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Il politologo e presidente dell’Academy Giovanni Spadolini presenta il nuovo progetto dedicato ai talenti italiani: premi simbolici, valorizzazione degli underdog e un network trasversale per rilanciare il ruolo del merito nella società.
Il politologo e presidente dell’Academy Giovanni Spadolini presenta il nuovo progetto dedicato ai talenti italiani: premi simbolici, valorizzazione degli underdog e un network trasversale per rilanciare il ruolo del merito nella società.
In un tempo in cui l’Italia appare sospesa tra l’emorragia di giovani talenti e il bisogno urgente di ricostruire le basi del merito e dell’eccellenza, nasce un progetto ambizioso e necessario: l’Academy Spadolini del Talento. Ne parliamo con il suo fondatore e presidente, il professor Luigi Tivelli, politologo, saggista e intellettuale da sempre impegnato nella valorizzazione della cultura istituzionale del nostro Paese.
In questa intervista, Tivelli ci conduce all’interno del nuovo percorso intrapreso dall’Academy – spin-off della già nota Academy di cultura e politica Giovanni Spadolini – che punta a riconoscere e sostenere quei talenti, giovani e meno giovani, che fondano il proprio cammino sulla cultura del merito e della sana competizione. Dalla “Generazione Sinner” al ruolo degli “underdog”, dal valore simbolico dei premi Spadolini al confronto aperto con la società civile, l’Academy si propone come un laboratorio culturale trasversale, capace di aggregare menti brillanti oltre ogni steccato ideologico.
Un’occasione per riflettere, attraverso le parole del professor Tivelli, su una sfida cruciale per il futuro dell’Italia: restituire al merito la centralità che merita.
-Sembra ci siano sviluppi interessanti nell'Academy Spadolini di cui è fondatore e presidente...
Si gli sviluppi sono davvero di grande rilievo. Abbiamo fondato uno spin off dell'Academy di cultura e politica che assume la denominazione di Academy Spadolini del Talento. L'Italia è infatti un Paese di talenti. C'è il grande Sinner, ma non c'è solo lui. Disponiamo di talenti e di giovani talenti, soprattutto, in tantissimi ambiti della cultura, dell'impresa, dell'economia. Talenti che hanno basato e basano le loro fatiche su due valori: quelli del merito e della concorrenza, intesa come una sana emulazione competitiva. Certo, una parte significativa di essi purtroppo sono fuggiti negli ultimi anni all'estero dal sud, dal centro e dal nord Italia. Bisognerà creare le condizioni per attrarli nuovamente nel nostro Paese. Anche perché l'Italia non è in grado alla luce della condizione della ricerca e dell'università di attrarre molti talenti stranieri.
-Quindi un Academy del merito e della concorrenza...
Vedi Meloni ha avuto un grande merito. Di alzare sin dal suo discorso di insediamento alle Camere la bandiera del merito. Il problema è che non è facile declinarlo.
Ovvero...
So che anche il ministro dell'istruzione Valditara cerca di declinare questo valore nella scuola. Ma se migliaia e migliaia di professori sono diventati tali con l'ope legis, con lo scorrimento automatico delle graduatorie, con le protezioni sindacali e non sono cresciuti sulla base del merito, specie per colpa dei sindacati della scuola e di parte della sinistra, come possono diffondere e promuovere questo valore? Siamo quindi di fronte ad un tremendo mismatch in questo ambito.
-E come pensate di promuovere il valore del talento?
Cercheremo di penetrare nell'opinione pubblica tramite dei premi ad elevato valore simbolico e culturale. Già a Sabaudia stiamo conducendo una rassegna di libri (di cui il Tempo sta dando man mano notizie) con tutti scrittori e presentatori di talento, come tra i tanti altri Gianfranco Fini, Enzo Amendola, Claudio Martelli e Maria Rita Parsi, al termine della quale ci sarà il prossimo 18 agosto il Premio Spadolini per il talento e il servizio alle istituzioni. Le personalità che saranno premiate sono al vaglio, in questa fase, di una giuria composta da persone che hanno svolto le loro carriera sulla base del merito. Grandi vecchi come Lamberto Dini, Giuseppe De Rita, Andrea Monorchio, Giuliano Urbani, ma anche professori dell'età di mezzo come Tommaso Edoardo Frosini, o filosofi come Corrado Ocone. Le candidature al vaglio di questi giorni della nostra giuria sono molto autorevoli. E premieremo anche, tra gli altri, due giovanissime donne talentuose che onorano l'Italia negli USA e nel mondo.
