Edoardo Favaretti: “Caro Massimo Giannini ti sono molto vicino, ma la libertà individuale deve restare sacra per tutti!”

Lettera aperta di Edoardo Favaretti, illustre psichiatra romano, che scrive al direttore de “La Stampa” Massimo Giannini, colpito da Covid, per ricordargli che nessuna emergenza potrà mai limitare le libertà sacre di ognuno di noi. “Neanche in nome della malattia si può rinunciare alle proprie libertà! Una vera e propria lectio magistralis”.

di Edoardo Favaretti
Martedì 20 Ottobre 2020
Roma - 20 ott 2020 (Prima Pagina News)

Lettera aperta di Edoardo Favaretti, illustre psichiatra romano, che scrive al direttore de “La Stampa” Massimo Giannini, colpito da Covid, per ricordargli che nessuna emergenza potrà mai limitare le libertà sacre di ognuno di noi. “Neanche in nome della malattia si può rinunciare alle proprie libertà! Una vera e propria lectio magistralis”.

Faccio gli auguri di prontissima e pienissima guarigione ad una delle migliori penne del Paese, il giornalista Massimo Giannini, attualmente in cura insieme ad altri familiari per Covid19: anche persone a me care hanno avuto problemi analoghi e comprendo come si possa stare e cosa si possa provare.

Ho avuto però modo di trasalire letteralmente nel leggere un suo recente articolo pubblicato su più quotidiani nazionali in cui, riguardo le draconiane misure richieste e proposte da alcuni governatori per fronteggiare il problema causato dal Covid-19, così egli scriveva: “se vogliamo contenere il virus dobbiamo cedere quote di libertà”.

Mi è tornato alla memoria il mio prozio, mai conosciuto, il cui nome era Ezio: un uomo valoroso che ha pagato con due anni di carcere duro nella Germania nazista e la conseguente morte prematura, il non avere voluto cedere alcuna quota di libertà durante la Seconda Guerra Mondiale; deportato insieme a migliaia di nostri prozii, eroi veri e ignoti ai più, che non vollero cedere a chi prometteva pace e serenità in cambio di libertà limitata per il popolo italiano.

E penso al poeta Mameli, l’autore dell’Inno d’Italia, che morì a 21 anni per difendere la libertà di Roma e dei liberi cittadini.

Forse che tutti i Mameli d’Italia non avrebbero potuto farsi i fatti loro dichiarando: “se vogliamo contenere i morti dobbiamo cedere quote di libertà”?! Che poi se dopo il primo lockdown siamo tutti molto più poveri (e più di qualcuno senza il lavoro) ma ugualmente non meno a rischio di ammalarci di Covid-19, perché mai ripetere ciò che si è dimostrato un sostanziale fallimento? L’articolo 3 della Costituzione Italiana afferma che: “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

A livello psicologico, di fronte ad un fatto che ci colpisce profondamente, ed ancor più di fronte a tutto quello che impalpabile minaccia la nostra salute, è comprensibile avere una reazione acuta da stress e quindi comprendo chi scrive una frase così estrema. Eppure, nessun chirurgo dotato di buon senso opererebbe un familiare e nessun giudice potrebbe giudicare un crimine agìto verso un proprio caro: si perde in obiettività e serenità di valutazione. Quindi, forse non è stato giusto dare grande risalto e sfruttare questa frase così come han fatto alcuni giornali: il rischio di innestare panico e terrore nelle persone è altissimo.

In un momento così tremendo, non solo per i tanti morti da Coronavirus quanto per l’immane numero di ‘cadaveri in fieri’ che la situazione economica in divenire fa tristemente presagire da qui ai prossimi dieci anni, il punto fermo di partenza deve essere la garanzia di libertà di ognuno di noi; ed il lavoro, per ognuno di noi.

Il supporto psicologico va orientato in questa direzione: vedo troppe persone che per la prima volta debbono ricorrere all’aiuto dello psichiatra proprio per la realtà sociale cui sono stati relegati; se non diamo immediatamente una sterzata, domani avremo migliaia di persone difficilmente recuperabili alla vita normale: sono davvero preoccupato.

Accettare oggi una riduzione della libertà significa porre le basi per ulteriori future privazioni: la libertà non si vende nemmeno a costo della vita del singolo, per la libertà si combatte in nome di tutti; se così non fosse stato da sempre, oggi, come disse ai tempi e con disprezzo il Cancelliere dell’impero Austriaco Von Metternich, “l’Italia sarebbe solo un’espressione geografica”.


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