Emilio Errigo “Un uomo al servizio dello Stato”
I riconoscimenti assegnati quest’anno dalla prestigiosa “Accademia Culturale Fyord of Rhegium” di Reggio Calabria sono: Uomo dell’Anno Calabria, Emilio Errigo, Generale della Guardia di Finanza; Donna dell’Anno Calabria Paola Maria Serranò, oncologa; Uomo dell’Anno Reggio Calabria, Piero Gaeta, giornalista Capo Servizio della Gazzetta del Sud.
di Pino Nano
Venerdì 23 Settembre 2022
Roma - 23 set 2022 (Prima Pagina News)
I riconoscimenti assegnati quest’anno dalla prestigiosa “Accademia Culturale Fyord of Rhegium” di Reggio Calabria sono: Uomo dell’Anno Calabria, Emilio Errigo, Generale della Guardia di Finanza; Donna dell’Anno Calabria Paola Maria Serranò, oncologa; Uomo dell’Anno Reggio Calabria, Piero Gaeta, giornalista Capo Servizio della Gazzetta del Sud.

 

Si dirà che a Reggio Calabria, il presidente della prestigiosa Accademia Culturale Fyord of Rhegium” dr. Aldo Tripodi ha scelto di “copiare” le migliori tradizioni americane, ma era ora che qualcuno lo facesse, soprattutto in una regione dove pessimismo collettivo e rancori personali diventano il più delle volte miscela esplosiva per polemiche senza fine e senza tempo.

Anche in Calabria, dunque, finalmente un riconoscimento che premia l’Uomo dell’Anno, ma anche la Donna dell’Anno e in questo caso specifico il Reggino dell’Anno.

Come dire? Il trionfo del regionalismo, o anche il trionfo del local, che è fenomeno bellissimo, rispetto ad una cultura globale che tende invece a generalizzare e ad annullare spesso il valore reale delle qualità personali di chi lavora al servizio degli altri. In questo caso specifico, al servizio del Paese e della Repubblica.

Il primo premio di quest’anno come “Man of Year Calabria” l’Accademia reggina lo assegna ad un uomo di Stato, ad un grande servitore del Paese, protagonista di mille inchieste diverse, un alto ufficiale della Guardia di Finanza che ha trascorso sul mare gran parte della sua vita, e che tra i suoi interlocutori privilegiati per via della lotta alla criminalità internazionale ha avuto proprio uomini come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Parliamo del generale Emilio Errigo, ma sarebbe un errore gravissimo parlare di lui solo come Ufficiale delle Fiamme Gialle.

L’uomo infatti è un intellettuale poliedrico, autore di decine di saggi diversi, giornalista e scrittore insieme di “cose calabresi” come nessun altro ha saputo farlo prima di lui, con uno stile raffinatissimo, una tensione e una passione civile da renderlo un “compagno di strada” insostituibile per chiunque abbia voglia di conoscere la Calabria e la storia della sua gente.

Nato a Reggio Calabria il 4 ottobre 1957, sposato con due figli, dopo aver conseguito una laurea in Giurisprudenza con “Indirizzo internazionale”, ed una laurea in Economia e Commercio in “Scienze dell’economia e dalla gestione aziendale”, Emilio Errigo consegue un primo master universitario di secondo livello in Homeland Security, ed un secondo master anche questo di secondo livello in “Sicurezza, coordinamento interforze e cooperazione internazionale”. Quanto basta, insomma, per fare di lui non solo un “agente operativo” a bordo delle navi delle Fiamme Gialle, ma anche un consulente privilegiato e di spessore internazionale per la “lettura” e la decodificazione dei trattati marittimi più ostici e meno comprensibili.

Come se tutto questo non bastasse, l’alto ufficiale è stato tantissime volte diverse chiamato a insegnare i segreti della sua vita e della sua missione istituzionale presso i vari istituti di istruzione della Guardia di Finanza, l’Accademia delle Fiamme Gialle, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Nautica, la Scuola Ispettori e Sovrintendenti, ma anche presso la stessa Università degli Studi di Tor Vergata, dove ha tenuto un corso di “Diritto integrativo” e di “Diritto Internazionale del mare”.

