Essere fragili non é un handicap, questo vale soprattutto in questi tempi in cui é di moda la forza, la competizione sfrenata che non perdona alcun tipo di debolezza. Vanno di moda i muscoli e qualche idolo che vorresti essere.
Proviamo invece a vedere la fragilità come una virtù che appartiene a tutti noi ed é insita nella natura umana.
Quando cerchiamo di mascherare la nostra fragilità con atteggiamenti da bulli, in realtà, appare anche più evidente ciò che vogliamo nascondere. Il filosofo Blaise Pascal scriveva: "L'uomo non è che una canna, la più fragile di tutte in natura, ma è una canna pensante".
L'errore della nostra società consiste nel celebrare la potenza. Una società che esalta il potere, il successo, la potenza virile riducendo il corpo femminile ad un mero oggetto. Nella mente di molti é radicata la convinzione che, tanto più si ha potere, tanto più si vive alla grande e felici perché si vive con la supremazia sugli altri.
Ecco perché l'imperativo dominante sembra essere quello di dover nascondere ad ogni costo la nostra fragilità. Esistono dunque delle convinzioni errate tipo che, l'educazione deve tirar su bambini forti che dovranno diventare uomini coraggiosi che vinceranno ogni sfida.
Un bambino timido, sempre secondo l'immaginario collettivo, é un bambino da curare, la timidezza va nascosta quasi fosse una patologia. Ancor meno deve esistere la paura e deve essere sostituita con la potenza, ecco perché bisogna avere sempre un nemico, sia immaginario o in carne ed ossa.
Ma in tutto questo esercizio per sembrare forti ad ogni costo ci si dimentica che l'uomo potente non sa amare perché è freddo, chi sa sottomettere non pensa alla fragilità altrui come valore dell' individuo.
Ma per noi esseri umani segnati dal limite del fallimento, della sofferenza e della morte, dovrebbe essere logico ammettere la diversità come valore perché la fragilità é diversità rispetto a chi è rigido e freddo.
Non dimentichiamo che letterati e poeti hanno trovato nella fragilità esistenziale la sorgente per i loro versi. Basti citare Leopardi, Holderlin, Rilke oltre Alda Merlini.
Se i loro versi sono capaci di penetrare gli abissi dell' interiorità celebrando l' umana fragilità, non dobbiamo mai dimenticare che un uomo é un bambino che, anche da adulto, avrà sempre dei momenti in cui rivorrebbe la propria madre per rifare ciò che faceva da bambino. Tutto questo perché ogni uomo é fragile.
In conclusione, l'uomo, ogni uomo è un gigante che porta dentro di sé un bambino, questo porta con sé quella fragilità che ci accompagna tutta la vita!
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News
APPUNTAMENTI IN AGENDA
Regioni & Città 
