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Guterres: "I palestinesi stanno vivendo una catastrofe umanitaria di proporzioni epiche".
Guterres: "I palestinesi stanno vivendo una catastrofe umanitaria di proporzioni epiche".
Nella Striscia di Gaza è in atto “lo scenario peggiore, la carestia”, con accesso umanitario estremamente limitato, sfollamenti e conflitti senza sosta.
A lanciare l'avvertimento è la Classificazione integrata delle fasi della sicurezza alimentare (Ipc), sistema di monitoraggio della fame in cui sono coinvolti enti governativi e Ong, che afferma che “prove crescenti dimostrano che fame, malnutrizione e malattie diffuse stanno causando un aumento dei decessi correlati alla fame. Gli ultimi dati indicano che sono state raggiunte le soglie di carestia per il consumo alimentare nella maggior parte della Striscia di Gaza e per la malnutrizione acuta a Gaza City”.
Per questo motivo, prosegue l'Ipc, “è necessario intervenire immediatamente per porre fine alle ostilità e consentire una risposta umanitaria senza ostacoli, su larga scala e salvavita. Questa è l’unica strada per fermare ulteriori morti e sofferenze umane catastrofiche”.
Gaza affronta il grave rischio di carestia, poiché il consumo di cibo e gli indicatori nutrizionali hanno raggiunto i livelli peggiori dall'inizio del conflitto, secondo i dati condivisi nell'ultimo Allerta IPC (Integrated Food Security Phase Classification). L'Allerta Ipc evidenzia che due delle tre soglie di carestia sono state superate in alcune parti della Striscia.
Il World Food Programme delle Nazioni Unite (Wfp) e l'Unicef avvertono che non rimane molto tempo per organizzare una risposta umanitaria su vasta scala.
"Il conflitto incessante, il collasso dei servizi essenziali e le gravi limitazioni alla fornitura e distribuzione degli aiuti umanitari imposti alle Nazioni Unite hanno portato a condizioni di sicurezza alimentare catastrofiche per centinaia di migliaia di persone in tutta la Striscia di Gaza", si legge in una nota congiunta delle tre agenzie Onu.
"Il consumo di cibo – il primo indicatore chiave della carestia – è crollato a Gaza dall'ultimo aggiornamento IPC di maggio 2025. I dati mostrano che più di una persona su tre trascorre giorni interi senza mangiare. Più di 500.000 persone – quasi un quarto della popolazione di Gaza – stanno vivendo condizioni simili alla carestia, mentre il resto della popolazione si trova ad affrontare livelli di fame di emergenza.
La malnutrizione acuta – il secondo indicatore chiave della carestia – all'interno di Gaza è aumentata a un ritmo senza precedenti. A Gaza City, i livelli di malnutrizione tra i bambini sotto i cinque anni sono quadruplicati in due mesi, raggiungendo il 16,5 per cento. Ciò segnala un grave deterioramento dello stato nutrizionale e un forte aumento del rischio di morte per fame e malnutrizione. La malnutrizione acuta e le segnalazioni di decessi correlati alla fame – il terzo indicatore chiave della carestia – sono sempre più comuni, ma raccogliere dati affidabili nelle attuali circostanze a Gaza rimane molto difficile, poiché i sistemi sanitari, già decimati da quasi tre anni di conflitto, sono al collasso", prosegue la nota.
"L'insopportabile sofferenza della popolazione di Gaza è già evidente al mondo. Attendere la conferma ufficiale della carestia per fornire aiuti alimentari salvavita di cui hanno disperatamente bisogno è inaccettabile", ha dichiarato Cindy McCain, Direttrice Esecutiva del Wfp. "Dobbiamo inondare Gaza di aiuti alimentari su larga scala, subito e senza ostacoli, e continuare a farli arrivare ogni giorno per prevenire la fame di massa. Le persone stanno già morendo di malnutrizione e più aspettiamo ad agire, più alto sarà il bilancio delle vittime".
A luglio, oltre 320.000 bambini, l'intera popolazione sotto i cinque anni nella Striscia di Gaza, sono a rischio di malnutrizione acuta, con migliaia di persone che soffrono di malnutrizione acuta grave, la forma più letale di denutrizione. I servizi nutrizionali essenziali sono al collasso e i neonati non hanno accesso ad acqua potabile, ai sostituti del latte materno e all’alimentazione terapeutica.
