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In scioltezza gli uomini di mister Ranieri si sbarazzano di un Cagliari già salvo e demotivato.
In scioltezza gli uomini di mister Ranieri si sbarazzano di un Cagliari già salvo e demotivato.
di Maurizio Bistrusso
Finisce 3-0 ma poteva essere una goleada per i giallorossi che hanno letteralmente dominato la squadra di Maran mai in partita. Solo una traversa, un palo e le parate di Cragno, che almeno ha salvato la faccia, hanno reso meno amara questa trasferta inutile. Le scelte dell’allenatore e l’approccio alla gara assolutamente negativo dei rossoblù hanno regalato a Ranieri e ai suoi giocatori una preziosa vittoria che rilancia i romanisti, ora quarti in classifica, nella corsa per un posto in champions. La gara si è chiusa nei primi otto minuti. I rossoblù erano già sotto di due gol.
Prima Fazio di testa e poi Pastore hanno chiuso i giochi molto presto. Quasi paralizzati dall’uno due i cagliaritani sono rimasti a guardare. Dopo le sei vittorie ottenute nelle ultime dieci partite ci si aspettava un altro Cagliari. E niente può giustificare una squadra entrata in campo molle e deconcentrata. Neppure la sconfitta dell’Empoli contro il Bologna che significa un vantaggio di +11 dal terzultimo posto a quattro giornate dal termine e salvezza quasi in cassaforte.
È mancato l’ardore, agonistico, la cattiveria e quelle motivazioni che avrebbero potuto regalare già da oggi una salvezza matematica conquistata con merito. Ma non ha funzionato niente e tatticamente non c’è stata partita. Il Cagliari vive di fragili equilibri e non può entrare in campo senza la necessaria concentrazione e quella determinazione per affrontare una squadra come la Roma guidata da un ottimo tecnico e certamente superiore sul piano tecnico e nei contenuti. Per superare il gap occorrono componenti importanti come qualità, mentalità e una prestazione da squadra di tutto il gruppo. Altrimenti è il buio totale.
A questo disordine mentale e poi tattico ha contribuito anche Maran con alcune scelte discutibili come la rinuncia e l’arretramento di Barella da trequartista, che avevo prodotto risultati straordinari, sulla linea dei centrocampisti, per fare posto ad un Birsa che risulta essere un corpo estraneo in questa squadra. E se si aggiunge la prestazione negativa di Joao Pedro e una inferiorità numerica a centrocampo in fase di riconquista della palla si spiegano la brutta figura e una squadra lontana dai suoi standard abituali.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti ed è solo la giusta conseguenza. Questo spostamento ha rotto gli equilibri conquistati con tanta fatica e ha prodotto una rinuncia alle giocate individuali del gioiellino cagliaritano che si è dovuto sacrificare in un ruolo non suo. Una strategia sbagliata che ha causato uno stravolgimento generale nello sviluppo del gioco e soprattutto nella fase difensiva.
Il solo Ionita ha tentato di fare da filtro a centrocampo ma per Ceppitelli e compagni è stata una brutta giornata. La difesa è stata infilata con estrema facilità dai giallorossi che arrivavano da tutte le parti in grande numero. A nulla sono servite le parate “dell’uomo Cragno” che è sembrato l’ultimo deciso ad arrendersi.
Ha deluso l’atteggiamento di alcuni dei protagonisti. Al di là del risultato sono mancate le idee e le gambe in quei giocatori che nelle ultime gare avevano fatto la differenza. Gli esterni bassi Cacciatore e Pellegrini hanno fallito la prova e sono apparsi confusi e fuori condizione. Decisamente l’ombra dei giocatori determinanti e vincenti che avevamo conosciuto solo qualche settimana fa.
I due hanno portato palla e sbagliato l’impossibile nella misura dei passaggi e nella lettura delle giocate. Errori imperdonabili dettati da troppa sufficienza e poca relatività. Centrocampo inesistente e squadra lunga e spezzata in due con i reparti distanti tra loro e praterie per i romanisti. Pavoletti è rimasto isolato e non è mai stato servito adeguatamente per sfruttare le sue caratteristiche sulle palle alte.
Sono mancati i cross e il movimento senza palla. Barella ci ha messo l’anima ma è sembrato frenato e troppo preoccupato.
Dagli altri ci si aspettava di più ma abbiamo assistito a giocate stucchevoli , al compitino con ritmi blandi e testa da un’altra parte. Il Cagliari ha subito una lezione di calcio dalla Roma che deve far riflettere e dovrà servire a tutti per evitare di ripetere gli errori.
Quel decimo posto è un obiettivo da difendere con le unghie e con i denti. E per fare questo occorre ritrovare umiltà e le giuste motivazioni.
La partita di oggi deve rimanere un episodio isolato. Sarebbe davvero inopportuno rovinare questo finale di stagione.
Testa e cuore per riprendere la corsa e togliersi qualche soddisfazione contro le cosiddette grandi.
Domenica 5 maggio, alle 20.30, il Cagliari affronta al San Paolo il Napoli di Ancelotti e non ci sarà bisogno di trovare le motivazioni.
Tutti sanno che non potrà essere una partita come le altre. I tifosi ci credono ancora e vogliono dimenticare la brutta figura subita questo pomeriggio all’Olimpico.