Alle spalle Emilio Errigo si porta con onore decine e decine di encomi diversi, di riconoscimenti solenni, di decorazioni al merito, semplicemente per aver dedicato tutta la sua vita alla difesa delle coste del Paese, e per aver stroncato i grandi traffici illeciti dei narcotrafficanti per mare. Storia, la sua, di una eccellenza tutta italiana e di cui la Repubblica va fiera.

Analista come pochi, studioso instancabile dei dossier più spinosi del bacino del Mediterraneo, non a caso viene chiamato a insegnare ai giovani ufficiali della Guardia di Finanza materie come il “Diritto della navigazione e dei trasporti”, il “Diritto comunitario e doganale”, il “Diritto ambientale e la normativa doganale in materia di trasporti”. Ma nel corso degli anni il nostro “eroe-marinaio” ha ricoperto gli incarichi di Presidente, o anche più semplicemente di componente di commissioni, comitati, gruppi di lavoro in materia di standardizzazione degli apprestamenti logistici navali, corsi di qualificazione anticorruzione e sicurezza dei luoghi di lavoro e dei lavoratori, nonché membro del Comando Generale presso la Commissione Interministeriale Tecnica per la Difesa Civile.

Parliamo evidentemente di una personalità di altissimo profilo istituzionale e militare insieme.

Non solo, ma il generale che sabato prossimo sarà insignito del prestigioso riconoscimento di “Man of Year” e stato anche componente del Comitato Operativo della Protezione Civile designato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Infine, una chicca ulteriore, specializzato lui in comando di unità navali e reparti navali è oggi abilitato all’esercizio di Consigliere Giuridico nelle Forze Armate oltre che componente del Comitato Scientifico OSDIFE, che è l’Osservatorio sulla Sicurezza e Difesa CBRNe, il che vuol dire che i grandi problemi di sicurezza nazionale passano anche dalla sua scrivania e dal suo ufficio.

Un curriculum il suo di cui la Guardia di Finanza va fiera. Ma tutto questo lo si coglie meravigliosamente bene nella prefazione che il Generale di Divisione Paolo Poletti, Capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza, fa all’ultimo libro di Emilio Errigo, dal titolo “Occhi di mare”, un libro dedicato alle operazioni temerarie della Guardia di Finanza sui mari di mezzo mondo.

Come si naviga? Con umiltà, perché il mare te lo consente. Potrai dimostrargli la tua abilità, ma superarlo mai…Parliamo di finanzieri di mare, che ho imparato ad amare per queste ragioni. Nelle storie di questo libro -scrive il Comandante Generale delle Fiamme Gialle- le ritroverete tutte. Leggerete l’entusiasmo, la caparbietà, la capacità di anteporre la missione a sè stessi. Leggere di piccole e grandi storie, tutte piene di coraggio e dignità. …Una volta tanto, le storie più belle le abbiamo in casa…Buona lettura.”.

Dopo aver letto Occhi di mare, gli ho scritto un messaggio personale che mi piace qui riproporre perché scritto con il cuore non solo con la ragione, cosa non facile per un cronista che per mestiere non dovrebbe mai usare il cuore.

“Caro Emilio, ho riconosciuto nel taglio della copertina del tuo libro, il tuo sguardo felino. Oggi ho difficoltà a darti del tu. Sei davvero un personaggio straordinario, e non immaginavo che tu avessi fatto tutte queste cose raccontate nel tuo diario di bordo. Soprattutto non immaginavo che una corsa in mare fosse quasi una corsa nel deserto di Dakar, come tu la descrivi.

“Questo libro è di una forza mediatica dirompente, pieno di immagini esaltanti, di storie avvincenti, di personaggi che non si possono non amare, e leggo di una sinergia tra navi e aerei che non avrei mai immaginato. Un libro bellissimo, ti ripeto, perchè è una dichiarazione d'amore alle Fiamme Gialle e al Paese, con questo riferimento sommesso, quasi schivo, ma forte a Giovanni Falcone e a Paolo Borsellino con cui hai avuto il privilegio e l’onore di combattere i grandi sistemi criminali stranieri.