A giugno, 6.500 bambini hanno avuto accesso alle cure per la malnutrizione, il numero più alto dall'inizio del conflitto. A luglio si registra un numero ancora più elevato, con 5.000 bambini che hanno avuto accesso alle cure solo nelle prime due settimane. Con meno del 15% dei servizi essenziali per il trattamento nutrizionale attualmente operativi, il rischio di decessi correlati alla malnutrizione tra neonati e bambini piccoli è più alto che mai.
"Bambini e neonati emaciati stanno morendo di malnutrizione a Gaza", ha dichiarato Catherine Russell, Direttrice generale dell'Unicef. "Abbiamo bisogno di un accesso umanitario immediato, sicuro e senza ostacoli in tutta Gaza per intensificare la distribuzione di cibo, nutrienti, acqua e medicine salvavita. Senza questo, madri e padri continueranno ad affrontare il peggior incubo di ogni genitore, impotenti a salvare un bambino affamato da una condizione che siamo in grado di prevenire".
"Nonostante una parziale riapertura dei valichi di frontiera, gli aiuti umanitari che entrano a Gaza sono solo una piccola parte di ciò di cui una popolazione di oltre due milioni di persone ha bisogno ogni mese. Solo per coprire i bisogni alimentari e nutrizionali umanitari di base a Gaza, sono necessarie oltre 62.000 tonnellate di aiuti salvavita ogni mese. La ripresa delle importazioni commerciali di cibo è fondamentale anche per garantire una dieta varia con frutta fresca, verdura, latticini e proteine come carne e pesce.
Inoltre, la mancanza di carburante, acqua e altri aiuti vitali continua a minare gli sforzi per prevenire la carestia e le morti tra i bambini. Le agenzie accolgono con favore i recenti nuovi impegni volti a migliorare le condizioni operative delle organizzazioni umanitarie, inclusa l'attuazione di pause umanitarie, e auspicano che queste misure consentano un'impennata degli aiuti alimentari e nutrizionali urgenti per raggiungere le persone affamate senza ulteriori ritardi", si legge ancora nella nota.
Le tre agenzie Onu ribadiscono che è urgente: "un cessate il fuoco immediato e duraturo, per fermare le uccisioni, consentire il rilascio sicuro degli ostaggi e consentire ulteriori operazioni umanitarie salvavita; un accesso umanitario duraturo, sicuro e senza ostacoli, per l'afflusso massiccio di aiuti attraverso tutti i valichi disponibili e per la consegna di cibo, forniture nutrizionali, acqua, carburante e assistenza medica alle famiglie bisognose in tutta Gaza; l'urgente necessità di far confluire il traffico commerciale a Gaza rilanciando le catene di approvvigionamento commerciali per ripristinare i mercati locali; la protezione dei civili e degli operatori umanitari, insieme al ripristino dei servizi essenziali, in particolare delle infrastrutture sanitarie, idriche e fognarie; investimenti nel recupero dei sistemi alimentari locali, inclusa la riapertura di panetterie e dei mercati e la riabilitazione dell'agricoltura".
“L’ultimo allarme della Classificazione integrata delle fasi di sicurezza alimentare (Ipc) conferma ciò che temevamo: Gaza è sull’orlo della carestia”. Così il Segretario Generale dell'Onu, Antònio Guterres, in una nota diffusa dal suo ufficio.
“I fatti sono evidenti e innegabili. I palestinesi di Gaza stanno vivendo una catastrofe umanitaria di proporzioni epiche. Questo non è un avvertimento. È una realtà che si sta dispiegando davanti ai nostri occhi”, ha aggiunto.
“Il flusso degli aiuti deve trasformarsi in un oceano. Cibo, acqua, medicine e carburante devono fluire a ondate e senza ostacoli. Questo incubo deve finire. Per porre fine a questo scenario peggiore saranno necessari i migliori sforzi di tutte le parti, ora. Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco umanitario immediato e permanente, del rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi e di un accesso umanitario completo e senza restrizioni in tutta Gaza. Questa è una prova della nostra comune umanità, una prova che non possiamo permetterci di fallire”, ha concluso Guterres.
Se Israele non accetta un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, il governo del Regno Unito, guidato dal laburista Keir Starmer, è pronto ad anticipare a settembre l'impegno a riconoscere lo Stato di Palestina.
Questo è quanto emerso da una riunione straordinaria del consiglio dei ministri, che è stato richiamato dalle ferie per parlare di una bozza di piano europea, preparata da Londra insieme con Parigi e Berlino.
