Renzi, Calenda & il Terzo Polo, era ora Italia

Il dado è tratto, dice l’osservatore attento. Il sogno è diventato realtà, esulta chi invece, da tempo, è contrario ai due opposti e classici schieramenti. E’ un dato, però, che Calenda e Renzi hanno costituito quel Terzo polo, assente, ormai, da tempo dalla politica italiana, ma piuttosto frettolosamente costituito, vista l’urgenza della scadenza elettorale.

di Gregorio Corigliano
Venerdì 12 Agosto 2022
Roma - 12 ago 2022 (Prima Pagina News)

Il dado è tratto, dice l’osservatore attento. Il sogno è diventato realtà, esulta chi invece, da tempo, è contrario ai due opposti e classici schieramenti. E’ un dato, però, che Calenda e Renzi hanno costituito quel Terzo polo, assente, ormai, da tempo dalla politica italiana, ma piuttosto frettolosamente costituito, vista l’urgenza della scadenza elettorale.

Non è stato facile, men che meno scontato visto che da un lato c’è stata una contesa non di poco conto. Calenda sembrava miele e manna con Letta e con la coppia Bonino-Della Vedova, stringendo un patto suggellato da un bacio sulla guancia al leader pd.  Renzi, ha atteso invano che il suo sereno successore gli facesse uno squillo di campanello. Era fiducioso ed attendeva, il senatore di Rignano. Invece, nulla di fatto. Ed aveva prima promesso e poi minacciato di correre da solo.

Non si saprà mai se era davvero convinto di percorrere la strada - lunga e tortuosa - verso il Parlamento in compagnia solo di quanti lo hanno seguito in Italia Viva, dopo aver clamorosamente abbandonato quel pd che gli aveva pur dato molte soddisfazioni. Quel partito che adesso, dopo averlo incoronato lo ha mollato e di brutto.

La scissione sembrava temporaneo distacco, ma nessuno dei fedelissimi, molti dei quali beneficati, rimasti legati mani e piedi al Nazareno, lo ha seguito. A parte Maria Elena Boschi, Ettore Rosato e Teresa Bellanova. Dei Lotti, dei Marcucci e dei Guerini – e perché no dei Gentiloni- silenzio di tomba. E vennero i giorni del batticuore per Renzi.  Con il coraggio che, a dire il vero non gli è mai mancato, non si è detto preoccupato, nonostante le Ghisleri, i Noto ed i Masia, non lo hanno omaggiato una volta di un sondaggio superiore al 2,9. Che avrebbe significato e significa il non raggiungimento del quorum per entrare in Parlamento.

Scontato il no al trio Meloni-Salvini-Berlusconi (anche perché Gelmini e Carfagna gli hanno preferito Calenda), preso atto che nel patto primigenio Letta-Calenda non è stato, al di là delle illusioni, chiamato a partecipare, Renzi ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco. E non gli è parso vero che, all’indomani dell’allungamento del patto Letta-Calenda, anche a Fratoianni, Bonelli e -udite,udite- al signor Di Maio di Pomigliano d’Arco, l’ex ministro del Mise, figlio di Cristina Comencini, già dirigente della Ferrari, non lo riconoscesse più.

“A me stocco di sera”?, pare abbia esclamato Calenda. Chi, tra i miei lo digerisce? E la Bonino che, pure, ne aveva tessuto le lodi? Nulla, lasciata nelle mani di Della Vedova e nel ricordo di Pannella. Eppure non sembrava. Le telefonate ed i tweet hanno cambiato indirizzo. Tutti verso Firenze, altro non ci poteva essere. Memore, ma non tanto, che a portarlo nel Pd e a farlo ministro era stato Renzi, si è messo, all’inizio timidamente, poi con maggiore lena, a interloquire con gli sherpa fiorentini, tra i più fedeli sostenitori della linea social di Matteo Renzi. Gira che ti rigira, parla che ti riparla, l’intesa è stata raggiunta. E, pare, siglata.

Senza i mesi della prevista gestazione, il figlioletto è nato. Si chiama Terzo di nome, Polo di cognome. Né Renzi, né Calenda. O forse più Calenda che Renzi. Tutto rose e fiori, a dispetto di quanti, auspicando un parto naturale, avevano detto che “se son rose fioriranno”.  L’innesto è stato fatto, si chiama innesto per talea. Spesso, a dire il vero, attecchisce, qualche altra volta no. Dipende dal clima, dal concime e dall’anticrittogamico. E’ un fatto ulteriore che tra i calendisti e i renzisti qualche mal di pancia è venuto fuori. Chi per dire che era più azzeccato il primo patto, quello Letta-Calenda-Bonino, altri per gridare che Renzi si è calato le braghe. Chi per dire che è solo tattica, che invece per sostenere che, la destra e la sinistra, anche un giglio ci sta bene.

Ed ancora: topolino o leoncino? E’ un fatto che nel pollaio del centro ci sono due galli assai canterini. Del primo, Renzi, sappiamo tutto e anche di più, di Calenda stiamo cominciando a capire. Ha fatto bene Renzi a fare un passo indietro sul piano dell’immagine? Il galletto neonato da chi si farà allattare, dai berluscones in libera uscita, o dai suoi ex amici nazareni che sono stanchi delle mosse di Letta? Il latte per crescere è vitale, come è vitalità, sia pure pericolosa, il tuffo nell’agone. Renzi, si sa, nuota bene, quasi quanto la Pellegrini.


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

Carlo Calenda
Matteo Renzi
PPN
Prima Pagina News
Terzo Polo

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU