Gennaro Sangiuliano sfida Fabio Fazio “Certo che sono napoletano”.
Il ministro della cultura ieri sera a Raitre con Fabio Fazio, Che tempo che fa.
(Prima Pagina News)
Lunedì 27 Marzo 2023
Roma - 27 mar 2023 (Prima Pagina News)
Il ministro della cultura ieri sera a Raitre con Fabio Fazio, Che tempo che fa.

Ieri sera su RAI3 a CheTempo che fa ospite di Fabio Fazio è stato il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano.

Abbiamo chiesto ad un vecchio autore di programmi RAI, il giornalista Pino Nano, un parere spassionato su questo dibattito a tratti anche molto intrigante.

Partiamo da questo, spettacolo superbo. Credo che il ministro Gennaro Sangiuliano a “Che Tempo che fa” abbia messo alle corde, ripetutamente e platealmente questa sera, un Fabio Fazio certamente preparato ad un fuoco fila contro di lui, ma forse impreparato ad un uomo di governo che le cose che pensa non le manda a dire, anzi te le rovescia addosso senza se e senza ma. Se dovessi dare un giudizio tecnico dell’incontro Fazio-Sangiuliano direi che il match è stato vinto da Gennaro Sangiuliano per KO.

Impietoso, irriducibile, a volte anche saccente, a tratti filosofo e storicoinsieme, ma preparato e informatissimo, questo è il ministro della cultura che ho ritrovato questa sera su RAI TRE, un giornalista intellettualmente libero, uno scrittore navigato, un conservatore convinto, un conoscitore profondo della cultura italiana ed europea, un passionario di Benedetto Croce, un uragano in piena, che travolge Fazio mille volte mille, affrontando con sicurezza e rigore ogni tema e ogni file annotato sull’agenda personale del conduttore. Persino la RAI, ne esce a pezzi, nel giudizio attento, scrupoloso e anche rispettoso dell’ex direttore del TG2 che confessa candidamente che non sempre “in RAI c’è stata libera circolazione di idee”.

 Ma è la stessa determinazione che Gennaro Sangiuliano usa contro il provincialismo esterofilo, quando riconosce che “non è pensabile e non è istituzionalmente corretto che i dieci più grandi musei d’Italia siano oggi guidati da direttori stranieri”.

 Si può pensare quello che si vuole di questo ministro, tranne che non sia un pezzo di Stato, e in questo caso un Uomo di Stato a 360 gradi, capace di difendere il suo Governo, schierato apertamente dalla parte di Giorgia Meloni, ma con un mantra straordinario, che è quello che lui stesso condensa e racchiude nel concetto che “i grandi della cultura alla fine si ritrovano”.

Morale della favola, se destra e sinistra fossero movimenti di opinione più maturi, per il Paese sarebbe tutto più semplice. Iconico il riferimento a Prezzolini, di cui lui stesso è stato uno dei grandi biografi, ma altrettanto iconico il riferimento a Gobetti e a Gramsci.

Mai un tentennamento, mai uno scivolone, lucidissimo, quasi strategico, consapevole di doversi difendere dalle lobby della sinistra, che il ministro non osa citare ma attacca duramente e frontalmente, uomo libero fino in fondo e fino all’inverosimile, anche quando da dipendente della RAI, oggi a riposo per impegni di Governo, riconosce che è giusto che il popolo italiano paghi il canone, ma è doveroso da parte della RAI garantire pluralismo e rispetto delle opinioni altrui.

 E quando Fazio prova a tendergli la “trappola” forse più insidiosa, il termine sembra brutto ma forse rende meglio il clima del dibattito, mettendolo a diretto confronto con il suo Sottosegretario Sgarbi, che pare non sia d’accordo a far pagare il biglietto nei musei, Gennaro Sangiuliano riscopre la sua vera anima, che è quella di Robespierre, per cui la libertà prima di ogni cosa, soprattutto se si parla di libertà di pensiero, e a un Fazio in tensione perenne, risponde ironico quanto mai “Ma sbaglio o Sgarbi ha appena alzato il biglietto del suo teatro”?.

 E’ chiaro che Fazio ha davanti poco spazio per vincere la partita dell’anno, e allora gli rinfaccia la sua napoletanità, e lui di rimando sciorina il suo “verbo” napoletano, “grazie Napoli per avermi dato alla luce, grazie Napoli per avermi fatto crescere a due passi dal Museo Nazionale, nel cuore della città vecchia”, e per dire ancora meglio “Grazie Napoli” il giovane “scugnizzo napoletano” rincara la dose, “a Napoli farò nascere presto sia il Museo dedicato al grande Caruso, sia il museo dedicato al grande Totò”.

Colpi su colpi, in televisione c’è un Fabio Fazio che per la prima volta sorride meno delle altre, che cerca disperatamente sui suoi appunti di lavoro un’ ancora di salvezza equando pensa di averla trovata si becca invece una nuova provocazione verbale “Certo che faremo il grande Museo della Shoa, lo hanno le più grandi capitali europee, e a Roma per oltre dieci anni i sindaci di Roma si sono solo palleggiata la palla, ora io ho trovato i soldi per farlo, in onore delle vittime di quell’eccidio”.

Fazio però non è ancora soddisfatto, e lo porta sul concetto e sul significato dell’antifascismo, convinto forse di trovare dall’altra parte un pugile suonato, ma Gennaro Sangiuliano gli risponde con durezza “Un governo più antifascista di questo non esiste”.

È salva la Meloni, è salvala storia, è salva la verità, ma è salva soprattutto la dialettica e la libertà di opinione.

A questo punto Fazio, che conosce bene le regole del gioco, intuisce che deve solo ritirarsi in trincea.

 Altro che scontro epico questo di ieri sera. È stata invece una lezione invece di grande stile accademico da parte del ministro e di grande senso dello Stato, un ministro finalmente colto, sofisticato, puntuale e mai sottotono.

 Un vero Uomo di Stato. Completo, sotto tutti i profili possibili e immaginabili. Dall’altra parte, ma questo Fazio lo sa meglio di tutti gli altri che fanno televisione come lui, grande spettacolo quello di questa sera su RAI3.Complimenti ad entrambi.


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