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All’Ospedale Spallanzani il grande tenore italiano ha cantato “Mamma” in onore dei medici che da due anni sono impegnati accanto ai malati da Covid.
All’Ospedale Spallanzani il grande tenore italiano ha cantato “Mamma” in onore dei medici che da due anni sono impegnati accanto ai malati da Covid.
Emozionante, avvolgente, unico nel suo genere. All’Ospedale Spallanzani di Roma in tanti hanno pianto di commozione per il concerto improvvisato dal grande musicista italiano Francesco Grollo, tenore famosissimo, in alto nella foto accanto a Bocelli, ambasciatore dell’Opera Lirica Italiana nel mondo, con il suo vasto repertorio, un artista che si è esibito nei più prestigiosi teatri internazionali, e che invitato ancora una volta dal Direttore Sanitario dell’Ospedale romano Francesco Vaia, è corso davanti ai cancelli d’entrata dello Spallanzani per cantare in onore di chi in queste ore lotta contro il Covid.
Un concerto molto speciale, ridottissimo nei tempi, due canzoni appena, una più bella dell’altra, una prestazione del tutto gratuita e in onore- dice il maestro- di tutti quegli italiani che in Italia e in ogni parte del mondo in questi mesi hanno avuto a che fare con lo spettro della pandemia. Concerto interamente dedicato soprattutto a tutti i medici e a tutti gli operatori sanitari dell'istituto a sostegno del loro impegno nella lotta alla pandemia.
La musica, dunque, come puro servizio sociale, la musica come impegno di solidarietà, la musica come condivisione di sentimenti e di emozioni comuni.
Ma non solo allo Spallanzani. Ieri l’altro il grande tenore italiano ha cantato anche all’Isola del Giglio per ricordare la tragedia della Concordia, sono passati dieci anni da quei giorni di attesa angosciosa per i superstiti del naufragio. Un concerto di strabiliante coinvolgimento popolare nella Chiesa dei Santi Lorenzo e Mamiliano, dove il tenore ha cantato, accompagnato dall'ensemble musicale della Banda del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco diretta dal maestro Donato di Martile, e poi ancora alla Santa Messa, presieduta dal vescovo Giovanni Roncari.
Francesco Grollo, lo ricordiamo, è oggi considerato “la voce” delle istituzioni Italiane; noto al grande pubblico come il “Tenore ufficiale” delle “Frecce Tricolori” -Pattuglia Acrobatica Nazionale dell’Aeronautica Militare Italiana.
Questo giovane artista ha cantato, in più occasioni, per il Capo dello Stato Sergio Mattarella; la sua partecipazione più significativa, il 2 giugno del 2020, per la Festa della Repubblica Italiana, presso l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, dove Francesco Grollo ha tenuto un concerto, dal titolo “Francesco Grollo per l’Italia Unita e Solidale”, dedicato a tutti i medici e operatori sanitari impegnati nell’emergenza Covid-19.
Un successo dietro l’altro, una carriera fulminante, una catena di riconoscimenti internazionali davvero invidiabili.
In passato Francesco Grollo ha cantato in più occasioni anche per il Santo Padre, Papa Francesco in aula Paolo VI in Vaticano, ma il famoso tenore italiano è anche fondatore e testimonial di "Musica per il Sociale"; un progetto dedicato alle persone con disabilità per favorire e sostenere la loro presenza agli eventi musicali.
Agli ammalati che lo seguono, ai medici con i quali collabora e che stravedono per lui, al suo pubblico internazionale quando racconta di sé stesso dice cose emozionanti.
“Sono nato il 28 luglio 1965, a Treviso, cresciuto in una famiglia semplice e tradizionale. Ho sempre amato la musica. Da bambino facevo da colonna sonora durante i viaggi in auto in famiglia. Conoscevo tutte le canzoni popolari interpretate dal coro degli alpini. A casa le ascoltavo dai dischi in vinile della collezione di mio padre.
Nei primi anni di scuola mi appassionai alla musica classica. Ricordo ancora quando la professoressa, dopo una breve introduzione, ci fece ascoltare la Sinfonia n.5 in Do minore Op. 67 di Ludwig Van Beethoven.
Un brivido mi percorse la schiena e, allo stesso tempo, divampò un fuoco dentro di me. Fu un’emozione fortissima. Scoprii il canto lirico abbastanza tardi. Ebbe tutto inizio grazie a un mio amico chitarrista che si stava avvicinando all’opera. Oggi anche lui è un tenore. Prima suonavo il basso elettrico, se ci penso sorrido. Mi piaceva la musica Jazz e il Blues, avevo perfino formato un gruppo con degli amici”.
Indimenticabile la sua prima esperienza importante: “Fu grazie al mio amico chitarrista che incontrai il maestro di canto Renato Bardi Barbon. L’insegnante lo fece subito cantare per darmi un esempio di voce con emissione lirica. Rimasi impressionato dalla sua vocalità ma dissi al maestro che ero solamente interessato a capire che cosa potessi veramente ottenere dalla mia voce, pensando al Jazz. Il maestro mi assecondò. Dopo un paio di settimane mi disse: «Tu hai una importante e bellissima voce di tenore, senza saperlo». Aveva ragione, miglioravo velocemente e facevo progressi significativi. Mi appassionai del canto lirico quasi senza rendermene conto. Quando finivo una lezione di canto non vedevo l’ora di ritornare il giorno dopo per ricominciare. Barbon oltre a farmi scoprire la mia vera voce mi trasmise entusiasmo, fiducia e coraggio per muovere i miei primi passi sul palcoscenico della lirica. ” Tenni il mio primo concerto all’Arena di Lignano, dopo soli sei mesi di studio”.
Da quel momento per Francesco Grollo è stato un crescendo, e un via vai per tutto il mondo. Le sue partecipazioni ai concerti internazionali non si contano più.
Lui si schermisce e dice con grande semplicità: “In tutto questo percorso, anche in giro per il mondo, ho capito che la mia voce viene sempre definita “la voce italiana”.Probabilmente, nel mio modo di cantare cerco sempre di porre particolare attenzione alla luminosità vocale, alla dizione chiara, al fraseggio e alla passione. Tipiche della grande tradizione classica del canto lirico italiano. Esprimendo i sentimenti e la volontà del compositore. Il mio motto è: il cuore oltre che al cervello”.
-Maestro ma che effetto le fa essere indicato come una “stella tutta italiana?”.
“La voce delle Istituzioni italiane è un appellativo che mi è stato attributo perché ho sempre accettato di mettere la mia voce a servizio del mio paese. Essere annunciato con questo titolo, non lo nascondo, mi rende fiero. In queste parole ritrovo la mia storia e il mio amore per l’Italia.In questi anni sono stato nominato Tenore ufficiale della Pattuglia Acrobatica Nazionale dell’Aeronautica Militare Italiana: le Frecce Tricolori. In ogni manifestazione la mia voce accompagna: L’ingresso della pattuglia con l’Inno Nazionale. La manovra, Il Cuore con la romanza “Con te partirò”. Credo fermamente che una voce italiana si debba mettere a disposizione del proprio paese, e non solo del mondo. All’estero veniamo apprezzati e invidiati per la nostra italianità. È un gesto di doverosa gratitudine verso il paese più bello del mondo, non crede? L’Italia”.