Gaza: l'Italia e altri 22 Paesi chiedono la fine della guerra. Leone XVI ad Abu Mazen: "Urgono aiuti umanitari"

Le Idf attaccano la città di Deir-al-Balah, almeno tre morti.

(Prima Pagina News)
Lunedì 21 Luglio 2025
Roma - 21 lug 2025 (Prima Pagina News)

Le Idf attaccano la città di Deir-al-Balah, almeno tre morti.

Diventa sempre più ampio il fronte di coloro che invocano l'urgenza di aiuti umanitari per la popolazione della Striscia di Gaza: da Papa Leone XIV al Cardinale Pierbattista Pizzaballa, secondo cui "il governo israeliano non è giustificabile", fino a 23 Paesi che chiedono la fine del conflitto tra Israele e Hamas.

"Nella mattinata, il Santo Padre Leone XIV ha ricevuto una telefonata da S.E. il Signor Mahmoud Abbas, Presidente dello Stato di Palestina, sui recenti sviluppi del conflitto nella Striscia di Gaza e delle violenze in Cisgiordania.

Nel corso della conversazione telefonica, il Santo Padre ha rinnovato l’appello al pieno rispetto del Diritto Internazionale Umanitario, sottolineando l’obbligo di proteggere i civili e i luoghi sacri e il divieto dell’uso indiscriminato della forza e del trasferimento forzato della popolazione. Considerata la drammatica situazione umanitaria, si è enfatizzata l’urgenza di prestare soccorso a chi è maggiormente esposto alle conseguenze del conflitto e di permettere l’ingresso adeguato di aiuti umanitari.

Infine, il Santo Padre ha ricordato la fausta ricorrenza del decimo anniversario dell’Accordo Globale tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina, firmato il 26 giugno 2015 ed entrato in vigore il 2 gennaio 2016", ha fatto sapere la Sala Stampa della Santa Sede.

"Noi, i firmatari elencati di seguito, ci uniamo per trasmettere un messaggio semplice e urgente: la guerra a Gaza deve finire ora. La sofferenza dei civili a Gaza ha raggiunto livelli insostenibili. Il modello adottato dal governo israeliano per la distribuzione degli aiuti è pericoloso, alimenta l’instabilità e priva i cittadini di Gaza della loro dignità umana.

Condanniamo il rilascio a rilento degli aiuti umanitari e l’uccisione disumana di civili, compresi bambini, mentre cercano di soddisfare i propri bisogni essenziali di acqua e cibo. È agghiacciante che oltre 800 palestinesi siano stati uccisi mentre tentavano di accedere agli aiuti. Il rifiuto da parte del Governo israeliano di fornire assistenza umanitaria essenziale alla popolazione civile è inaccettabile. Israele deve adempiere ai propri obblighi ai sensi del diritto umanitario internazionale.

Gli ostaggi trattenuti crudelmente da Hamas dal 7 ottobre 2023 continuano a subire terribili sofferenze. Condanniamo la loro detenzione prolungata e chiediamo il loro rilascio immediato e incondizionato. Un cessate il fuoco negoziato rappresenta la migliore speranza per riportarli a casa e porre fine all’angoscia delle loro famiglie.

Invitiamo il governo israeliano a revocare immediatamente le restrizioni al flusso degli aiuti e a consentire con urgenza alle Nazioni Unite e alle ONG umanitarie di svolgere il proprio lavoro salvavita in sicurezza ed efficacia.

Chiediamo a tutte le parti di proteggere i civili e di rispettare pienamente gli obblighi previsti dal diritto umanitario internazionale. Le proposte di trasferire la popolazione palestinese in una “città umanitaria” sono del tutto inaccettabili.

Lo sfollamento forzato permanente costituisce una violazione del diritto umanitario internazionale. Ci opponiamo fermamente a qualsiasi misura che implichi un cambiamento territoriale o demografico nei Territori palestinesi occupati.

Il piano di insediamento E1 annunciato dall’Amministrazione Civile israeliana, se attuato, dividerebbe in due il futuro Stato palestinese, costituendo una palese violazione del diritto internazionale e compromettendo gravemente la soluzione dei due Stati. Nel frattempo, la costruzione di nuovi insediamenti in tutta la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, ha subito un’accelerazione, mentre le violenze da parte dei coloni nei confronti dei palestinesi sono aumentate drasticamente.

