Maestri di Giornalismo. “Premio alla carriera” a Elio Donno, un instancabile testimone del nostro tempo.

Lecce. Ecco i vincitori della Undicesima Edizione del Premio Nazionale di Giornalismo Antonio Maglio 2022: Pietro Mecarozzi, Andrea Gabellone e Benedetta Sangiardi. Al grande maestro del giornalismo pugliese Elio Donno va invece il Premio alla carriera.

di Pino Nano
Venerdì 09 Settembre 2022
Roma - 09 set 2022 (Prima Pagina News)

Lecce. Ecco i vincitori della Undicesima Edizione del Premio Nazionale di Giornalismo Antonio Maglio 2022: Pietro Mecarozzi, Andrea Gabellone e Benedetta Sangiardi. Al grande maestro del giornalismo pugliese Elio Donno va invece il Premio alla carriera.

Undicesima Edizione del Premio Nazionale di Giornalismo Antonio Maglio 2022.I vincitori sono Pietro Mecarozzi, Andrea Gabellone e Benedetta Sangiardi. Al grande maestro del giornalismo pugliese Elio Donno è andato invece il Premio alla carriera.

Manifestazione solenne a Lecce anche quest’anno per questa XI Edizione del Premio nazionale di giornalismo "Antonio Maglio 2022", che è stata vinta da Pietro Mecarozzi, freelance milanese, per l'inchiesta "La prigione degli innocenti" comparsa sulla copertina dell'“Espresso” il 27 marzo scorso.

È un’inchiesta di grande impatto e valore sociale che parla dei bambini costretti a vivere reclusi in carcere con le loro madri che stanno scontando condanne, costretti a passare i primi anni della loro vita dietro le sbarre per colpe che non hanno commesso. Una vergogna tutta italiana, che ora però, dopo l'inchiesta di Pietro Mecarozzi, potrebbe avviarsi forse alla fine.

I secondi premi, ex aequo, sono andati a Andrea Gabellone, freelance e fotoreporter leccese, con il reportage "Dall'Ucraina all'Europa, in fuga dalle bombe: in viaggio insieme ai profughi di guerra" pubblicato sul “Nuovo Quotidiano di Puglia” e Benedetta Sangirardi, freelance tarantina, per l'articolo "Le nostre vite spezzate", storie di donne coraggiose, pubblicato sul settimanale femminile "F".

La serata di premiazione è stata condotta dal giornalista Marcello Favale, aperta dal presidente dell'Associazione Maglio, Adelmo Gaetani, e dal sindaco di Alezio, Andrea V. Barone. Il presidente onorario dell'Associazione, prefetto Carlo Schilardi, ha tenuto l'intervento conclusivo.

Riconoscimenti speciali sono andati all’On. Giacinto Urso, presidente emerito dell'Associazione Antonio Maglio “che ha guidato con autorevolezza e spirito di servizio dalla fondazione (maggio 2012) sino allo scorso mese di marzo”; e a Rosario Tornesello, direttore del "Nuovo Quotidiano di Puglia" e come Antonio Maglio, suo maestro di giornalismo, anche lui originario di Alezio.

Targhe speciali per la sezione "Comunicare il Salento" sono state invece consegnate a personalità che hanno invece dato lustro al territorio salentino “facendolo conoscere, con la loro attività scientifica, imprenditoriale, culturale, artistica o sportiva, nel nostro Paese e oltre i confini nazionali”.

Quanto basta, insomma, per una serata di grande effetto mediatico e di grande interesse giornalistico.

Il Premio più prestigioso, il “Premio alla Carriera”, è andato quest’anno al giornalista Elio Donno. Elio Donno viene oggi riconosciuto non solo come un “autentico testimone del suo tempo”, ma soprattutto come uno dei padri di riferimento del giornalismo in Puglia, terra che lui non ha mai voluto lasciare nonostante le mille lusinghe che in questi lunghi anni di lavoro ha pure ricevuto dai più importanti giornali italiani. Un giornalista che ha speso tutta la sua vita al servizio della grande famiglia dei giornalisti di Puglia e che a Roma rimane uno dei punto di riferimento istituzionali dell’intera categoria.

Presidente del Consiglio nazionale di disciplina dell'Ordine dei Giornalisti. Iscritto all'Ordine di Puglia dal gennaio 1959, ha affiancato alla sua intensa attività pubblicistica il fattivo impegno nel governo degli organi professionali. Consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Italiani dal 1998 al 2017, ha curato per 14 anni, sino al 2021, il Massimario dell'Ordine, con riassunto delle decisioni assunte in materia disciplinare e di tenuta dell'Albo. Per 20 anni consigliere e anche vicepresidente dell'Ordine di Puglia, è stato anche componente del Collegio Nazionale dei Probiviri della Fnsi e per molti anni vicepresidente dell'Unione Stampa Sportiva Italiana. Per lui è l’ennesimo riconoscimento importante, per una carriera interamente votata e dedicata al mondo della comunicazione.

Veniamo ai profili dei vincitori

Pietro Mecarozzi, 28 anni, toscano di nascita, residente a Milano, si laurea in Scienze Politiche a Firenze e frequenta il Master in giornalismo politico-economico presso la Business School del Sole 24 Ore. Comincia la "gavetta" alla Repubblica Firenze, poi la Nazione e altre redazioni. Collabora con Repubblica e firma inchieste per il Fatto Quotidiano, Tpi, Domani e L'Espresso. Dal 2019 lavora nella redazione de Linkiesta. Un libro di racconti alle spalle e nel tempo libero Charles Mingus, Milan e Dostoevskij.

Andrea Gabellone, 44 anni, leccese, giornalista e fotoreporter freelance. Ha collaborato con testate come Repubblica, Linkiesta, il Manifesto, Paese Nuovo, il Tacco d'Italia. Dal 2015 al 2020 è stato direttore responsabile di Leccesette.it. Suoi lavori di fotoreporter sui flussi migratori sono stati esposti al Castello Carlo V e al Museo Storico di Lecce. Per il reportage "Oltre il confine", sulla rotta alpina dei migranti tra Italia e Francia, ha ricevuto nel 2019 il premio "Michele Campione". Collabora con Unhcr, agenzia dell'Onu per i rifugiati.

Benedetta Sangirardi, 42 anni, tarantina di nascita milanese di adozione, si laurea in Scienze della Comunicazione, indirizzo giornalismo, a Roma. Giornalista professionista dal 2005, dopo aver lavorato per dieci anni nel quotidiano online affaritaliani.it occupandosi di cronaca, politica, costume, sociale, dal 2015 scrive come freelance per diversi periodici, in particolare per il settimanale "F" e per il mensile Natural Style, dove si occupa di attualità, donne, storie vere, temi legati alla disabilità, adolescenti, social network.

Il Premio si è chiuso con un “Arrivederci al prossimo anno”, nella consapevolezza che anche in futuro il Premio rimarrà strettamente legato alla storia e alla grande tradizione del giornalismo pugliese.


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