Ercolano (Na): scoperta truffa sul Bonus Cultura 18app, 9 persone in arresto
Circa 6mila bonus sarebbero stati trasformati in contanti per 2.850.000 tra il 2017 e il 2020.
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Martedì 07 Febbraio 2023
Napoli - 07 feb 2023 (Prima Pagina News)
Circa 6mila bonus sarebbero stati trasformati in contanti per 2.850.000 tra il 2017 e il 2020.
Nove persone sono state tratte in arresto dalla Guardia di Finanza a Ercolano, nel Napoletano, con l'accusa di associazione a delinquere per truffa ai danni dello Stato, per aver monetizzato, in cambio di pagamenti in denaro, circa 6 mila Bonus Cultura 18app, dedicato ai neo 18enni e voluto dal Governo per favorire la diffusione dei libri, l'accesso alla cultura e lo studio.

Secondo la Guardia di Finanza e la Procura, la truffa avrebbe portato a trasformare in denaro contante benefici per un ammontare pari a 2.850.000 euro dal 2017 al 2020.

Gli arresti sono stati disposti dal Gip del Tribunale di Napoli, Giovanni De Angelis, dietro richiesta della sezione Reati economici dell'ufficio che ha condotto le indagini. Nello specifico, tre persone sono state condotte in carcere, altre due sono finite agli arresti domiciliari e per altre quattro è stato disposto l'obbligo di dimora. Tra queste, figurano i gestori di una libreria di Ercolano (Na), dove il bonus veniva monetizzato.

Secondo gli inquirenti, chi poteva ricevere il beneficio era invitato nella libreria, tramite intermediari e procacciatori, a trasformare in denaro il bonus, fingendo, per esempio, di vendere libri.

Dodici persone sono state iscritte nel registro degli indagati: tra loro ci sono anche procacciatori d'affari e intermediari, che dovevano individuare i possibili beneficiari del bonus consultando le banche dati messe a disposizione dai Caf e dalle altre strutture di competenza. A questo seguiva il contatto con i beneficiari.

Il meccanismo prevedeva la simulazione della vendita di libri e l'attuazione di altri servizi culturali, immettendo all'interno del sistema informatico del Mibact gli estremi e i codici dei bonus, a cui erano allegate false dichiarazioni di vendita di libri e di altri servizi culturali inseriti nel beneficio ma mai utilizzati.

Per il servizio era prevista la trattenuta di una percentuale dal 40% al 60%, che veniva pagata attraverso carte di credito prepagate. Quindi, al Mibact venivano inoltrate richieste di rimborso dei benefici.

Nonostante i controlli eseguiti dalle Fiamme Gialle, le persone indagate avrebbero proseguito con la truffa ai danni dell'erario. 

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