-Lei ha inoltre scritto molti articoli sulla "Generazione Sinner". Può spiegarci cosa intende?
Forse a questo punto dovremmo chiamarla generazione Sinner-Paolini, perché ci sono anche i successi della grande tennista italiana. E Sinner e Paolini rappresentano un modello per i giovani in quanto definiscono il loro allenamento come "lavoro". Come un impegno serrato e rigoroso. Ed in Italia ci sono centinaia di migliaia di giovani che concepiscono lo studio e il lavoro con la stessa disciplina e la stessa serietà con cui Sinner e Paolini concepiscono il loro allenamento. Due esempi di talenti che hanno superato svantaggi, difficoltà e raggiunto i risultati che meritavano. Certo però se non si aggiustano le funi dell'ascensore sociale (come avveniva negli anni 50, 60 e 70) che sono il merito e la concorrenza, per tanti giovani esso rimarrà bloccato a piano terra. O peggio rischieranno anche di finire in cantina quando premeranno quel bottone...
-Meloni però sin dal suo discorso di insediamento alle Camere ha rivendicato la bandiera del merito presentandosi come una vera underdog....
Anche a questo proposito si tratta di un punto importante che Meloni ha avuto il merito di lanciare. Presentandosi, appunto, come underdog, come una persona socialmente svantaggiata che è riuscita ad affermarsi. Nella Academy Spadolini ci sono molti underdog come Lamberto Dini, figlio di un verduraio fiorentino che per i suoi meriti ricevette borse di studio molto esigenti per gli USA fino a diventare direttore generale della Banca d'Italia, presidente del Consiglio, ministro degli esteri. Ma ci sono anche molti underdog giovani, che abbiamo incontrato da ultimo ad un nostro evento con gli studenti delle organizzazioni giovanili della Sapienza. Ora se riusciamo ad aggregare i migliori underdog italiani sulla base dei valori del merito e della concorrenza faremo un servizio al Paese. E poi sono un underdog anche io. Mio nonno paterno, ad esempio, era un semplice postino di Paese nel Polesine che per arrotondare suonava il trombone nei circhi e sosteneva la memoria del grande antifascista Matteotti.
-Quali saranno i prossimi passi?
Ci misureremo su questi temi tramite il Premio Spadolini per il servizio alle istituzioni a Sabaudia. Col premio Spadolini-Guglielmo Negri a Roma alla Camera dei Deputati. E infine con il premio Spadolini-Maccanico a Milano, entro il dicembre del 2025, in nome di un grande civil servant senza il quale non si sarebbe mai fatta la privatizzazione di Mediobanca (una personalità di cui sono stato allievo prima e poi anche consigliere giuridico e portavoce). Ci impegneremo quindi articolo dopo articolo (perché continueremo a fare tanta pedagogia come abbiamo fatto soprattutto nei quasi tre anni trascorsi dalla fondazione Academy Spadolini), premio dopo premio, per lanciare il nostro messaggio ai giovani e alla società nell'interesse superiore del Paese.
-Chi la accompagnerà nel lancio di questa nuova Academy Spadolini del Talento...
Ci saranno molti giovani talenti, talenti maturi e dell'età di mezzo e importanti grandi vecchi. Da Lamberto Dini a Claudio Martelli fino a Giuseppe Ayala; da Giuseppe De Rita a Gaetano Quagliariello fino a Corrado Ocone, da Tommaso Cerno a Stefano Folli e Andrea Monorchio. Aldilà di vecchie o nuove appartenenze. In questa fase stiamo definendo al meglio l'organigramma, ma posso già dirti che i vicepresidenti saranno personalità di grande spessore: Maria Rita Parsi, psicopedagogista e saggista già vicepresidente dell'Academy Spadolini di cultura e politica; Mario Caligiuri, presidente della Società italiana di intelligence e pedagogista; Stefano Scabbio, già Ad di Menpower Italia e membro del board di Menpower; Francesco Giubilei, presidente di Nazione Futura, direttore scientifico della Fondazione Alleanza Nazionale, saggista e intellettuale conservatore. Come puoi vedere si tratta di una composizione trasversale e aldisopra delle appartenenze politiche. Anche se non dimentichiamo l'importanza del legame con la figura e l'esempio di Spadolini. Non a caso il nostro segretario generale è Federico Bini, saggista, giornalista ed editore, autore di un libro recentemente edito da Rubbettino sulla figura dello statista fiorentino "Giovanni Spadolini. L'ultimo politico risorgimentale".