#Covid19, virologi sempre più presenti in tv che non in laboratorio

L’analisi del sociologo Rocco Turi sulla sbornia televisiva che in queste settimane ha investito decine di virologi italiani.

di Rocco Turi
Sabato 09 Maggio 2020
Roma - 09 mag 2020 (Prima Pagina News)

L’analisi del sociologo Rocco Turi sulla sbornia televisiva che in queste settimane ha investito decine di virologi italiani.

Nella classifica Scopus H-Index, formulata dalla casa editrice Elsevier di Amsterdam, che qualifica l’autorevolezza dei virologi, ho letto che gli italiani più intervistati dai giornali e nelle varie trasmissioni, in questi tempi di Covid-19, hanno ottenuto un basso punteggio. Basso punteggio hanno ottenuto soprattutto gli “studiosi” che fanno parte del gruppo di esperti del Governo italiano.

Anche a me risultano esempi di consulenti che hanno avuto poco tempo da dedicare alla ricerca pura, lontano dai riflettori e da occasioni politiche propizie alla carriera. Al contrario, i virologi italiani che hanno ottenuto un maggior punteggio nel database di Scopus hanno ricevuto poca o nessuna attenzione mediatica e, soprattutto, non risultano consulenti del Governo italiano.

Non c’è da stupirsi! In Italia esiste una relazione direttamente proporzionale fra carriera e politica. Cosiddetti studiosi, professori e professorini, medici in carriera ed esperti “del nulla” hanno compreso quale fosse la via del successo.

Conosco professori che hanno fatto carriera con articoli pubblicati nei giornali di provincia, cronaca locale e scambi di favore fra colleghi per sostenere figli e promuovere congiunti. Non a caso, “congiunto” è locuzione molto famigliare alla classe politica italiana.

Quale interesse avrebbe il Governo e la classe politica a servirsi di consulenti che nessuno conosca personalmente? Ecco allora avanzare l’esercito degli amici per occupare posti e ricevere prebende nel mare dei “consiglieri”. Consiglieri di che, se non degli amici? Conosco gente che ha dedicato la sua vita a coltivare rapporti politici attraverso piccoli raggiri di inviti e contro inviti di paese per crescere nella propria carriera; conosco altresì - ancora meglio - soggetti la cui vicinanza fisica al potere li ha catapultati nel giro di importanti presidenze e delegazioni mondiali, così come conosco autori che hanno scritto libri senza valore e a questi affidano prestigio e popolarità che, evidentemente, viene altrove smorzata. Concetti che non costituiscono novità ma sono la conferma, tranne consuete eccezioni, della prassi per la quale in Italia si viva esattamente così. Un intellettuale avulso da questo sistema è costretto a intraprendere la via dell’estero. Viene fuori la cattiva coscienza della classe politica italiana la quale, periodicamente, si aggrappa all’ipocrita campagna finalizzata al “ritorno dei cervelli”. E’ cattiva coscienza perché ancora oggi la classe politica si adopera ad assecondare amici e portaborse nel lauti compensi da consulenti nell’affaire coronavirus. Cosa importa loro? “Loro” – i politici – sono sempre in campagna elettorale e ben sanno che gli amici e gli amici degli amici saranno sempre grati per crescere tutti insieme in un abbraccio dalle sembianze para mafiose.


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