Iran, Venezia: il Consiglio Comunale al flash mob per il rispetto dei diritti umani
Sulle note della canzone simbolo della rivolta, tradotta in iraniano, che riprende le parole “Lottiamo per una vita normale”, cinque giovani hanno sfilato in cerchio tenendo in mano un patibolo di legno con cappio.
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Giovedì 02 Febbraio 2023
Venezia - 02 feb 2023 (Prima Pagina News)
Sulle note della canzone simbolo della rivolta, tradotta in iraniano, che riprende le parole “Lottiamo per una vita normale”, cinque giovani hanno sfilato in cerchio tenendo in mano un patibolo di legno con cappio.
Il Consiglio comunale di Venezia ha testimoniato questa mattina il proprio sostegno al popolo iraniano e in particolare alle donne e ai giovani in lotta per rivendicare il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

I consiglieri comunali hanno infatti deciso di partecipare uniti al flash mob promosso, prima in Campo Manin e poi di fronte a Ca’ Farsetti, dall’associazione ‘Donna Vita Libertà’ e dall’associazione democratica degli iraniani.

Sulle note della canzone simbolo della rivolta, tradotta in iraniano, che riprende le parole “Lottiamo per una vita normale”, cinque giovani, con il viso coperto da una maschera raffigurante il volto degli altrettanti ragazzi uccisi negli ultimi giorni dal regime dittatoriale, hanno sfilato in cerchio tenendo in mano un patibolo di legno con cappio.

“E’ talmente crudele il dramma che sta vivendo il nostro Paese ha dichiarato Jalal Saraji, in rappresentanza del comitato promotore del flash mob - che il pianto si trasforma in rabbia e la rabbia in rivolta con l’aiuto del mondo intero. Dal giorno in cui è stata uccisa la giovane Mahsa Amini il regime iraniano ha arrestato circa 20.000 persone, assassinato 500 manifestanti, di cui 70 minorenni e mandato sul patibolo giovani di età compresa tra i 20 e i 23 anni.

Echeggiano ancora le parole di Mohammad Mehdi Karim, 20enne impiccato per mano del regime teocratico, il quale chiedeva al padre: ‘Papà, hanno proclamato la sentenza. La mia è la pena di morte. Alla mamma non dire niente’. Sono parole di un ragazzo la cui ‘unica colpa’ è stata quella di scendere in piazza per rivendicare, a mani nude, il rispetto dei più basilari diritti umani che devono essere patrimonio di tutti.

Di fronte a queste barbarie la coscienza di ogni essere libero non può rimanere indifferente e non possiamo rimanere in silenzio”.

E’ stato quindi rivolto un appello ai governanti di tutto il mondo affinché venga portata avanti un’opposizione forte al regime dittatoriale per far cessare le violazioni e riaffermare libertà e democrazia.

“Da solo questo popolo non riuscirà a vincere – ha aggiunto Jalal Saraji - abbiamo bisogno dell’aituo di tutto il mondo democratico: questa è la nostra rivoluzione femminile e culturale, la più importante dopo quella francese e d’Ottobre. “Il Consiglio comunale di Venezia – ha spiegato la presidente Ermelinda Damiano, dando voce a tutti i consiglieri comunali – ha voluto esprimere la propria solidarietà e appoggio alla lotta per la libertà e democrazia del popolo iraniano contro la violenza del regime teocratico che in 43 anni dalla sua salita al potere, ha negato e nega le libertà fondamentali e il rispetto dei diritti civili alla popolazione ed in particolar modo alle donne.

Il nostro appoggio è solo una goccia, ma non possiamo rimanere indifferenti, non possiamo voltarci dall’altra parte. Se si dovesse arrivare ad un vero cambiamento della situazione in Iran credo che sarebbe una grande conquista per tutte le donne del mondo e per tutti quei Paesi in cui ancora si assiste alla violazione dei diritti umani.

Da Venezia parte una ferma condanna a quanto sta succedendo. Venezia, crocevia di popoli e di culture, città del dialogo e dell’accoglienza, continua ad onorare questa storia”.

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