Istat: "Nel 2050, il 41,1% delle famiglie sarà formata da persone sole"

"L’attesa futura diminuzione della popolazione residente segue l’andamento negativo registrato negli ultimi 10 anni".

(Prima Pagina News)
Lunedì 28 Luglio 2025
Roma - 28 lug 2025 (Prima Pagina News)

"L’attesa futura diminuzione della popolazione residente segue l’andamento negativo registrato negli ultimi 10 anni".

"Le ultime previsioni demografiche, aggiornate al 2024, disegnano un processo di transizione all’interno del quale il peso dell’odierna struttura per età della popolazione è prevalente rispetto ai comportamenti demografici attesi, pur in un quadro di incertezza.

A loro volta, ulteriore aumento della sopravvivenza, bassa natalità e trasformazioni familiari confermano un cambiamento continuo nella struttura della popolazione che comporterà un auto-rafforzamento del processo di invecchiamento, nonostante il positivo apporto delle migrazioni con l’estero.

La popolazione residente, oggi circa 59 milioni, è prevista in diminuzione a 54,7 milioni entro il 2050, con un calo graduale ma costante nel tempo. Entro lo stesso anno la quota di anziani di 65 anni e più sale al 34,6% (dal 24,3%), quella di individui di 15-64 anni scende al 54,3% (dal 63,5%). Scende di un punto percentuale la quota di giovani fino a 14 anni (dal 12,2 all’11,2%).

Una famiglia su cinque sarà composta da una coppia con figli (oggi tre su 10) mentre il 41,1% delle famiglie sarà formata da persone sole (oggi 36,8%)". E' quanto rileva l'Istat nelle "Previsioni della popolazione residente e delle famiglie".

"L’attesa futura diminuzione della popolazione residente segue l’andamento negativo registrato negli ultimi 10 anni. Lo scenario di previsione “mediano” delinea un ulteriore calo di 478mila individui entro il 2030 (58,5 milioni), con un tasso di variazione medio annuo pari al -1,2‰. Nel medio termine la diminuzione della popolazione subisce un’accelerazione: da 58,5 milioni a 54,7 milioni tra il 2030 e il 2050 (tasso di variazione medio annuo pari al -3,3‰)", prosegue l'Istat.

"Nel lungo periodo la dinamica demografica prevista ha un impatto ancora maggiore sulla numerosità della popolazione. In base allo scenario mediano, essa scenderebbe nel 2080 a 45,8 milioni, ulteriori 8,8 milioni in meno rispetto al 2050 (-5,4‰ in media annua). Sotto tale ipotesi il calo complessivo dall’anno base dell’esercizio (2024) ammonterebbe a 13,1 milioni di residenti. L’incertezza delle previsioni demografiche è positivamente correlata alla distanza tra l’anno base e l’anno di previsione.

Nel 2050 l’intervallo di confidenza al 90% (la situazione in cui il valore corretto risulta all’interno dei due estremi con probabilità pari al 90%) associato alla numerosità della popolazione è pari a 4,1 milioni (52,5 – 56,8). Nel 2080 esso raggiunge il valore di 13,8 oscillando tra 39,0 e 52,8 milioni", si legge ancora.

"Considerando gli estremi degli intervalli di confidenza al 90%, nell’ipotesi più favorevole la popolazione potrebbe subire una perdita di “soli” 6,2 milioni tra il 2024 e il 2080, di cui 2,2 milioni già entro il 2050. Al contrario, nello scenario di maggiore diminuzione, nel 2080 la popolazione avrebbe 20,0 milioni di individui in meno rispetto ad oggi, 6,5 milioni dei quali già persi nel 2050. In conclusione, sembra inevitabile che la popolazione diminuisca, pur a fronte di evidenze numeriche profondamente diverse l’una dall’altra, che richiamano nell’immagine scenari non solo demografici ma anche sociali ed economici di impatto altrettanto diverso", aggiunge l'Istituto.

"Tutto il territorio nazionale sarà interessato da un progressivo spopolamento, ma con alcune differenze a livello geografico. Tale variabilità farà sì che nel Mezzogiorno il fenomeno raggiunga una dimensione maggiormente significativa rispetto al Centro-nord.

Secondo lo scenario mediano, nel breve termine si prospetta nel Nord un lieve ma significativo incremento di popolazione (+1,1‰ annuo fino al 2030). Al contrario nel Centro (-1,3‰) e soprattutto nel Mezzogiorno (-4,8‰) si preannuncia un calo di residenti", evidenzia. "Nel periodo intermedio (2030-2050), e ancor più nel lungo termine (2050-2080), il calo di popolazione sarà invece generalizzato in tutte le ripartizioni geografiche, ma nel Mezzogiorno l’intensità della diminuzione raggiungerà livelli più alti.

Nel lungo periodo, la popolazione del Nord potrebbe ridursi di 2,8 milioni di abitanti entro il 2080 ma di appena 200mila se si guarda al 2050. Ben diverso è il percorso evolutivo della popolazione nel Mezzogiorno, la quale nel 2080 potrebbe ridursi di 7,9 milioni di abitanti, 3,4 milioni dei quali già entro il 2050. L’incertezza che accompagna le evidenze sopra descritte può portare in parte a differenti valutazioni.

Nel Nord, ad esempio, è potenzialmente possibile anche un percorso di leggera ma costante crescita demografica (fino a 1,1 milioni di residenti in più al 2080), come rappresentato dal limite superiore dell’intervallo di confidenza. Viceversa, tanto nel Centro quanto nel Mezzogiorno tale possibilità non è mai contemplata, nemmeno sotto le ipotesi di scenario più favorevoli", conclude l'Istat.


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