Migranti, l’umanità e il pianto infinito della gente di Calabria
La tragedia di Cutro, i morti in mare, l’arrivo di Mattarella, i silenzi di queste ultime ore, come va letta questa pagina amara della vita e della storia del Paese? Abbiamo chiesto un’analisi a Mimmo Nunnari, meridionalista e scrittore che del Mediterraneo è stato per lunghi anni cantore e romanziere ineguagliabile.
di Mimmo Nunnari
Venerdì 03 Marzo 2023
Roma - 03 mar 2023 (Prima Pagina News)
La tragedia di Cutro, i morti in mare, l’arrivo di Mattarella, i silenzi di queste ultime ore, come va letta questa pagina amara della vita e della storia del Paese? Abbiamo chiesto un’analisi a Mimmo Nunnari, meridionalista e scrittore che del Mediterraneo è stato per lunghi anni cantore e romanziere ineguagliabile.

Da una parte il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi passato dall’ infelice espressione “carico residuale” all'insensata frase “non dovevano partire” e a quell’indegna “colpa di genitori irresponsabili”, e dall’altra parte il parroco di Botricello, don Rosario Morrone, che di fronte a quello strazio davanti allo Jonio crotonese ha gridato come fosse sul pulpito a predicare il Vangelo: “Non dobbiamo arrivare solo dopo la morte e dare solo benedizioni”, e poi, ancora, quel fiume di umanità di soccorritori, forze dell’ordine, medici, sindaci, cittadini comuni, ragazzi dal cuore d’oro, tutti in prima linea, con le lacrime sulle guance, a prestare soccorso.

In mezzo a questo racconto tragico di un naufragio annunciato, e al lessico gelido e burocratico del ministro, ci sono le parole amarissime di un soccorritore di lungo corso, Orlando Amodeo, già medico della Polizia di Stato: “Quei migranti potevano essere salvati”.

Sono parole vuote e tristi, quelle del ministro, mentre le altre (con l’azione) trasmettono il messaggio del cuore, che è quello che cambia il mondo.  Le parole del ministro non sono parole confacenti ad un uomo di Governo, che proprio per il ruolo che svolge dovrebbe fare attenzione, a che non ci sia disgiunzione tra le cose dette e la realtà o la verità. 

Bisognerebbe ricordare che quello che esce dalla nostra bocca ha un valore e anche conseguenze; che le parole hanno il potere di distruggere e di creare, e che - come diceva Pitagora, che guarda caso stava a Crotone - a volte il silenzio è meglio di tante parole insignificanti. Dovrebbe saperlo un rappresentante dello Stato che qualcuno - sbagliando - ha tacciato di usare un linguaggio da questurino. No, quello è il linguaggio del ministro dell’Interno pro-tempore, che ha nome e cognome, Matteo Piantedosi.

Le persone che entrano in polizia (soprattutto ragazzi meridionali) dentano questurini perché vogliono fare del mondo un posto migliore lottando contro il male. Quindi lasciamo stare questi paragoni assurdi e offensivi verso tanti seri servitori dello Stato. Restiamo all’uso della parole, che sono di chi le pronuncia. 

Si dice che le parole attivino i nostri neuroni, ma non sempre questo accade, sia detto senza riferimenti specifici, e senza offesa per nessuno. 
Francamente le parole dell’ex prefetto entrato nella stanza dei bottoni del Viminale da tecnico gradito dalla Lega di Salvini lascerebbero il tempo che trovano, se non fossero state dette in quel contesto di dolore di Steccato di Cutro, con ancora le impressionanti immagini di cadaverini e di corpi ancora in mare, sbattuti dalle onde, vittime di un destino crudele. C’erano tra le onde i cadaveri di tanti genitori, quelli definiti dal ministro Piantedosi “colpevoli” o “genitori irresponsabili”.

Ancora galleggiavano le spoglie mortali ovunque e i soccorritori salvavano uomini che sostenevano in alto, sopra le onde, un bimbo purtroppo morto, offerto, con quel gesto, come un sacrificio al Cielo, quando l’uomo di Stato ha fatto una sorta di morale ai naufraghi: “Io non partirei se fossi disperato, perché sono stato educato alla responsabilità di non chiedermi cosa devo chiedere io al luogo in cui vivo, ma cosa posso fare io per il Paese in cui vivo per il riscatto dello stesso”.

 Detto in Calabria - da dove sono partiti due milioni di uomini e donne disperati, in cerca di pane nel mondo -, detto nella meravigliosa e umanissima Calabria, che mai si tira indietro in situazioni come quella di Cutro, facendo emergere il “meglio”, anzi il “normale, di sé, fa un po’ ridere. Ridere, non piangere, perché il pianto lo lasciamo alla tragedia immane di Cutro e a tutte le altre che nella “madre” Mediterraneo ci sono state.

Dall’altra parte, dal lato opposto delle parole del ministro, ci sono le parole di pietà, commozione e condivisione del dolore di volontari e soccorritori, che non bisognerebbe mai smettere di ringraziare, di baciare loro mani e piedi, e ci sono le parole degli uomini della Chiesa. 

Don Rosario Morrone, prete di Botricello, è stato tra i primi a recarsi sulla costa dove il mare ha restituito i corpi dei naufraghi: “Erano davanti a me, i miei fratelli. Morti... Non ho visto il loro volto, Quando sono arrivato erano tutti nei bustoni bianchi. Mi sono detto: qui ci sono esseri umani. C’era una bimba di 9 anni in una busta, un altro piccoletto, sempre in una busta… Avevano i volti nostri, dei nostri bambini, dei bambini che frequentano il catechismo in parrocchia. Sono esseri umani, come me, come te!”.

Poi ci sono ancora le parole, “l’urlo”, dei vescovi calabresi, con a capo monsignor Fortunato Morrone, vescovo metropolita di Reggio: “A Cutro un naufragio di umanità”. E poi registriamo l’indignazione del vicepresidente della Cei Francesco Savino, che è vescovo di Cassano allo Jonio: “
È l’ora di svegliare le coscienze. È l’ora della profezia. È l’ora della politica, di politiche alte e altre. Diciamo di no a certi decreti governativi che di fatto ci mettono nella condizione di registrare sempre queste sciagure in mare”.  

Parole dure, forti, consapevoli, che partono dalla bocca di chi si nutre di Vangelo e lo predica, chiamando ogni giorno all’esistenza il nulla della nostra pochezza. 


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

Cutro
editoriale
migranti
Mimmo Nunnari
PPN
Prima Pagina News

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU