Crisi di Governo, Conte alle corde, tutti contro Renzi, ma è lui il vero mattatore della crisi
Per il vecchio notista politica della Rai Gregorio Corigliano i grandi giornali continuano a trattare Matteo Renzi come un parvenu della politica, ignorando però la portata storia della crisi che Renzi ha fortemente voluto per salvare il paese dal baratro in cui il Governo Conte lo stava trascinando.
di Gregorio Corigliano
Domenica 31 Gennaio 2021
Roma - 31 gen 2021 (Prima Pagina News)
Per il vecchio notista politica della Rai Gregorio Corigliano i grandi giornali continuano a trattare Matteo Renzi come un parvenu della politica, ignorando però la portata storia della crisi che Renzi ha fortemente voluto per salvare il paese dal baratro in cui il Governo Conte lo stava trascinando.
L’attacco di Concita De Gregorio non l’ha preso bene. Si può capire perché è venuto da una donna di sinistra da sempre. Nicola Zingaretti che, normalmente, digerisce tutto, stavolta è sbottato. Legnate da tutti, ma questa dell’ex direttore dell’Unità non se l’aspettava. Quella di Renzi le ha sempre messe nel conto, ma dal suo mondo no.

Non è un leader vero, ha fatto intendere la bionda Concita, ha sempre trascorso “una vita da mediano”, pur alla guida del “grande partito” della sinistra che adesso è proprio timida, perchè nei fatti è pilotato dagli eredi della Dc.

I quali si muovono con grande circospezione per evitare di fare e farsi danni. A partire dal capodelegazione al governo, Franceschini che studia da Presidente della Repubblica, senza sapere che per questo ruolo non si studia.

Vero, Presidente Prodi? Infatti, Mattarella non ha mai studiato ed ha superato brillantemente l’esame, grazie a Renzi, Renzi, appunto. Fino a questo momento non c’è chi non veda che il senatore di Rignano abbia vinto due volte in questa fase. Solo Alessandra Ghisleri ha rilevato, ospite in Tv, come il consenso su Renzi sia salito e non di pochissimo, notizia incredibilmente, non rilanciata dai media. Ci sarà una terza volta? Anche se la scrittrice sarda, Michela Murgia, prossima antitaliana dell’Espresso, per par condicio è pari a Travaglio nel dire peste e corna delle’ex presidente del Consiglio toscano? Vogliono avere il primato, con la ruota di scorta di Padellaro, di essere i giornalisti di grido che uccidono Renzi.

E come ci sono quelli che vogliono passare alla storia con l’accusa di renzicidio, ci saranno pur quanti vogliono essere ricordati per il contrario? Ci sono, ci sono.

Chi lo dice da sempre e chi lo griderà ai quattro venti dopo martedi, allorquando il presidente Fico dovrà salire al Colle per riferire a Mattarella i risultati del suo mandato esplorativo. Non saranno responsabili o coraggiosi o (vagabondi come dice Giannini) ma ci sono, avendo cominciato a parlare con la lingua di chi riflette o mette la spina prima di far funzionare il cervello. Come considerare il mandato a Fico? I coraggiosi veri sostengono che su una decina di questi incarichi esplorativi solo una o due volte hanno prodotto risultati, all’epoca del Craxi bis, per esempio. Lo stesso Fico nel 2018 ha fallito.

Intanto in prima battuta non si può dire che non abbia vinto Renzi, o no? Perché l’incarico non è stato dato allo stesso Conte, che è (s)oggetto del contendere. Se Fico, per dirla alla Bossi, riuscirà trovare la quadra sul presidente dimissionario, si andrà avanti col c.d. Conte-ter. Se invece andrà al Quirinale a carniere vuoto non resterebbe che il governo istituzionale con Draghi o con Gentiloni (su suggerimento di Renzi, per dividere il Pd, che all’ex segretario, che spacca il capello in quattro, dopo Conte vorrebbe di Maio. O il voto che, a parte Salvini o Meloni, non vuole nessuno.

E comunque il Carpino della Liguria, Orlando, prima di Conte vorrebbe far fuori dal ruolo che si è conquistato il “birichino” che non legge mai.

A differenza di tutti gli altri, Zingaretti in primis. Insomma, per Conte, sic stantibus rebus, la strada è in salita, inutile negarlo. Nonostante i tentativi di queste ore di ingrossare le file dei c.d. responsabili (irresponsabili?). Due strade, dunque. Voto o governo di salvezza come dice Salvini.

E chi, nell’un caso o nell’altro, in prima battuta, avrebbe vinto? Colui il quale col due e rotti per cento, con il suo modo personal-politico, ha dimostrato di saper fare politica. Se comunque Conte dovesse concludere la sua esperienza politica, di chi sarebbe la colpa o il merito?


Nel primo caso, dello stesso avvocato del popolo nativo di Volturara, nel secondo dell’ex sindaco di Firenze che, per inciso, è stato pure lui, presidente del Consiglio. Se la crisi doveva servire a fare calare il sipario su Renzi, nonostante la Murgia, incredibilmente avvelenata contro il marito di Agnese Landini che non è stata, incomprensibilmente, tirata in ballo, potrebbe servire solo a dimostrare che il toscanaccio sa far politica più di tanti altri, soprattutto all’interno del PD, dove continuano a dare palla i renziani di sempre, come Marcucci, Del Rio, Lotti. È vero che, per adesso siamo, alle ipotesi del terzo tipo, ma il buon tempo si vede dal mattino. Lo scopriremo solo vivendo.

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