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Il commento del Sottosegretario: "Spero ci sia un giudice a Berlino, ma non mi dimetto". Pd: "Ora faccia un passo indietro".
Il commento del Sottosegretario: "Spero ci sia un giudice a Berlino, ma non mi dimetto". Pd: "Ora faccia un passo indietro".
Il Tribunale di Roma ha condannato il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro a 8 mesi di reclusione e a un anno di interdizione dai pubblici uffici per rivelazione di segreto d'ufficio, nell'ambito del caso dell'anarchico Alfredo Cospito.
L'accusa, invece, aveva chiesto di archiviare il procedimento, perché riteneva possibile l'esistenza oggettiva di una violazione, ma in assenza di prove. "Spero ci sia un giudice a Berlino, ma non mi dimetto", ha commentato Delmastro.
“La condanna del sottosegretario Delmastro conferma in sede penale, dove siamo stati ammessi come parte civile, le valutazioni politiche già espresse nei confronti di un esponente di spicco del partito di Giorgia Meloni che, evidentemente, si è reso parte attiva di comportamenti gravi e lesivi dell’onorabilità del ruolo ricoperto, utilizzando informazioni riservate per colpire gli avversari politici.
Si tratta di un duro colpo per l’ex avvocato di fiducia della Premier Meloni e responsabile giustizia del suo partito, prima di andare a ricoprire l’attuale incarico a via Arenula che sta svolgendo in maniera poco onorevole e poco disciplinata.
È evidente che tra le conseguenze del lesivo comportamento di Delmastro ci sia stato anche un grave danno per i sottoscritti, accostati in maniera impropria e calunniosa ai mafiosi da parte di chi, il coordinatore del partito della Meloni, Donzelli, ha ricevuto informazioni riservate per poterle usare come una clava contro esponenti dell’opposizione. E le conseguenze politiche di quanto è avvenuto non possono che consigliare un passo indietro al sottosegretario Delmastro per allontanare qualsiasi ombra dal suo operato al ministero della giustizia alla luce di questa gravissima condanna”. E' quanto hanno dichiarato i parlamentari del Pd Debora Serracchiani, Walter Verini, Silvio Lai e l’ex ministro dem Andrea Orlando.
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