Tutto ciò deve cessare. Esortiamo le parti e la comunità internazionale a unirsi in uno sforzo comune per porre fine a questo terribile conflitto, attraverso un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente.

Ulteriori spargimenti di sangue non servono a nulla. Ribadiamo il nostro pieno sostegno agli sforzi di Stati Uniti, Qatar ed Egitto per raggiungere questo obiettivo. Siamo pronti ad adottare ulteriori misure a sostegno di un cessate il fuoco immediato e di un percorso politico che garantisca sicurezza e pace per israeliani, palestinesi e l’intera regione".

E' quanto si legge in una dichiarazione firmata dai Ministri degli Esteri di Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Giappone, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Slovenia, Spagna, Svezia e Svizzera e dal Commissario europeo per l’uguaglianza, la preparazione e la gestione delle crisi, diffusa dalla Farnesina.

"A Gaza, Caritas Internationalis assiste a una situazione terribile in cui: 50 ostaggi sono ancora detenuti da Hamas; l'intera Striscia viene bombardata e rasa al suolo per liberarla e renderla inabitabile; centinaia di migliaia di palestinesi vengono massacrati: i dati ufficiali riportano solo i decessi accertati nelle strutture sanitarie,ma sappiamo che le vittime sono molte di più; la popolazione è ridotta alla fame, al punto da rischiare la carestia; i bambini vengono bombardati mentre aspettano di ricevere alimenti terapeutici". E' quanto dichiara Caritas Internationalis, aggiungendo: "La storia non perdonerà la barbarie e la complicità".

"Su Gaza il governo israeliano non è giustificabile, abbiamo il dovere di dirlo chiaramente": è l'accusa lanciata dal Patriarca latino di Gerusalemme, il Card. Pierbattista Pizzaballa, all'indomani dell'Angelus di Leone XIV, che ieri aveva chiesto "la fine della barbarie della guerra".

Le Idf hanno iniziato ad attaccare la città di Deir-al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale. E' quanto riferisce la Bbc. L'attacco, terrestre e aereo, è cominciato alle prime ore di stamani, dopo che l'Esercito aveva diramato un ordine di evacuazione per i residenti di 6 isolati residenziali nella parte sud-occidentale della città. In zona ci sono migliaia di sfollati provenienti da Rafah e Khan Younis, nel Sud della Striscia.

Alcuni corrispondenti locali hanno detto alla Bbc che i carri armati e i veicoli militari israeliani sono arrivati in città dal checkpoint di Kisufim, con la copertura dei caccia e dell'artiglieria pesante. Decine di proiettili sarebbero stati sparati sui quartieri di i Abu al-'Ajin e Hikr al-Jami', mentre le forze di terra stavano entrando in azione.

Secondo quanto emerge da alcuni filmati diffusi sui social media, durante l'avanzamento delle Idf ci sono stati lampi di esplosioni e spari continui.

Migliaia di residenti hanno lasciato la città nottetempo, dirigendosi verso la zona costiera di al-Mawasi, vicino a Khan Younis, diventata una delle poche zone ancora relativamente sicure del Sud della Striscia di Gaza.

Gli attacchi iniziati stamani a Deir-al-Balah hanno ucciso almeno tre palestinesi, ferendone diversi altri: lo riporta il Guardian, citando fonti mediche locali. I proiettili dei tank avrebbero raggiunto otto case e tre moschee in zona. Fonti mediche della Striscia, inoltre, hanno riferito che cinque persone, appartenenti alla stessa famiglia, sono morte in un attacco israeliano nella zona di Al-Mawasi, nel Sud della Striscia, e altre due a Jabalia, nel Nord.

Almeno 19 palestinesi, inclusa una bambina di quattro anni, sono morti nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore a causa della fame. Lo riferiscono la Bbc e la Cnn, citando il portavoce dell'ospedale dei Martiri di al-Aqsa, a Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale.

Dall'inizio del conflitto, riporta ancora la Cnn, sono almeno 76 i bambini morti per malnutrizione. "Diciannove persone, compresi bambini, sono morte di fame", ha dichiarato alla Bbc il portavoce dell'ospedale, dottor Khalil al-Daqran.