Come dire? In altri tempi, la mia Rai su un testo come questo di Occhi di mare ci avrebbe costruito una fiction, o comunque uno speciale di alto profilo istituzionale.

Davvero superbo il riferimento che fai ai tuoi uomini, quando scrivi “Occhi di mare non è un “uomo solitario”, ma è circondato da uomini veri che come lui hanno un forte senso di appartenenza al gruppo ed un incalcolabile senso del dovere”.

Oggi il direttore di Calabria Live Santo Strati ha scelto di dedicarti questo speciale, che coincide con la cerimonia del tuo premio a Reggio Calabria, e che è poi la tua città natale, era la città natale di tuo padre, marinaio come te e come te legato alla storia e alla difesa del Paese come forse pochi ancora sanno fare.

Marinai ed eroi del mare entrambi, apostoli della legalità su mari procellosi e senza nessuna certezza di poter far rientro a casa propria, il pericolo è il mestiere, così è stata la vostra e la tua vita. La stessa dei tuoi fratelli Ettore e Antonino, che hanno passato sulle navi delle Fiamme Gialle almeno 35 anni della loro vita.

E qui in questo inserto speciale chi avrà voglia di leggerti scoprirà la tua anima segreta, il tuo “paese ombra”, la vera grande passione della tua vita, che è stata la Calabria, con tutto quello che la storia di questa regione e della sua gente si porta dentro.

In ogni tuo editoriale qui riproposto c’è la paura dei più deboli, c’è la speranza dei disperati, c’è la solitudine di cha perso tutto, c’è la malinconia di chi è partito e non è più ritornato, c’è il dolore intimo che il grande Giuseppe Berto chiama molto più semplicemente il “male oscuro”, c’è questo legame indissolubile, ancestrale, viscerale che ti lega alla tua terra sin da quando l’hai lasciata e che ti tiene legato alla sua gente come neanche tu saresti mai in grado di confessare.

In ogni pagina di questi tuoi scritti dedicati alla Calabria c’è il senso dell’orgoglio, dell’appartenenza, la voglia smodata di gridare al mondo che sei calabrese dalla testa ai piedi e che devi tutto alla Calabria, nulla di più falso perché alla fine per emergere sei dovuto partire come tanti di noi hanno fatto. E quando hai finalmente trovato il tempo per rientrare nella tua vecchia casa di Reggio, di fronte al tuo mare di sempre, forse allora ti sei ritrovato ancora più solo di quando sei partito. Perché tornare a casa propria dopo 50 anni produce questo senso dello smarrimento che oggi un grande antropologo calabrese come Vito Teti chiama “la restanza”. Torniamo e non troviamo niente. Ripartiamo e ci sentiamo più soli che mai.

Ogni tuo editoriale scritto per Calabria Live racconta questo senso di disperazione, di impotenza per via di cose che non vanno per come dovrebbero e dentro ogni tua analisi c’è un senso della libertà che non sempre un cronista riesce ad avere fino in fondo. E la cosa forse più tenera che si possa scrivere di te, è di questa tua dedica eterna che fai continuamente a tua moglie, Concetta Vittoria Laganà, calabrese come te, e ai tuoi nipotini Emanuele, Emilio e Edoardo, che già immagini forse in divisa sulle orme del nonno generale o degli zii comandanti delle motovedette più veloci del Corpo.

Un giorno chiamai Santo Strati e gli posi questa domanda: “Ma hai letto il pezzo di Emilio Errigo? È durissimo, contro tutti”. Sai qual è stata la risposta di Santo Strati? “Ma lui può farlo, è un alto ufficiale della Guardia di Finanza e vede il mondo come noi forse non riusciamo a vederlo”.

Complimenti Generale per questo premio meritatissimo che ti prepari a ricevere nella tua città natale, e che corona nel caso ce ne fosse stato bisogno anni e anni di duro lavoro al servizio dello Stato.

Sono certo che Antonio e Marianna, i tuoi figli, ne andranno fieri per sempre.


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