Il Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani conferma al Governo di Israele la richiesta di riaprire immediatamente i valichi di Gaza per l’ingresso di aiuti umanitari. Ieri sera alla riunione del tavolo tecnico sull’iniziativa Food for Gaza hanno presso parte tutti gli attori abitualmente coinvolti: tutti hanno confermato l’assoluta urgenza di consentire l’ingresso nella Striscia di Gaza di generi alimentari e sanitari nel più breve tempo possibile. E' quanto fa sapere la Farnesina, in una nota.
Tajani ripete che “dall’Italia arriva la richiesta di riaprire immediatamente i valichi di Gaza per l’ingresso di aiuti umanitari”. L’Italia è parte attiva del processo con già oltre 110 tonnellate di generi di prima necessità inviati tra il 2024 e gli inizi di quest’anno, prima che i valichi di accesso alla Striscia fossero chiusi.
Più recentemente, il Governo ha innalzato a circa 40 milioni i contributi finanziari dedicati al solo progetto Food for Gaza, anche per effetto del nuovo stanziamento, pari a 10 milioni di euro, devoluto a Oms e Unicef, per sostenere gli ospedali, procurare medicine e supportare le attività di emergenza in campo medico-sanitario all’interno della Striscia.
Nell’ambito di questi finanziamenti erogati alle Nazioni Unite, e parallelamente all’azione di valorizzazione del Sistema Italia con l’invio di generi alimentari e di prima necessita, il WFP ha distribuito nella Striscia nei giorni scorsi 800 tonnellate di farina, mentre si sta attivando per aumentare cospicuamente tale volume di aiuti, per raggiungere l’obiettivo iniziale di assistere oltre 1 milione di cittadini.
L’iniziativa Food for Gaza si iscrive nel quadro più ampio dell’impegno italiano in risposta alla crisi a Gaza, con oltre 110 milioni di euro stanziati per la crisi umanitaria a Gaza e lo sviluppo in Cisgiordania.
L’ultimo tassello di questo impegno è rappresentato dalla prevista ripresa delle attività con la Società Civile italiana impegnata nella Striscia, per rafforzare la capillarità della risposta sul campo.
Due aerei da trasporto tedeschi sono diretti verso la Giordania per fornire supporto alla popolazione di Gaza, che sta soffrendo a causa della guerra tra Israele e Hamas. Lo ha annunciato il Cancelliere tedesco, Friedrich Merz, in conferenza stampa congiunta a Berlino con il Re di Giordania Abdullah II.
Gli aerei, due A400M, verranno equipaggiati e riforniti in Giordania, “in modo da poter effettuare le relative missioni al più tardi a partire da questo fine settimana, forse anche da domani”, ha dichiarato Merz, secondo quanto riferisce Tagesschau. La missione, ha evidenziato il Cancelliere tedesco, ha un significato simbolico: “Questo lavoro potrebbe dare solo un piccolo contributo umanitario, ma trasmette un messaggio importante”, ha detto, “siamo qui, siamo nella regione. Stiamo aiutando”.
“Preoccupata degli atti di antisemitismo che ci sono stati in Italia? “Certo, mi dispiace tantissimo e aborro qualsiasi atto di discriminazione nei confronti di chicchessia, che siano ebrei, musulmani, cristiani. Però questo è un problema da leggere nel contesto dell’impunità di cui gode Israele. Io sono stata la prima a dire che non bisogna incolpare i gruppi ebrei per quello che fa lo Stato di Israele, anche quando si fanno difensori in modo incomprensibile di quello che fa lo stato di Israele le responsabilità sono dello Stato. Però chiaramente dinanzi a quest’impunità feroce di cui lo Stato di Israele gode, anche a causa del nostro governo, purtroppo si trovano messe in pericolo delle persone che non c’entrano niente, mi dispiace“. E' quanto ha dichiarato la Relatrice Speciale Onu sui Territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, durante una conferenza stampa alla Camera dei Deputati.
“Se sono stata ricevuta dalla presidente Meloni? “No, no. Però in altri Paesi – sono stata in Spagna, in Slovenia, Sud Africa, Colombia, Brasile – vengo ricevuta dalle più alte cariche dello Stato, peraltro con abbracci e congratulazioni”, ha proseguito. "Giorgia Meloni dice no al riconoscimento dello Stato di Palestina? Allora vuol dire che dice sì a uno Stato unico", ha detto ancora Albanese.
