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Il legale di una donna ivoriana: "Presenteremo un esposto alla Procura di Roma contro l'archiviazione della premier Meloni". Il Procuratore di Roma: "Gli atti sono stati inviati in 24 ore, nessun ritardo".
Il legale di una donna ivoriana: "Presenteremo un esposto alla Procura di Roma contro l'archiviazione della premier Meloni". Il Procuratore di Roma: "Gli atti sono stati inviati in 24 ore, nessun ritardo".
Per quanto riguarda il caso Almasri, "la sussistenza dello stato di necessità, come enunciato dall'articolo 25 del 'Responsability of State for Internationally Wrongful Acts 2001' della International Law Commission delle Nazioni Unite, legittima sul piano del diritto interno le condotte di tutti i rappresentanti del governo italiano coinvolti nel presente procedimento".
Lo ha scritto il governo, nella memoria difensiva inviata lo scorso 30 luglio (dopo che i legali del governo avevano visionato gli atti, ndr) al Tribunale dei Ministri.
La norma citata si riferisce al codice di diritto internazionale sulla responsabilità degli Stati per atti illeciti, che giustifica, come nel caso citato nella memoria, l'illegittimità di un provvedimento per salvaguardare un interesse essenziale dello Stato da un pericolo grave e imminente. Questo passaggio della memoria è negli atti inviati alla giunta per le autorizzazioni.
"Presenteremo un esposto alla Procura di Roma contro l'archiviazione della premier sul caso Almasri. Giorgia Meloni ha, infatti, detto di aver condiviso le decisioni". Così l'avvocato Angela Maria Bitonti, legale di una donna ivoriana vittima delle torture perpetrate dal generale libico Almasri, facendo riferimento all'archiviazione della premier Giorgia Meloni da parte del Tribunale dei Ministri.
"Aspettiamo anche le decisioni parlamentari sull'autorizzazione a procedere nei confronti dei due ministro e del sottosegretario - aggiunge - Se non dovesse arrivare il via libera, valuteremo quali azioni mettere in campo". "Faremo, inoltre, una nuova istanza per visionare gli atti visto che la precedente è stata rigettata in quanto la mia assistita è stata considerata una vittima indiretta", precisa Bitonti.
"Non condividiamo questa visione - evidenzia - riteniamo sia una vittima diretta perché il rimpatrio di Almasri e la mancata consegna alla Corte penale internazionale non consente il processo. Significa aver impedito alle vittime di crimini cosi atroci di ottenere giustizia".
"Appare verosimile che l'effettiva e inespressa motivazione degli atti e delle condotte tenute tanto dal ministro Nordio - nel decidere di non dar corso alla richiesta di cooperazione della Cpi relativa sia all'arresto che al sequestro - quanto dal ministro Piantedosi - nel decretare l'espulsione dal territorio dello Stato - ed infine dall'Autorità delegata Mantovano - nel richiedere il volo Cai per l'accompagnamento in patria - sia da rinvenirsi, piuttosto, nelle preoccupazioni palesate dal Prefetto Caravelli (il direttore dell'Aise, ndr), nell'ambito delle riunioni intercorse tra i vertici istituzionali, riferite a possibili ritorsioni per i cittadini e gli interessi italiani in Libia derivanti dal mantenimento in vinculis di Almasri". Lo rende noto il Tribunale dei Ministri, negli atti dell'inchiesta sul caso Almasri, depositati alla Camera dei Deputati, in cui si chiede l'autorizzazione a procedere per il Guardasigilli Carlo Nordio, il Sottosegretario Alfredo Mantovano e il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.
"L'Ufficio di Presidenza della Giunta per le autorizzazioni della Camera ha deciso all'unanimità i tempi dell'esame delle carte inviate dal Tribunale dei Ministri in merito alle posizioni del sottosegretario Alfredo Mantovano e dei ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio sul caso Almasri, dando di fatto avvio ai lavori. Entro la fine di settembre sarà pronta la relazione per l'Aula, si terranno almeno cinque sedute, inviteremo infine gli interessati a fornire i loro chiarimenti.
Sia la Giunta che l'Aula esprimeranno tre voti distinti, con voto palese in Giunta e segreto in Aula la quale voterà definitivamente entro ottobre", ha dichiarato il Presidente della Giunta per le autorizzazioni, Devis Dori.
"C'è qualcuno che va dicendo che ho inviato in ritardo gli atti del tribunale dei ministri sul caso Almasri alla Camera sostenendo che li avrei ricevuti l'1 agosto. A parte il fatto che gli atti andavano letti, rimessi in ordine, corredati da alcuni provvedimenti necessari per eseguire le decisioni del Tribunale dei ministri e interamente fotocopiati, il tempo impiegato è stato minimo e cioè dal 4 agosto, giorno di arrivo degli atti in procura, al 5 agosto, giorno di arrivo degli atti alla Camera. Se 24 ore vi sembrano troppe…". Così il Procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, che ha aggiunto: "Chi lo ha detto che gli atti sono pervenuti in Procura l'1 agosto? Ci sono informazioni riservate che non conosco?".