"Gli ospedali non possono più fornire cibo ai pazienti o ai membri del personale, molti dei quali sono fisicamente impossibilitati a continuare a lavorare a causa della fame estrema", ha evidenziato.

Anche i beni di prima necessità, tra cui il latte artificiale per i neonati, sono irreperibili: : "Gli ospedali non possono fornire una sola bottiglia di latte ai bambini che soffrono la fame, perché il latte in polvere per neonati è esaurito sul mercato", ha continuato il medico.

La Cnn ha anche riferito che una bimba di soli quattro anni, Razan Abu Zaher, è morta ieri all'ospedale Al-Aqsa a causa della malnutrizione. "Gaza sta vivendo la peggiore fase di carestia, che ha raggiunto livelli catastrofici in un silenzio internazionale senza precedenti", ha commentato al-Daqran, parlando con l'emittente americana, aggiungendo che i bambini che adesso stanno morendo sono stati derubati per due volte, "una volta bombardandoli e uccidendoli, e una seconda volta privandoli del latte e di un pezzo di pane".

Secondo quanto riferisce Al Jazeera, inoltre, fonti mediche hanno detto che almeno 27 persone sono morte dall'alba di stamani negli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza, tra cui quattro palestinesi in attesa di ricevere gli aiuti umanitari.

Il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito di Israele, Eyal Zamir, ha preparato un piano per intensificare le operazioni contro Hamas. E' quanto riferisce l'emittente televisiva israeliana Channel 12, citando fonti a conoscenza della proposta, secondo cui si tratterebbe del "piano per prendere il controllo di Gaza", alternativo alla controversa "città umanitaria" di Rafah proposta dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, a cui Zamir si oppone.

Questo piano dovrebbe essere attuato se i colloqui per il rilascio degli ostaggi dovessero fallire o, in caso di tregua, se le parti non dovessero arrivare ad un accordo per mettere fine alla guerra entro 60 giorni. La proposta, nello specifico, prevede che l'Esercito prenda e mantenga il controllo di molto più territorio di quello che detiene attualmente nella Striscia di Gaza.

Il giornale Israel Hayom ha fatto sapere che il Netanyahu ha impedito a Zamir di sottoporre la sua proposta al Gabinetto di Sicurezza.

"La Chiesa sta cercando in tutti i modi di far arrivare aiuti. Ma la stragrande maggioranza della popolazione non ha nulla: né cibo, né acqua. In questi giorni, ad esempio, la temperatura percepita è di 42 gradi. La gente è stremata, disperata, e i bombardamenti continuano. In tutto questo buio, la Chiesa si adopera affinché qualcosa possa arrivare. Ma finora, purtroppo, non ci siamo riusciti. Speriamo nei prossimi giorni, ma la situazione è molto grave". Così padre Gabriel Romanelli, il parroco della Chiesa della Sacra Famiglia ferito durante l'attacco di giovedì scorso, in un'intervista rilasciata al Sir.

L'Esercito di Israele "ha colpito e smantellato infrastrutture militari appartenenti al regime terroristico Houthi nel porto di Hudaydah", in Yemen. Lo riferiscono le stesse Idf, su Telegram. "Tra le infrastrutture militari colpite vi erano veicoli ingegneristici utilizzati per ristabilire l'infrastruttura del porto, contenitori di carburante, navi militari utilizzate per attività militari e di attacco contro lo Stato di Israele e navi nella zona marittima adiacente al porto, e ulteriori infrastrutture del terrore utilizzate dal regime terroristico Houthi", recita un comunicato stampa.

"Il destino dello Yemen sarà lo stesso di Teheran", ha dichiarato, in una nota, il Ministro israeliano della Difesa, Israel Katz. "Gli Houthi pagheranno un prezzo elevato per aver lanciato missili contro lo Stato di Israele. Continueremo ad agire in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo per difendere lo Stato di Israele", ha proseguito, per poi confermare che le Forze di Difesa del Paese stanno attaccando "obiettivi terroristici del regime terroristico Houthi presso il porto di Hodeida e stanno reprimendo con forza qualsiasi tentativo di ripristinare l'infrastruttura terroristica attaccata in precedenza".


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

Gaza
Hamas
Israele
PPN
Prima Pagina News

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU