#Conte torna in tv a reti unificate ma il Paese non gli crede più, solito ritornello, solite promesse, tante bugie

I sondaggi più accreditati ci dicono che gli italiani hanno perso la fiducia del proprio premier Giuseppe Conte, che però continua a illudersi che la magia della televisione possa riappacificarlo con un Paese stanco delle solite promesse inutili e irrealizzabili.

di Maurizio Pizzuto
Giovedì 04 Giugno 2020
Roma - 04 giu 2020 (Prima Pagina News)

I sondaggi più accreditati ci dicono che gli italiani hanno perso la fiducia del proprio premier Giuseppe Conte, che però continua a illudersi che la magia della televisione possa riappacificarlo con un Paese stanco delle solite promesse inutili e irrealizzabili.

Il Presidente Conte torna in televisione, dunque, per ricordarci forse che “Dio esiste”, ma anche per ricordarci i punti chiave della sua mission politica. “Dobbiamo puntare -dice il Premier- su un grande investimento per il diritto allo studio e per l'innovazione dell'offerta formativa, affinché l'Italia sia tra i primi posti in Europa per giovani con titoli di studio universitario.

Questi interventi vanno collegati a un grande piano di ricerca pubblico/privato sulle sfide del futuro: tecnologie digitali, transizione ecologica, medicina personalizzata, inclusione e benessere sociale, per rilanciare la competitività del nostro sistema economico-sociale e creare nuova impresa con start up e spin-off”. Ma che cosa si è fatto in realtà fino ad oggi? Nulla. Nulla di nulla.

“È necessario -aggiunge ancora il premier- abbreviare i tempi della giustizia penale e della giustizia civile. Il Codice civile è stato varato nel 1942 e ha attraversato tutti questi anni senza una riforma organica.

Tutti e tre questi progetti di riforma sono ora in Parlamento. Invito i gruppi parlamentari a confrontarsi con la massima speditezza. Possiamo migliorare il diritto societario introducendo modelli di governance più snelli ed efficienti, che potranno rendere più competitivo il nostro ordinamento giuridico e potranno attirare più facilmente investitori italiani ed esteri”.

Ma cosa si è fatto fino ad ora? Nulla. Nulla di Nulla.

“Introdurremo una seria riforma fiscale- assicura ancora il premier- Non possiamo più permetterci un fisco iniquo e inefficiente.

L'attuale disciplina fiscale è un dedalo inestricabile. Sono cinquant'anni che non si interviene più con una riforma organica, ma ci si affida a interventi che operano sovrapposizioni e stratificazioni. Dobbiamo avere il coraggio di riordinare il sistema delle deduzioni e delle detrazioni: l'equità e la progressività del sistema tributario passano anche da questo intervento.

Dobbiamo fare pulizia, distinguendo i debiti recuperabili da quelli che non lo sono e rendere più trasparente la giustizia tributaria. Queste azioni costituiranno la struttura portante del nostro Recovery plan”.

Ma cosa si è fatto fino ad ora? Nulla. Nulla di nulla.

Il sospetto è che il premier Conte non avendo nulla di concreto in mano, non faccia altro che dire bugie agli italiani, che in una prima fase gli hanno creduto, ma che da un mese a questa parte – ce lo dicono i sondaggi- non gli credono più.

Ma per quanto sarà ancora possibile andare avanti con questo sistema? Non crediamo ancora per molto.

Il Paese ha bisogno di garanzie certe che il premier Conte, con tutte le sue esternazioni pubbliche e a reti unificate, non è più in grado di assicurare.


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