La festa del mate, la Calabria scopre la bevanda Argentina tanto cara al Papa, e Anna Stratigò ne canta la magia
Il prossimo primo agosto, anche quest’anno, si terrà a Lungro, in Calabria, siamo sul Pollino, per la sua settima edizione, "Mateando 2021, la Festa del Mate". La manifestazione, evento di grande successo di pubblico e partecipazione, è organizzato dall’associazione Officina della Musica.
(Prima Pagina News)
Venerdì 23 Luglio 2021
Cosenza - 23 lug 2021 (Prima Pagina News)
Il prossimo primo agosto, anche quest’anno, si terrà a Lungro, in Calabria, siamo sul Pollino, per la sua settima edizione, "Mateando 2021, la Festa del Mate". La manifestazione, evento di grande successo di pubblico e partecipazione, è organizzato dall’associazione Officina della Musica.
La Casa del Mate, unica realtà in Europa, è nata e ha unica sede a Lungro in quanto Lungro, oltre che comunità arbëreshe e sede dell’unica eparchia continentale di rito greco degli albanesi d’Italia, è anche Città del Sale, Città del Risorgimento e ora da tutti riconosciuta anche come “Capitale del Mate”.

La conoscenza di questa peculiarità della comunità lungrese di “consumare erba mate nelle famiglie come un rito quotidiano che si pratica dalla fine dell’ottocento”, è venuta alla luce dopo che l’artista Anna Stratigò ha composto una canzone dedicata al mate scrivendola sia in arbëreshe che in castigliano.

La canzone ha avuto grande successo e così, via web, tutto il mondo, compresa l’Argentina, ha scoperto che in Italia, in un piccolo comune albanese della Calabria, c’è un’altra piccola Argentina, e Lungro capitale del mate attira sempre più l’interesse di radio e televisioni nazionali.

Quest’anno il tema del Festival sarà il Mate come trait d’union tra Tarantella e Tango, i balli più amati da Lungresi e dagli argentini.

- Anna Stratigò perché un Festival del Mate a Lungro?

Un Festival per due motivi: perché la gerba mate è un’erba che fa bene e ha molte proprietà benefiche e poi perché il suo consumo è un rito socializzante che sarebbe un peccato perdere e che si ripete a Lungro da più di un secolo. Rriti Matit (Il rito del mate) ha caratterizzato e caratterizza la vita di tutti i lungresi; chiunque abbia vissuto a Lungro per un periodo di tempo, andandosene ha portato con se il ricordo del rito del mate. Attorno al camino in cerchio la maggior parte delle famiglie si sono ritrovate e si ritrovano col mate tutti i giorni e chiacchierando trasmettono storie di oggi e di ieri. Questo rito ha rafforzato i connotati della socialità contribuendo a rendere ancora più solidi i principi della Gjitonia arbëresh, anche questa è la nostra identità.

-Quanto crede che queste tradizioni possano servire alle giovani generazioni? 

Dalla mia esperienza trentennale di insegnante e operatrice culturale ho verificato che i giovani a volte tendono a sottovalutare il valore di una pratica tradizionale che vedono in famiglia perché la danno per scontata e in fondo la replicano per abitudine. Di conseguenza quando lasciano la famiglia, spesso la abbandonano. Farli riflettere su quel gesto quotidiano col quale sono cresciuti, sulla storia e sul suo valore, li fa innamorare e la fanno propria. Anche se un giovane lungrese, quando lascia Lungro per l’università, porta sempre con sè il mate (lo abbiamo fatto tutti) ho notato che ora lo fanno con più consapevolezza e non per abitudine e sono orgogliosi e promuovono ovunque il loro paese. Io a Bergano giovanissima e al primo incarico di insegnamento ero osservata con sospetto perché una volta mi avevano vista a casa bere il mate e non sapevano cosa fosse! io, come tutti i lungresi fuori casa, avevo portato con me un po’ di famiglia , il mate era la mia famiglia lontana).

-Il mate ora diventa anche una canzone, un modo più facile per raggiungere il modo dei ragazzi?

Ho scritto nel 2012 la canzone del mate sia in arbëreshe che in castigliano perché volevo fare un regalo a questa bevanda che aveva contribuito tanto alla mia formazione di persona e di musicista. Per merito del mate stavamo in famiglia ore e ore a chiacchierare delle storie della nostra famiglia e a cantare e suonare.Con gli amici durante le feste, giravano le case a bere il mate trascorrendo giorni interi in serenità e socialità e siamo cresciuti cosi rafforzando le nostra amicizia Volevo fare una canzone per tutti, una ricetta del mate in musica e per il testo mi sono fatta aiutare anche dai bambini e dai ragazzi che venivano all’officina della musica. Avevo un sogno: sentirla cantare per strada da tutti e specialmente dai più giovani per farli sentire sempre più vicini a questa tradizione e usare la canzone come strumento per far parlare arbëreshe anche a chi non lo faceva più. La cosa che mi emoziona di più è camminare in paese e sentire una voce che viene da una finestra di un bimbo che canta la canzone del mate (kënga e matit) e poi andare in Argentina e sapere che anche li amano la mia canzone. A distanza di 8 anni posso dire che il sogno è diventato realtà.(b.n.)

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