“Stiamo lavorando insieme per cercare di sistemare le cose” a Gaza. Così il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha risposto alla domanda di un giornalista di Sky News Uk, durante l'inaugurazione del suo campo da golf in Scozia, su cosa direbbe al premier israeliano Benjamin Netanyahu. La dichiarazione è giunta dopo che Trump ha annunciato che avrebbe giocato una partita veloce sul nuovo campo, prima di fare rientro a Washington. ”Giocheremo molto velocemente, poi tornerò a Washington e spegneremo gli incendi in tutto il mondo”, ha detto. “Sapete, abbiamo fermato la guerra, ma abbiamo ancora circa 5 guerre in corso. Quindi questo è molto più importante che giocare a golf. Per quanto mi piaccia, è molto più importante”, ha continuato.
Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, dovrebbe proporre al gabinetto politico-di sicurezza un piano per l'annessione della Striscia di Gaza a Israele, per cercare di mantenere la coalizione di governo, specialmente con i ministri dell'ultradestra Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir. Stando al piano, Tel Aviv dichiarerà la concessione ad Hamas di alcuni giorni per firmare un cessate il fuoco: nel caso in cui ciò non avvenga, si procederà con l'annessione di alcune aree della Striscia.
Lo Stato palestinese in Medio Oriente non ci sarà. Lo ha detto il Ministro israeliano degli Esteri, Gideon Sa'ar, evidenziando che "la pressione internazionale su Israele in questi giorni critici di negoziati per un cessate il fuoco e un accordo sul rilascio degli ostaggi ha già spinto Hamas a irrigidire le sue posizioni".
Il ministro di ultradestra Bezalel Smotrich si è appellato a Netanyahu perché annetta la Cisgiordania, sostenendo che "non c'è momento più opportuno" di questo per farlo. Parlando ai legislatori della sottocommissione per la Giudea e la Samaria (Cisgiordania) della commissione Esteri e Difesa della Knesset, Smotrich ha dichiarato che una mossa di questo tipo sarebbe utile a correggere l'errore del ritiro dal blocco di insediamenti di Gush Katif a Gaza, avvenuto nel 2005.
I Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme hanno espresso la loro "profonda preoccupazione" e "ferma condanna in seguito all'ennesimo violento assalto che ha preso di mira la città cristiana di Taybeh, in Cisgiordania". "Questo grave incidente non è un caso isolato. Fa parte di un allarmante schema di violenza dei coloni contro le comunità della Cisgiordania, comprese le loro case, i loro luoghi sacri e i loro stili di vita". "Ci rammarichiamo che le dichiarazioni ufficiali della polizia israeliana abbiano ridotto la questione esclusivamente ai danni alla proprietà, omettendo il contesto più ampio di intimidazioni e abusi sistematici. Queste omissioni distorcono la verità e non affrontano le violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, tra cui il diritto alla libertà religiosa e la protezione del patrimonio culturale", hanno concluso.
Secondo quanto riferiscono fonti mediche di Gaza, 62 persone sono state uccise questa mattina dagli attacchi compiuti dalle Idf: almeno 19 persone sono state uccise mentre aspettavano di ricevere gli aiuti umanitari, di questi 13 sono morti vicino al corridoio di Netzarim, controllato da Israele. Attualmente, una verifica indipendente delle notizie è impossibile: i giornalisti internazionali non possono entrare nella Striscia.
Secondo i dati aggiornati a ieri, dall'inizio del conflitto (7 ottobre 2023, giorno dell'attacco di Hamas contro Israele, ndr), nella Striscia di Gaza sono stati uccisi 59.921 palestinesi e altri 145.233 sono rimasti feriti. E' quanto fa sapere, in un comunicato su Telegram, il Ministero della Salute dell'enclave palestinese, gestito da Hamas.
Sono almeno 30 i palestinesi uccisi dai raid israeliani nel distretto di Nuseirat, tra cui anche donne e bambini. Lo riferisce la Protezione Civile di Gaza. Gli attacchi, ha fatto sapere il portavoce Mahmud Basal, sono iniziati la notte scorsa e sono durati fino a questa mattina, e "hanno preso di mira diverse abitazioni" nel campo profughi di Nuseirat.
L'Olanda ha dichiarato i ministri israeliani di ultradestra Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich 'personae non gratae'. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri olandese Caspar Veldkamp citato dal Jerusalem Post, aggiungendo che Amsterdam si impegna "a registrarli come stranieri indesiderati nel sistema Schengen". "Questo perché hanno ripetutamente incitato alla violenza dei coloni" e hanno "sostenuto l'espansione degli insediamenti illegali e hanno invocato la pulizia etnica a Gaza", ha spiegato Veldkamp.