stato Vaticano. Ed è in quei momenti che mi viene raccontato quanto Parolin ha pronunziato nella Sua omelia, a conclusione del Congresso Eucaristico della Diocesi di Oppido-Palmi, diretta da mons. Francesco Milito. “Siamo consapevoli dei problemi e delle difficoltà economiche e sociali di questa terra, aveva detto l’Alto prelato. Conosciamo il fenomeno delle attività criminose e le preoccupanti forme di omertà e di corruzione che esso genera!” Naturalmente, a parere di Pietro Parolin, tutto ciò è la negazione del Messaggio del mistero dell’Eucarestia. “Ci sono motivi di speranza perché questa terra scopra lo sviluppo agricolo, industriale, turistico e commerciale. Occorre infondere fiducia nelle nuove generazioni. È un compito che come Chiesa non possiamo eludere! Sarà la nostra missione in questa terra”” Così ha concluso il Segretario di Stato Vaticano, ricordando come Papa Francesco conosca queste preoccupazioni e come la Calabria sia nelle preghiere del Papa, di cui reca la vicinanza spirituale, a Gioia Tauro, alla Piana, alla Calabria intera.


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