Il positivo ed il negativo dividono il mondo- l’altra faccia del COVID
La positività porta ad una faida. Esiste un nemico interno da cui difendersi. E la solitudine contro cui combattere diventa, in realtà, un grande alleato per sconfiggere il nemico esterno: l’indifferenza della frenesia pandemica.
di Sara Bruni
Lunedì 05 Aprile 2021
Roma - 05 apr 2021 ()
La positività porta ad una faida. Esiste un nemico interno da cui difendersi. E la solitudine contro cui combattere diventa, in realtà, un grande alleato per sconfiggere il nemico esterno: l’indifferenza della frenesia pandemica.
Il positivo.

Otto lunghi mesi di inattività. Il corpo era bloccato in un lento torpore primaverile. Non richiedeva movimento se non quello quotidiano essenziale a non farlo sentire una inutile carcassa. Ma quello che ti carica quello che ti mette sotto sforzo che ti allunga e riscalda ogni muscolo, che ti ricorda che se vuoi puoi arrivare dove vuoi con la tua meravigliosa macchina perfetta e che basta solo darle la giusta alimentazione. No metano no benzina. Ecco quel tipo di movimento non c’era più.

Dopo il lungo periodo trascorso tra le mura domestiche nel primo trimestre del 2020 il non poter sentirsi libero di evadere, di fare ciò che era nelle proprie facoltà, aveva fatto attivare degli strani recettori per cui l’allenamento era l’unica fonte vitale. Per il corpo si intende. Perché lo spirito possiede svariati modi per nutrirsi. Febbraio 2021.

Quella giornata appare tutti gli effetti una calda, intensa giornata primaverile. Così sotto l’incitamento di chi invece il corpo non lo aveva mai abbandonato a sé decido di riconoscergli un po' di quell’antica veste che un tempo lo ricopriva.

Il cuore aumenta i battiti, la sudorazione cresce, il muscolo urla vendetta e le gambe cedono. Decisamente esagerato. Nei giorni a seguire il mio incedere era simile a quello di una anziana signora alle prese con gli acciacchi tipici della tarda età, di quel corpo che non sa più rimettersi in sesto perché presenta qualche ingranaggio di troppo inceppato.


Mille pensieri pervadono lo spirito. Mentre il corpo fatica, la mente viaggia. Ma da sola non può andare lontano. Quindi, si arena nelle più lucide certezze. Meglio un cammino sicuro e lento. Nessun battito di troppo. Rinuncia. La parola chiave. Ed ecco qua. Proprio nel momento in cui il tuo corpo si arresta e il tuo spirito si acquieta, il campo è libero.

È il terreno perfetto perché le tenebre prendano il sopravvento. Non ci sono padroni. Strani accenni di fatica al minimo sforzo. Nottetempo un malessere sibillino si ramifica lungo tutto il tronco. Devi fermarti. Stop. Tutto si interrompe.

Il mondo attorno continua a scorrere. Tutti che rincorrono qualcuno o qualcosa. E te sei fermo. Immobile. Chiudi gli occhi. Senti solo quel dolore che attanaglia ogni singola cellula. Come se un velo nero venisse adagiato su l’ultimo lembo di colore.

Il negativo.

E di questi tempi, non appena si avverte che qualcuno si impadronisce del tuo corpo meglio recarsi ad effettuare un test, il cosiddetto tampone naso-faringeo che aiuta ad attestare la presenza o meno del nemico. Negativo. Ottimo. La tua vita può riprendere il suo percorso. Continuiamo a correre freneticamente.

Ma no, non puoi. Ferma. La temperatura sale, aumenta senza arrestarsi mai. Vedrai. Sempre in giro di corsa, gli sbalzi stagionali, non ti sei coperta bene.

Un raffreddamento. Terzo giorno. 38.5. Ti hanno preso a pugni durante la notte, la percezione di essere ai caraibi ma solo per il calore che emana il tuo corpo. Che si fa? Un altro tampone. Anch’esso negativo. Perché vuoi maledettamente convincerti di essere positiva? “Sii negativa per una volta nella tua vita”. mi ripetevo.

Ma il servizio sanitario nazionale non ti abbandona. E’ sempre al tuo fianco e prontamente risponde al numero verde regionale creato appositamente per l’emergenza nazionale. Loro suggeriscono un tampone molecolare. I test rapidi non sono attendibili.

Certamente, quindi i 19 euro spesi per ciascuno dei due tamponi effettuati servivano solo per rimpinguare le casse delle farmacie.

A tale somma, si aggiungono altri 60 euro per un tampone molecolare in un laboratorio privato per non aspettare il tuo medico di famiglia che il lunedì mattina non è disponibile per farti l’impegnativa. In attesa del risultato, il tempo ha un lento incedere. Sei sul tuo letto ma non sola. Febbre, un lanciafiamme in gola, tosse, e il 118. Loro non ti lasciano mai sola. Però sembra che qualcosa di altro ti stia abbandonando.

I sapori e gli odori. No. E’ solo suggestione. Mordi un pezzo di zenzero. Un brivido. Pizzica. Sono certamente negativa. Le ore scorrono. Notte. Giorno. Arrivano i risultati. Positiva. A tutti e tre i geni del Sars-Covid-19.

Da quel momento inizia un calvario lungo 24 giorni. Isolamento. Chiusa nella tua camera. Lontana dagli affetti. In balia di te stessa. Le ore scorrono, i giorni si susseguono uguali uno all’altro. Antibiotico, cortisone, eparina e vitamine scandiscono le giornate. Fuori dalla porta della tua camera i bambini si alternano per vedere la loro mamma ma no il virus non ci permette di avvicinarci, di abbracciarci, di baciarci e di toccarci. Questo è il dolore più grande.

Le condizioni non migliorano. Fiato corto, affanno tachicardia. Ma respiri. Bene. Non hai bisogno della terapia intensiva, non hai bisogno di un accertamento clinico.

Ai tempi del covid, nel 2021 ci si cura via telefono e via what’sapp. Non voglio essere d’intralcio, non voglio gravare sul sistema sanitario nazionale, non voglio dovermi recare in ospedale per effettuare degli accertamenti minimi dovuti perché ho contratto il virus che ha causato la pandemia ma nessuno ti visita. Ma non sei solo. Hai il 118. Il 118 sollecita la asl per le visite mediche a domicilio.

Al ventesimo giorno la Asl chiama. Ma no, non c’è niente da fare. La competenza della Asl di residenza non può estendersi a quella del domicilio.

Poi si ci sono i percorsi covid, ma non sono disponibili. E niente. Ma lei, signora, non è sola.

La febbre non passa al 24 giorno così autonomamente decido di recarmi in un pronto soccorso. E’ l’unico modo che ho per eseguire una tac e dei prelievi. Rimango 24 h sotto controllo in uno dei più rinomati centri d’eccellenza italiani.

La tac evidenzia una polmonite bilaterale interstiziale tipica del COVID ma sarà in via di risoluzione. Supponiamo. Le analisi presentano valori normali. Ma questa febbricola. Forse la ricoveriamo per accertamenti. No. Il suo tampone è negativo. Può andare. E per la febbre si prenda una tachipirina. Non serve un’altra terapia. E’ negativa. Al 28simo giorno il termometro segna ancora 37.7 ma lei è negativa. Sia positiva.

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